Khushwant Singh (1915-2014) è stato un politico, giornalista
e scrittore indiano, noto per la sua cultura, sagacia e sfrontatezza.
Nato in un’agiata famiglia sikh nella cittadina punjabi di
Hadali, attualmente in Pakistan, ricevette un’ottima educazione, dapprima presso
istituti indiani, quindi al King’s College di Londra, dove si laureò in legge.
Per circa 8 anni, fino al 1947, fece l’avvocato presso la
Corte di Lahore, per 4 anni lavorò all’estero per il governo indiano a Ottawa e
Londra, quindi nel 1951 entrò a far parte della All India Radio in qualità di
giornalista.
Dal 1954 al 1956 Khushwant Singh lavorò a Parigi, al
Dipartimento delle Comunicazioni di Massa dell’UNESCO, quindi rientrò in India
per iniziare la sua lunga carriera di editore e fondatore di riviste e
giornali.
Dal 1980 al 1986 fu anche membro del Rajya Sabha, la Camera
Alta del Parlamento indiano, per il Partito del Congresso, di cui rimarrà
sostenitore per tutta la vita.
In qualità di scrittore, Khushwant Singh pubblicò più di una
trentina di libri, in lingua inglese, tra cui romanzi, saggi storici e raccolte
di articoli, oltre ad una decina di libri di racconti.
Tra i romanzi meritano una citazione: “Train to Pakistan”
del 1956, romanzo storico dove vengono descritti, con estrema lucidità, i drammatici
avvenimenti susseguenti l’Indipendenza dell’India; “Delhi: a novel” del 1990,
un altro romanzo storico dove, tra sbalzi temporali, viene descritta la storia
della capitale indiana; in “The Company of Women” del 1999, attraverso le
vicende del protagonista, vengono descritte le complicate relazioni uomo-donna;
“Truth, Love and a Little Malice”, pubblicato nel 2002, è un’autobiografia, con
la quale Singh offre alcuni interessanti dettagli dei suoi rapporti con i
politici.
Per quanto riguarda i saggi storici, Khushwant Singh scrisse
una monumentale opera sul sikhismo, intitolata “A History of the Sikhs”,
iniziata nel 1953 ma continuamente ampliata ed aggiornata fino al 2006, e si
tratta indubbiamente del miglior testo sulla storia di questa particolare religione
del subcontinente indiano.
Tra le raccolte di articoli spiccano invece: “More Maliciuos
Gossip” del 1989, “Sex, Scotch and Scholarship” del 1992, “Not a nice man to
know” del 1993, “Big Book of Malice” del 2000 e “With Malice towards One and
All”, dove sono raccolti gli articoli che Singh ha pubblicato, settimanalmente
nel corso degli anni, nell’omonima colonna editoriale sui maggiori quotidiani
indiani.
Oltre a questo, Khushwant Singh si è reso famoso anche per
numerosi scritti umoristici, soprattutto articoli, ma anche barzellette, grazie
ad uno stile dissacrante ed alla sua nota spregiudicatezza in materia di sesso,
consumo di alcohol e religione (si considerava agnostico), argomenti tabù nella
società indiana.
Molte barzellette hanno come protagonisti i sikh, chiamati
colloquialmente sardar o sardarji, che vengono presi bonariamente in giro per
la loro ingenuità e credulità, alla stregua dei Carabinieri nelle barzellette
italiane.
Piccolo esempio.
Due giovani sardarji, studenti dell’Istituto di Tecnologia
di Kanpur, stavano parlando degli astronauti americani e uno disse all’altro “Non
è una grande impresa andare sulla luna, chiunque può farlo. Ma noi siamo sikh,
andremo direttamente sul sole!”.
L’altro rispose “Ma veramente se arriviamo a meno di 13
milioni di miglia dal sole ci scioglieremo”.
“E allora? Ci andremo di notte!”.
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