Il fienogreco è una pianta chiamata
scientificamente trigonella foenum-grecum, il cui genere trigonella
prende il nome dalla forma triangolare dei semi, mentre l’epiteto specifico foenum-grecum
deriva dall’uso che se ne faceva nell’antichità come foraggio per nutrire il
bestiame.
Storicamente le più antiche tracce
dell’utilizzo e coltivazione del fienogreco risalgono al 4000 a.C. nella
regione dell’odierno Iraq; anche nell’antica città di Tel Lachish, nei
territori occupati attualmente da Israele, segni dell’uso di trigonella
risalgono all’era del Bronzo (intorno al 3000 a.C.); infine, sono stati trovati
semi di questa pianta nella tomba di Tutankhamun, circa 1300 a.C..
Al giorno d’oggi viene coltivata principalmente
in una vasta area che va dal Bangladesh fino al Marocco passando per l’Europa
meridionale, ma è molto diffusa anche altrove, grazie al fatto di aver bisogno
di poca acqua, e tra i maggiori produttori figura anche l’Argentina.
I suoi utilizzi sono molteplici, grazie
ad alcune peculiari proprietà benefiche ed alla duttilità in cucina.
Un noto uso conosciuto ed apprezzato in
tutto il mondo è quello di far aumentare la produzione di latte nelle puerpere,
mentre la proprietà di migliorare la tolleranza al glucosio, specialmente
grazie a sostanze presenti nei semi, è da tempo usata nel controllo del
diabete.
Pare anche che estratti di fienogreco
siano in grado di aumentare del 25% la libido ed è riconosiuta la funzione dei
semi come epatoprotettori utili nelle intossicazioni da etanolo (cioè l’abuso
di bevande alcoliche).
Infine contiene sostanze che stimolano
l’appetito ed è ricco di ferro, quindi viene utilizzato per patologie che
richiedono queste qualità, quali, ad esempio, l’anemia.
Nei paesi sviluppati il suo consumo a
scopo alimentare è piuttosto ridotto, mentre è ancora molto usata nel
subcontinente indiano, come aroma o spezia e verdura, senza contare che, data
la grande produzione, l’India è l’unico paese dove la pianta di fienogreco viene
ancora usata come alimento per il bestiame.
Come aroma viene consumata sia fresca
che secca per insaporire leggermente vari tipi di curry e pietanze.
Ad esempio secca è un ingrediente
fondamentale nella preparazione dei missi roti, gustosi chapati a base
di farina integrale e farina di ceci, che vengono insaporiti grazie
all’aggiunta, nell’impasto, di kasoori methi, nome indiano del
fienogreco secco.
Consumata fresca come verdura, la pianta
di fienogreco fa parte della vastissima famiglia degli ortaggi indiani a
foglia, chiamati genericamente saag.
A questa appartengono anche gli spinaci,
le foglie della pianta di senape, le foglie delle rape ed altri ortaggi, ed
appunto il fienogreco, che viene venduto in grossi mazzi a prezzi modici.
Seppur i rametti di fienogreco assomiglino
più al prezzemolo o al coriandolo, con cimette di tre foglie ovoidali piuttosto
piccole, il sapore assomiglia molto a quello degli spinaci o della bietola,
risultando quindi molto versatile in cucina.
Un piatto molto diffuso, poiché
saporito, semplice e salutare, è l’aloo methi, patate e fienogreco.
Una volta pulite e lavate le foglie, si
sminuzzano leggermente si salano e si lasciano riposare una mezz’oretta; quindi
si saltano in padella con il classico soffritto indiano (olio di semi di
senape, semi di cumino, aglio, zenzero e peperoncino) e poco prima che siano
pronte si aggiungono le patate bollite, magari con una spruzzatina di curcuma.
Una soluzione ancora più saporita
prevede l’utilizzo, al posto delle patate, di paneer (la ricotta
indiana: http://informazioniindiaenepal.blogspot.com/2016/02/paneer.html),
sia sbriciolata che a cubetti.
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