Il parrocchetto alessandrino (psittacula eupatria) |
In questo post tratteremo di uccelli prettamente arboricoli,
di piccola-media taglia, facenti parte delle famiglie psittaculidae e
cuculidae.
Psittaculidae
I pappagalli sono uccelli dell’ordine psittaciformes, del
quale fanno parte una novantina di generi e quasi 400 specie, divisi in 3
superfamiglie, 5 famiglie e 12 sottofamigle.
Tra le caratteristiche comuni si segnalano: il forte becco
adunco, utilizzato per nutrirsi (prevalentemente di semi, noci e frutta), per manipolare
oggetti e talvolta per arrampicarsi, e la zigodattilia, cioè due dita avanti e
due dietro, anche questa per migliorare la presa e la manipolazione, piuttosto
evoluta tanto che, seguendo la preferenza, singoli individui possono essere
destrorsi o mancini.
I pappagalli presenti in India sono una dozzina e fanno
tutti parti della famiglia dei psittaculidae: 11 del genere psittacula ed 1
loriculus.
Il più diffuso pappagallo indiano è di gran lunga il
parrocchetto dal collare (psittacula
krameri), lungo 42 centimetri, completamente verde a parte il collare rosa
(presente solo nei maschi) e la coda azzurra.
Gregario, vive pressoché ovunque vi siano alberi, comprese
le grandi città e data la sua adattabilità da alcuni anni si è stabilito anche
in Italia, con vivaci popolazioni segnalate a Bolzano, Milano, Pavia, Genova,
Roma, Palermo ed in Toscana.
Solitamente nidificano in cavità dei tronchi degli alberi,
mentre in India sfruttano buchi e spaccature dei muri degli edifici.
Molto simile al parrocchetto dal collare è il parrocchetto
alessandrino (psittacula eupatria) distinguibile per le maggiori dimensioni, intorno ai 53 centimetri e per una
vistosa macchia amaranto sulle spalle; anche il muso dell’alessandrino è
distintivo con il grande becco e totalmente verde, privo della striscia nera
sugli occhi di quello dal collare.
Femmina di koel comune (eudynamys scolopacea) |
Nonostante sia distribuito su tutto il subcontinente
indiano, in varie tipologie di vegetazione sotto i 1.500 metri, purtroppo il
parrocchetto alessandrino non lo si avvista facilmente in natura, ma spesso se
ne possono osservare alcuni esemplari “domestici”, imprigionati crudelmente dentro
a piccole gabbie.
Già più comune è il parrocchetto testaprugna (psittacula cyanocephala), lungo 36
centimetri, di colore verde brillante e con il caratteristico capo di colore
viola-prugna dei maschi, mentre nelle femmine è grigio lavanda.
Abita foreste aperte, piantagioni ed i loro dintorni, dove
vaga tra gli alberi, in cerca di frutta, noci, fiori e germogli, con frequenti
puntate sul terreno per le sementi.
A nord del suo areale, salendo sulle colline
pre-himalayane, il parrocchetto testaprugna viene sostituito dal parrocchetto
testardesia (psittacula himalayana),
leggermente più grande e facilmente riconoscibile dal capo di colore scuro che
contrasta con il corpo verde, lungo 41 centimetri, con una macchia marrone
sulle spalle (nei maschi) e la lunga coda gialla.
Cuculidae
I cuculi (famiglia cuculidae, ordine cuculiformes) sono
uccelli di piccole-medie dimensioni, insettivori, solitari e timidi, spesso
noti per il loro forte e peculiare richiamo.
Una caratteristica di molte specie di cuculi è di essere
parassiti di covata, sfruttando il nido di altri uccelli invece di costuirne
uno proprio.
Per questo motivo alcuni hanno anche sviluppato un
piumaggio che ricorda quello dei falchi, per mettere in allarme le specie da
parassitare ed accedere più facilmente ai loro nidi.
Tra i cuculi più comuni da avvistare, od ascoltare, nel
nord dell’India, il più diffuso è sicuramente il cuculo indiano (cuculus micropterus), la versione
asiatica del similissimo cuculo eurasiatico (cuculus canorus), raro visitatore estivo nel subcontinente.
Il cuculo sparviero comune, o cuculastore comune (hierococcyx varius) è diffuso in tutta
l’India, escluso il deserto rajasthano e le montagne sopra i 1.000 metri, e si
distingue abbastanza chiaramente dai due precedenti per il sottocollo arancione
e le strisce dello stesso colore sul ventre.
Anche il richiamo è distintivo, ripetuto in lunghe sequenze
ad intervalli sempre più brevi e salendo di tono.
In India il suono del suo verso viene trascritto come
“brain fe-ver” (febbre celebrale), essendo spesso udibile d’estate dalle
allucinate vittime di malaria e colpi di sole.
Il koel comune (eudynamys
scolopacea) è forse il cuculidae più diffuso in India, anche nelle città, e
come il precedente possiede un potente richiamo che tende a salire di tono.
Il maschio è interamente nero, ricordando un magro corvo,
ma possiede un becco più sottile di colore verde chiaro e gli occhi rosso vivo.
Il piumaggio della femmina è invece marrone punteggiato di
bianco.
Nelle campagne molto diffuso è il cucal maggiore (centropus sinensis), facile da
avvistare, quasi sempre a terra nei pressi di coltivazioni, grazie al corpo
interamente nero e le ali d’un vistoso arancione.
Sempre della famiglia dei cuculidae, in India sono presenti
4 delle 6 specie del genere phoenicophaeus, distribuite su quasi tutto il
subcontinente, i cui membri vengono chiamati malcoa.
Il più diffuso nel nord dell’India è il malcoa beccoverde (phaenicophaeus tristis), un uccello di circa 50 cm, dal corpo grigio, la lunga coda
nera con bande bianche, il becco verde ed il contorno degli occhi rosso; abita
le pianure del Terai, le foreste del nord-est e quelle dell’Orissa.
Caprimulgidae
Il succiacapre indiano (caprimulgus asiaticus) |
La famiglia dei caprimulgidae, ordine caprimulgiformes,
comprende quasi un centinaio di specie di uccelli di medio-piccole dimensioni,
prettamente notturni, dotati di un ottimo piumaggio mimetico.
In India se ne possono incontrare 8 specie, 7 del genere
caprimulgus ed 1 del genere eurostopodus o licornis.
Purtroppo, nonostante alcune specie siano piuttosto comuni
e distribuite su tutto il subcontinente, i loro avvistamenti sono molto rari a
causa delle loro già citate caratteristiche, di essere attivo in piena notte
(in cerca di falene ed altri insetti) e per il piumaggio mimetico, grazie al
quale si confonde perfettamente con i tronchi, i rami degli alberi e le foglie
secche.
Nidifica al suolo, producendo due uova e pare sia uno dei
rari uccelli che quando sente pericolo accoglie uova o i pulcini nella sua
bocca per portarli al sicuro.
La specie più diffuse in India dovrebbero essere il
succiacapre indiano (caprimulgus asiaticus),
il succiacapre dalla coda larga (caprimulgus
macrurus) ed il succiacapre grigio (caprimulgus
indicus).
Quest’ultimo ebbimo modo di osservarlo alcuni anni fa
presso il Keoladeo Ghana National Park di Bharatpur (http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/02/bharatpur.html),
grazie alle segnalazioni di altri birdwatcher, dato che, posato su un ramo, il
suo piumaggio mimetico lo rendeva pressoché invisibile.
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