Harishankar Parsai (1924-1995) è stato uno scrittore
indiano di lingua hindi, noto per la satira e l’umorismo, e per lo stile
semplice e diretto.
Nato in Madhya Pradesh, centro dell’India del nord e una
delle roccaforti dell’hindi, Parsai in gioventù portò avanti una doppia
carriera, letteraria e militare, finché non decise di lasciare l’esercito per
dedicarsi a tempio pieno alla scrittura.
Stabilitosi nella grande città di Jabalpur, fondò una rivista dedicata alla letteratura hindi, ma come accadde anche al suo illustre predecessore Premchand (http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2017/01/lo-scrittore-premchand-ed-il-racconto.html), nonostante i favori della critica, il progetto fallì economicamente.
La produzione di Parsai comunque non risentì più di tanto di queste vicissitudini e comprende ben 9 raccolte di racconti, 1 romanzo, 2 romanzi brevi ed 1 saggio.
Stabilitosi nella grande città di Jabalpur, fondò una rivista dedicata alla letteratura hindi, ma come accadde anche al suo illustre predecessore Premchand (http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2017/01/lo-scrittore-premchand-ed-il-racconto.html), nonostante i favori della critica, il progetto fallì economicamente.
La produzione di Parsai comunque non risentì più di tanto di queste vicissitudini e comprende ben 9 raccolte di racconti, 1 romanzo, 2 romanzi brevi ed 1 saggio.
In maniera simile al più serio Premchand, anche le opere di
Parsai sono principalmente dedicate alla descrizione dei disagi della vita di
tutti i giorni, ma visti con ironia ed umorismo.
Anche per il passare del tempo, il contesto contadino di
Premchand viene quindi sostituito da quello burocratico, che permette a Parsai
di mostrare alcune delle più grosse piaghe della società moderna indiana come
la corruzione.
Ottimo esempio dell’arte letteraria di Parsai è sicuramente
il noto racconto Bholaram ka jeev, letteralmente L’anima di Bholaram.
Interessante ed originale è l’ambientazione, che prende
forma all’interno dell’ufficio di Dharmaraj, uno dei nomi del dio della morte, insieme
al quale lavorano Chitragupta, il dio preposto a tenere il conto delle azioni
degli umani, e i Doot, i messaggeri che hanno il compito di andare a recuperare
le anime dei defunti per portarle quindi in inferno o in paradiso.
L’anima di Bholaram però, non si riesce a trovare...
Segue libera traduzione, I parte.
Questo non era mai successo.
Da migliaia di anni Dharmaraj dirigeva l’entrata del
paradiso e dell’inferno sulla base delle azioni delle persone. Ma questo non
era mai successo.
Seduto di fronte a lui, Chitragupta aveva spesso ripulito gli
occhiali e girato le pagine con la saliva, e guardava un registro dopo l’altro,
ma non riusciva proprio a trovare l’errore.
Alla fine, dopo tanto cercare, chiuse il registro con tale
forza che una mosca ci rimase schiacciata in mezzo.
Tirandola fuori disse “Capo, i conti sono a posto. L’anima
di Bholaram ha lasciato il corpo cinque giorni fa ed il messaggero della morte è
stato spedito per portarlo in questo mondo, ma finora qui non è ancora
arrivato”.
Dharmaraj chiese “E quel messaggero dov’è?”.
“Capo, anche lui è sparito!”.
In quel momento la porta si aprì ed entrò il messaggero
stanco e trafelato. La sua solita brutta faccia, a causa della fatica, della
sofferenza e della paura, era diventata ancora più brutta.
Appena lo vide Dharmaraj urlò “Ehi, tu, dove sei stato
tutti questi giorni? Dov’è l’anima di Bholaram?”.
Il messaggero, giungendo le mani al petto, disse “O
Compassionevole, come faccio a dirvi quello che è successo? Finora non ero mai
stato ingannato, ma l’anima di Bholaram è riuscita a raggirarmi. Cinque giorni
fa, quando la sua anima ha lasciato il corpo, sono andato a prenderla e stavo
inziando il viaggio verso questo mondo. Fuori dalla città, proprio mentre stavo
cavalcando con lei una folata di vento, è scappata dalla mia presa ed è
sparita. In questi cinque giorni l’ho cercata per tutto l’universo, ma non so
proprio dove sia andata”.
Inchinandosi il messaggero continuò “Capo, la mia
attenzione non è venuta meno. Dalle mie mani esperte neppure i più grandi
avvocati sono sfuggiti, ma questa volta ci dev’essere stato un esorcismo”.
Chitragupta si intromise “Capo, oggigiorno sulla terra è
molto diffuso questo tipo di business. Le persone spediscono agli amici
qualcosa e lungo la strada i ferrovieri la fanno sparire. Nello scompartimento
bagagli, lungo la strada, tutti i pacchi vengono aperti. E c’è un’altra cosa. I
capi dei partiti politici fanno sparire i capi avversari. Magari anche l’anima
di Bholaram, dopo aver offeso un avversario, non potrebbe essere stata fatta
sparire?”.
Dharmaraj, guardando ironicamente verso Chitragupta, disse
“Anche per te è arrivata l’età della pensione? Chi avrebbe potuto avercela con
un pover’uomo come Bholaram?”.
In quel momento arrivò Narada (un astuto asceta della
mitologia indù) e vedendo Dharmaraj arrabbiato chiese “Perché sei così
preoccupato Dharmaraj? Non hai ancora trovato una soluzione al problema
dell’accomodamento all’ inferno?”.
Dharmaraj rispose “Quel problema è risolto. Negli ultimi
anni in inferno ci sono andati molti uomini esperti. Ci sono molti impresari
che prendono i soldi e poi costruiscono gli edifici con materiale scadente.
Anche molti grandi ingegnieri, che si mettono d’accordo con gli impresari per
mangiarsi i soldi di piani di cinque anni. Poi ci sono i supervisori, che si
ingollano i soldi di lavoratori che non esistono. Tutti questi stanno costruendo
rapidamente molti edifici all’inferno. Quindi quel problema è risolto, ma ne è
sorto un altro. Un uomo di nome Bholaram è morto cinque giorni fa. Questo
messaggero stava portando qui la sua anima, quando lungo la strada con un
trucchetto è scappata. L’ha cercata in tutto l’universo ma non l’ha trovata. Se
succedesse una cosa del genere, sarebbe la fine delle differenze tra meriti e
peccati”.
Narada disse “La situazione è molto interessante. Ok,
datemi il suo nome e l’indirizzo, andrò io sulla terra a indagare”.
Chitragupta prese il registro “Il suo nome è Bholaram.
Viveva a Jabalpur, nel quartiere Ghamapur, di fianco al canale d’acqua, in un
paio di camere all’interno di una casa mezza diroccata. Aveva un moglie, due
figli ed una figlia. Più o meno aveva sessant’anni e aveva lavorato come
impiegato statale. Cinque anni prima era andato in pensione e da un anno non
pagava l’affitto, per questo motivo il padrone voleva mandarli via, ma Bholaram
nel frattempo è morto. È possibile che il padrone di casa mandi via la famiglia
anche in questo caso e per te sarebbe difficile riuscire a trovarli, vai
subito!”.
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