Immagine satellitare dell'Aprile 2008 che mostra la copertura forestale dell'India |
Sebbene l’osservazione degli uccelli in India sia un’interessante
attività praticabile ovunque, anche nelle grandi città, alcune zone offrono
condizioni particolarmente favorevoli all’avifauna, che quindi è presente con
notevole varietà.
Nella zona centro-meridionale dell’India del nord, le aree
migliori sono le ampie foreste custodite all’interno dei grandi parchi
nazionali, dove anche gli uccelli beneficiano degli sforzi per conservare gli
habitat originali.
Il luogo con la più alta concentrazione di specie
differenti è senza dubbio il Keoladeo Ghana National Park, nei pressi della
città di Bharatpur, in Rajasthan (http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/02/bharatpur.html).
In particolare durante i mesi invernali, gli ampi specchi
d’acqua formatisi dopo il passaggio del monsone, si riempono letteralmente di
uccelli migratori che scendono a nidificare, ma durante tutto l’anno la zona
ospita un’avifauna estremamente varia.
Oltre a questo, un altro motivo che rende questa riserva
ornitologia particolarmente apprezzata è la possibilità di visitarla a piedi o
in bicicletta, grazie alle dimensioni ridotte e l’assenza di grandi predatori,
a causa dei quali negli altri parchi naturali indiani le visite avvengono a
bordo di jeep, mezzo non proprio adatto al birdwatching.
Decisamente migliori, da questo punto di vista, sono i
popolari safari a dorso di elefante, seppur i trattamenti a cui vengono
sottoposti questi meravigliosi pachidermi durante l’addestramento, dovrebbero
far rabbrividire chiunque, non solo gli amanti della natura.
Nelle regioni del nord dell’India occupate dalla catena
dell’Himalaya, le grandi foreste quasi incontaminate ospitano un numero
sorprendentemente alto di uccelli di diverse tipologie e seppur esistano
notevoli differenze stagionali, sono ben frequentate in ogni periodo dell’anno.
Il periodo migliore è sicuramente la primavera, con la
natura che si risveglia dopo il lungo torpore invernale (sulle montagne sopra i
2.000 metri può fare molto freddo); la calda estate è anch’essa un buon
periodo, seppur alcune specie possano ritirarsi a maggior altitudini ed essere
quindi più difficili da avvistare; la stagione delle piogge porta chiaramente
numerosi disagi anche agli uccelli, la cui osservazione però è sempre
interessante, grazie alla concentrazione della vita aviaria in quei rari
momenti di luce in cui non piova (ad esempio, dopo non infrequenti acquazzoni
di più di 24 ore, appena smette di piovere i boschi pullulano letteramente di versi
di specie d’ogni tipo); anche in inverno gli uccelli concentrano le loro
attività durante le poche ore di luce e di sole, e seppur alcune specie si
facciano decisamente più schive, è anche possibile avvistare qualche esemplare
più raro, spinto spesso nei pressi di villaggi in cerca del cibo che col freddo
nelle foreste può scarseggiare.
La zona occidentale del nord dell’India è occupata dagli
stati indiani dell’Uttarkhand, dell’Himachal Pradesh e del Kashmir, dove gli
splendidi panorami di montagna sono da tempo apprezzate mete turistiche.
L’Uttarkhand è noto per alcuni templi indù piuttosto importanti,
spesso situati su remote montagne, e per raggiungere i quali si attraversano
varie tipologie di foreste ed habitat frequentati quindi da numerose specie
aviarie.
A questo riguardo merita una citazione il pellegrinaggio
alla sorgente del Gange (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/08/pellegrinaggio-alla-sorgente-del-gange.html),
iniziando dalla cittadina sacra di Rishikesh, tra verdeggianti colline a poche
centinaia di metri di altitudine, fino a Gangotri, paesino sacro situato invece
a circa 3.200 m s.l.m., per poi continuare, al di sopra del limite degli
alberi, lungo il trekking di 18 chilometri, che porta alla grotta dalla quale
sgorga il Gange a 4.000 metri di altitudine.
Nello stato dell’Himachal Pradesh i più noti paesaggi di
montagna sono quelli che si sviluppano lungo la Kullu Valley, partendo dalla
verdeggiante cittadina di Mandi (http://informazioniindiaenepal.blogspot.com/2016/02/mandi.html)
a circa 800 m s.l.m. e risalendo il fiume Beas fino a Manali a 2.000 metri di
altitudine.
Qui sono presenti molti piccoli villaggi di montagna nelle
foreste dei quali vivono e si possono avvistare numerose specie di uccelli: la
Valle di Parvati, il paesino di Naggar ed i dintorni di Manali propongono tutti
vari tipi di accomodamento, spesso in contesti naturali molto adatti al
birdwatching.
Altro piccolo paradiso turistico ed ornitologico,
specialmente in primavera, è l’area nei pressi di Dharamsala e McLeodganj (http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/09/luoghi-sacri-buddisti-xi-parte.html),
in particolare la collina di Dharamkot sopra il paesino di Bhagsu.
Le montagne del Kashmir sono leggermente diverse
geograficamente e climaticamente dai due stati precedenti e dal resto
dell’Himalaya, ed ospitano quindi un’avifauna molto particolare.
Nella zona occidentale sono presenti ampie vallate e grandi
foreste di conifere, che rendono questa parte della catena himalayana piuttosto
simile alle Alpi, mentre il Ladakh, la zona orientale del Kashmir, è
un’altopiano desertico, estensione geografia del Tibet.
Nella parte orientale dell’Himalaya indiano, stretto tra il
Nepal ed il Bhutan, si trova lo stato montano del Sikkim (http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/10/lo-stato-indiano-del-sikkim.html)
le cui sterminate foreste ospitano un gran numero di specie di uccelli.
La zona meridionale del Sikkim confina con il Bengala
Occidentale, dove si trova la rinomata cittadina di Darjeeling, famosa per le
piantagioni di thé ed i panorami sul vicino Kangchenjunga, la terza montagna
più alta al mondo con 8.586 metri.
Come per l’area occidentale dell’Himalaya, tutte queste
zone di colline e montagne, seppur talvolta leggermente urbanizzate, sono dei
paradisi per ornitologi professionali ed amatoriali.
Considerando le dimensioni e la quantità di specie di
uccelli, probabilmente la zona migliore dell’India è il nord-est, occupato da 7
piccoli stati alquanto remoti e caratteristici (http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/10/lindia-nord-orientale-i-parte.html).
Geograficamente la parte a nord del Brahmaputra è occupata
principalmente dalle montagne più orientali dell’Himalaya, mentre a sud del
grande fiume, si estendono colline ricoperte da foreste incontaminate abitate
da gruppi tribali.
A questo bisogna aggiungere che queste aree sono
considerate tra le più piovose al mondo, tutti fattori che rendono l’avifauna
locale particolarmente varia ed attiva.
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