Terminando la nostra panoramica degli eroi nazionali del Nepal, in
questo post descriveremo due poeti, tornando indietro di un secolo, il XIX, ed
una scalatrice, il personaggio più recente della lista.
Ritratto di Bhanubhakta Acharya |
Bhanubhakta Acharya (1814-1868) è stato uno scrittore, noto per essere
stato il primo a tradurre il poema epico induista Ramayana dal sanscrito alla
lingua khas, l’attuale nepalese.
Precedentemente in Nepal erano disponibili la versione sanscrita
originale ed una in lingua newari, risalente al XII secolo, ma con l’affermarsi
della dinastia Shah di Gorkha di etnia khas, che spingeva per l’affermazione
della propria lingua, e la sempre maggior diffusione dei suoi parlanti, si
sentì il bisogno di una traduzione di un testo di notevole importanza religiosa
e sociale come il Ramayana.
Proveniente da una famiglia benestante, Bhanubhakta Acharya venne
educato tra le mura domestiche in maniera molto tradizionalista, il che darà
alla sua versione del Ramayana un gradevole tocco locale nepalese.
Un’altra particolare opera letteraria di Bhanubhakta Acharya fu una
lettera in versi che scrisse all’allora primo ministro mentre si trovava in
carcere per alcuni malintesi burocratici.
Il primo ministro fu così colpito che non solo liberò il poeta, ma lo
risarcì per i danni causatigli durante la prigionia.
Data l’importanza, oltre a far parte degli eroi nazionali nepalesi, a
lui è dedicato un giorno di festa, il Bhanu Jayanti, che cade solitamente il 13
di Luglio e viene celebrato con seminari e vari programmi dedicati alla lingua
nepalese.
Motiram Bhatta (1866-1896) è stato uno scrittore di notevole importanza
nella storia della lingua nepalese per almeno due motivi: prima di tutto è
grazie a lui che ci sono pervenute notizie e soprattutto le opere dell’appena
citato Bhanubhakta Acharya, secondo, fu il primo ad utilizzare la lingua khas in
prosa.
Rispetto al suo illustre predecessore, Motiram Bhatta ricevette
un’educazione tradizionale nella città di Benares in India, dove studiò
sanscrito e musica.
Tornato in Nepal, quasi casualmente, durante un matrimonio, ebbe modo di
ascoltare la recitazione di alcune poesie di Bhanubhakta Acharya, che lo
impressionarono al punto che decise di raccogliere e pubblicare le sue opere,
oltre a scrivere una dettagliata biografia del loro autore.
La produzione di Bhatta comprende: poesie, anche in hindi ed urdu,
commedie, racconti e saggi, e viene considerato il primo ad aver introdotto i
ghazal (forma poetica in distici di origine araba, spesso musicata) nella
letteratura nepalese.
Purtroppo la fulgida carriera letteraria di Motiram Bhatta si interruppe
bruscamente con la tragica morte a soli trent’anni, che gli valse l’affettuoso
titolo di “giovane poeta”.
Pasang Lhamu Sherpa (1961-1993) è stata una scalatrice, nota per essere stata
la prima donna nepalese a raggiungere la cima dell’Everest.
La sua gloria ebbe comunque vita breve, visto che rimarrà uccisa poco
dopo durante la discesa, a causa di un improvviso peggioramento delle
condizioni climatiche.
La sua tragica morte, durante un’impresa che nessuna nepalese era mai
riuscita a compiere, rese quindi Pasang Lhamu Sherpa una paladina delle donne
del Nepal e le furono assegnati numerosi riconoscimenti, sia in Nepal che
all’estero.
Oltre ad entrare nella lista degli eroi nazionali nepalesi, le sono
stati dedicati: una montagna di 7.315 metri, una nuova variante di grano ed una
strada nazionale che collega i villaggi di montagna di Trisuli Bazar e Dhunche.
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