Tra le numerose
specialità culinarie proposte dalle bancarelle di strada indiane, alcune
possono essere considerate delle vere e proprie pietanze piuttosto che semplici
snack, in particolare quelle non-vegetariane, a base quindi di uova e carne.
Chowmein e Momo
Per quanto riguarda
le pietanze vegetariane, un accenno merita la cucina cinese, molto diffusa ed
apprezzata in India, principalmente sotto forma di chowmein e momo.
I chowmein
sono noodles (spaghetti di riso) saltati in olio di soia, insieme a verdure
tagliate in sottili strisce e grazie alla loro semplice preparazione sono molto
diffuse le bancarelle che li propongono.
Di solito
andrebbero cotti nelle pentole wok ma in India vengono anche saltati su delle
grandi piastre calde e unte; particolare dei chowmein indiani di strada è la
massiccia presenza di peperoncino che li rende tra i piatti più piccanti in
assoluto.
I momo sono
ravioli cinesi originari di Nepal, Tibet e sud della Cina.
Cotti al vapore in
pentole a più piani, possono essere consumati semplicemente condendoli con
delle salse a base di pomodoro, oppure friggendoli, quindi risultano essere
pratici da preparare anche su banchetti di strada, soprattutto quelli più
semplici al vapore, e nelle zone dove è diffusa la cultura tibetana sono sempre
presenti ed apprezzatissimi.
Il quartiere di
McLeod Ganj, nella città montana di Dharamsala, sede del Governo Tibetano in
esilio, è rinomato per l’ottima qualità dei momo, come anche la cittadina
turistica di Darjeeling, sulle montagne del Bengala Occidentale, e per esteso
tutto il Nepal.
In particolare i
momo delle bancarelle nepalesi sono spesso ripieni di carne di bufalo,
economica e grassa, quindi particolarmente adatta ad insaporire i ravioli.
Sporadici banchetti
che preparano momo si possono comunque trovare un po’ ovunque, e seppure la
qualità possa variare notevolmente, sono sempre accettabili.
Uova
Venendo a
preparazioni non-vegetariane, almeno secondo la dieta latto-vegetariana
indiana, le uova sono sempre più diffuse (in barba a precetti religiosi in
parte vetusti), grazie a caratteristiche, economiche e pratiche, che le rendono
un’ottima risorsa di fondamentali proteine.
I banchetti che
preparano uova sono attivi dall’imbrunire e propongono uova sode, condite con
scaglie di cipolla e pomodoro, peperoncino e foglie di coriandolo, oppure
fritte, con lo stesso condimento, sia intere che sotto forma di omelette, ed
accompagnate da due fette di pane, che vengono pressate sulle uova e saltate
anche loro in padella poco prima che siano pronte.
Nella loro
semplicità sono sempre molto saporite e piccanti (seppur sia ammesso chiedere
al venditore di evitare una manciata di peperoncino).
I banchetti più
modesti sono muniti di un pentolino per le uova sode e un tegamino per
friggerle o per le omelette, e vengono servite su precari piattini di foglie
secche, ma nelle città più grandi si incontrano anche bancarelle munite di
ripiani dove appoggiarsi e di grandi piastre dove friggere più uova od omelette
insieme.
Quelli più
intraprendenti, soprattutto nella città di Calcutta, rinomata per la varietà
della cucina, propongono un’interessante variazione alle semplici omelette, gli
eggrolls.
La base è la stessa
del pane paratha (cioè acqua, olio, farina integrale atta e una puntina
di sale) che viene cotto molto sottile e successivamente ricoperto da uovo
sbattuto, che crea attorno alla focaccia una fragrante patina; sopra vi vengono
versate delle verdure piccanti, talvolta anche ricotta o carne, e vengono
quindi avvolti a cono.
Consumarli in piedi
può essere un’operazione complicata e di solito viene fornito un posto dove
sedersi o potersi appoggiare, senza contare che bisogna essere forniti di
qualcosa da bere, visto che gli eggrolls possono essere estremamente piccanti.
Carne
Il consumo di carne
in India varia notevolmente poiché dipende dalle tradizioni religiose e dalla
loro distribuzione geografica.
Per mussulmani,
sikh, buddisti e cristiani, che formano circa il 16-18% del totale della
popolazione indiana, non esistono grandi restrizioni, quindi nei luoghi dove
queste religioni sono particolarmente diffuse, tale è anche il consumo di
carne.
Per i jainisti (1%
della popolazione) vige un divieto assoluto, mentre per gli induisti (circa
l’80% degli indiani) vi sono alcune restrizioni: oltre al divieto assoluto di consumare
carne bovina, i bramini e gli asceti dovrebbero astenersene, come anche i
seguaci di Vishnu, in particolare della sua ottava incarnazione Krishna.
In realtà, data la
nota tolleranza indù, questi precetti non vengono imposti ed oggigiorno, grazie
anche alla maggior disponibilità economica, il consumo di carne non viene più
visto come un infrangibile tabù.
In molti luoghi
sacri è ancora formalmente proibita ma nelle grandi città, abitate da seguaci
di varie religioni, è facilmente reperibile.
In particolare,
nelle città del nord dell’India, grazie alla forte presenza mussulmana (che in
molte aree raggiunge e supera anche il 30%), è facile trovare venditori di
carne nei pressi delle moschee, ma anche le tradizioni sikh, dominanti in
Punjab e Haryana, e molto diffuse a Delhi, permettono una discreta reperibilità
di specialità non-vegetariane.
Teoricamente la
ricca culinaria indiana prevede numerose pietanze a base di carne, seppur al
lato pratico la varietà tende a diminuire notevolmente.
Sostanzialmente
infatti in India si mangia pollo e in minor misura montone, il primo
preferibilmente tandoori, secondo la nota ricetta punjabi, il secondo in curry,
oppure sotto forma di polpette e spiedini.
Il pollo tandoori
preparato dai venditori di strada, riconoscibili dagli appariscenti pezzi di
carne ricoperti dalla mistura di spezie arancione, in realtà non viene
preparato secondo la ricetta tradizionale, a causa dell’assenza del forno
tandoori, e viene fritto.
Considerando
l’adagio che qualunque cosa impanata e fritta sia buona, una coscia di pollo,
aromatizzata con la marinatura per il tandoori ed immersa nell’olio bollente,
non può che essere estremamente appetitosa, anche se la qualità degli
ingredienti non è eccelsa.
Il processo di
friggitura, seppur non salutare, ha anche il vantaggio di rendere la marinatura
tandoori meno piccante, particolare non trascurabile visto che spesso l’uso di
peperoncino è più che abbondante.
Talvolta, alcune
bancarelle offrono dei tranci di pesce (d’acqua dolce) tandorizzati e fritti,
indubbiamente saporiti, seppur più costosi e difficili da consumare in piedi o
seduti su una traballante panchina.
La preparazione del
montone è una specialità tipica mussulmana e le bancarelle che lo propongono
sono situate perlopiù nei pressi di moschee.
Come accennato di
solito il montone viene preparato in spiedini da abbrustolire o macinata
polpette, insieme a qualche spezia e verdura tritata.
Lungo la via
principale del quartiere turistico di Paharganj a Delhi, da alcuni anni le
bancarelle che propongono specialità non-vegetariane sono sempre più diffuse ed
organizzate, e servono vari tipi di salsicce nonché cervella ed altre parti
meno comuni.
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