Alcune specie di picidae |
La famiglia dei picidae comprende più di duecento specie di
uccelli chiamati in italiano picchi, picchioli e torcicollo.
Più di una trentina di questi sono presenti nel
subcontinente indiano, dove abitano varie tipologie di foreste, in cui trovano
il loro habitat arboricolo favorevole.
Purtroppo a causa della sempre minor presenza di aree
verdeggianti, nelle città indiane i picchi ed i loro parenti non sono più molto
diffusi, mentre nelle campagne, o ancor di più nei boschi di montagna, la loro
presenza è alquanto cospicua.
Caratteristica peculiare di questi uccelli è di possedere
un forte becco a cesoia, con il quale picchettano ripetutamente i tronchi degli
alberi, sia in cerca di insetti, che catturano anche grazie ad una lingua
particolarmente lunga, che per creare buchi dove dimorare e nidificare.
Oltre a questo, i diversi ritmi del picchettare hanno anche
funzioni territoriali.
Per migliorare la presa, i picidae hanno sviluppato altre
caratteristiche fisiche, come la zigodattilia, cioè zampe munite di due dita
rivolte in avanti e due all’indietro (mentre nella maggior parte degli altri
uccelli sono tre avanti ed una dietro) ed una coda molto robusta, usata come
base di appoggio.
Il genere di picidae più diffuso in India è il dendrocopos,
con ben 12 specie di cui alcune piuttosto comuni.
Le dimensioni vanno dai soli 13 centimetri del picchio
capobruno (dendrocopos nanus) ai 25
del picchio dell’Himalaya (dendrocopos
himalayensis).
I più facilmente avvistabili sono: il picchio frontebruna (dendrocopos auriceps), il picchio
pettofulvo (dendrocopos macei) ed il
picchio capogiallo (dendrocopos
mahrattensis), tutti molto simili, esclusi i particolari da cui prendono il
nome, con dimensioni attorno ai 20 centimetri e il dorso e le ali nere striate
di bianco.
La loro identificazione è ulteriormente complicata dal
dimorfismo sessuale, con i maschi dotati di piccole macchie rosso-arancioni su
capo e sottocoda, ma sul campo possono essere facilmente distinti grazie alla
diversa distribuzione geografica.
Altre specie di picidae |
Il picchio frontebruna è il più montano e lo si incontra
nelle foreste di pini, querce e cedri himalayani, tra i 1.000 ed i 3.000 metri
di altitudine; il picchio pettofulvo frequenta le foreste sotto i 2.000 metri;
il picchio capogiallo abita le pianure tendenzialmente asciutte e
semi-desertiche, ma anche parchi e giardini delle città, ed è quindi il più
facilmente avvistabile.
I cosiddetti picchi dorso di fiamma sono caratterizzati dalla
colorazione del dorso, tendenzialmente arancione vivo, ma in alcuni maschi proprio
rosso fuoco.
Questo colore, sempre nei maschi ed in alcune femmine, è
presente anche sul capo, sulla parte posteriore leggermente appuntita, mentre
nelle maggior parte delle femmine il capo è nero con macchioline bianche; muso
e collo di entrambi i sessi sono invece bianchi con bande nere.
Il dorso di fiamma groppa nera (dinopium benghalense) è il più comune nel subcontinente e lo si può
incontrare in tutte le zone alberate, escluse le foreste più fitte.
Il dorso di fiamma maggiore (chrysocolaptes lucidus) assomiglia molto al groppa nera, dal quale
si distingue per le dimensioni leggermente superiori (33 centimetri contro 29)
e per essere l’unico dorso di fiamma con gli occhi chiari, seppur sia un
particolare molto difficile da osservare.
Frequentatore di vari tipi di foreste e vecchie
piantagioni, il dorso di fiamma nel subcontinente indiano è diffuso lungo la
zona del Terai (le pianure che precedono le colline pre-himalayane), le grandi
foreste del nord-est, dell’Orissa e quelle a ridosso della costa occidentale,
dal Gujarat fino alla punta più meridionale della penisola, compresa anche la
parte meridionale dello Sri Lanka.
Distribuzione simile ai dorso di fiamma è anche quella dei picchi
nucagialla, presenti in India con il minore (picus chlorolophus) ed il maggiore (chrysophlegma flavinucha), seppur il secondo sia assente nel sud
del paese.
Il nucagialla minore, come dal nome, ha la parte posteriore
del capo di colore giallo ed il dorso verde, con i maschi riconoscibili grazie
a due bande rosse, sopra agli occhi e dietro al becco.
Il nucagialla maggiore, oltre ad essere leggermente più
grande (33 centimetri contro 27) è sostanzialmente marroncino, ma nel maschio
il giallo della nuca si trova anche abbondantemente sul collo, dal becco fino
al petto.
Del genere picus, in India si possono incontrare altre
quattro specie, tutte molto simili, con dorso verdognolo, capo rosso nei maschi
e nero nelle femmine, tra cui i più diffusi, ma non comunissimi: il picchio
cenerino (picus canus), il picchio
golastriata (picus xanthopygaeus) ed
il picchio pancia squamata (picus
squamatus).
Il torcicollo (jinx torquilla) |
Il vasto genere dei picumnus, detti picchioli, in India è
rappresentato da un’unica specie, il picchiolo marezzato (picumnus innominatus) che ha una distribuzione simile ai precedenti
picchi, quindi la zona del Terai (le pianure che precedono le colline
pre-himalayane), le grandi foreste del nord-est, dell’Orissa e quelle a ridosso
della costa sud-occidentale.
La caratteristica principale del picchiolo marezzato sono
le dimensioni estremamente ridotte, appena 10 centimetri (minori dei passeri
che sono attorno ai 15) e spesso lo si può incontrare nei cosiddetti “mix
hunting flocks”, piccoli stormi di cacciatori misti, dove si mischia insieme a
cince, yuhine ed altri uccelli di piccole dimensioni.
Frequentatore di foreste decidue umide e semi-sempreverdi,
pare abbia una predilizione per il bambù.
Un ultimo rappresentante della famiglia dei picidae in
India è il torcicollo eurasiatico (jynx
torquilla), frequentatore invernale di tutto il nord del subcontinente, ma
difficile da individuare per le sue note capacità mimetiche, visto che,
contrariamente agli altri picidae, il torcicollo ha abitudini terricole e si
nutre al suolo.
Possiede una lingua particolarmente lunga, con la quale è
solito setacciare formicai e termitai, anche grazie al collo molto mobile che
gli permette di girare la testa di 180 gradi.
Oltre che per il mimetismo, il torcicollo non è facilmente
avvistabile anche perché essendo sprovvisto di richiamo, è un uccello
sostanzialmente silenzioso.
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