Dettagli dell'abete dell'Himalaya Orientale (abies spectabilis) |
Le conifere sono piante appartenenti all’ordine pinales, classe
pinopsida e divisione pinophyta.
Tra le varie specie di alberi sono tra le più facilmente distinguibili
grazie alla presenza di una pigna, di un cono (da cui il nome generico) o di
uno strobilo, strutture riproduttive caratteristiche di tutti i membri di
questo ordine.
Grazie alla loro vasta diffusione ed a peculiari caratteristiche, molte specie
di conifere sono conosciute e sfruttate dall’uomo per vari scopi fin
dall’antichità, rendendole particolarmente familiari e conosciute, come ad
esempio: abeti, pini, pecci, larici, cedri, ginepri, cipressi e tassi.
Seppur alcune specie riescano a sopportare anche climi piuttosto caldi,
la maggior parte delle conifere vivono in aree fredde e sono le specie arboree che
raggiungono le maggiori altitudini, con i pini che spesso costituiscono il
cosiddetto limite degli alberi.
Il Nepal, essendo composto per ben il 40% da foreste collinari ed il 30%
da montagne, ospita un numero piuttosto alto di specie di conifere, ben 17,
facenti parte di 4 delle 7 famiglie in cui è diviso l’ordine pinales.
La famiglia delle pinaceae è quella più diffusa, rappresentata da 11 specie:
3 del genere abies (abeti), 2 del genere pinus (pini), 2 del genere picea
(pecci), 2 del genere larix (larici) ed 1 ciascuna dei generi cedrus (cedro) e
tsuga (tsuga).
La famiglia cupressaceae è rappresentata da 3 specie: 2 del genere
juniperus (ginepro) ed 1 del genere cupressus (cipresso); la famiglia taxaceae è presente
con 2 specie del genere taxus (tasso); mentre la famiglia podocarpaceae con 1
specie del genere podocarpus.
Famiglia Pinaceae
Genere Abies
Gli abeti in senso stretto, cioè appartenenti al genere abies, si
distinguono dalle altre conifere, esclusi i pecci, per avere gli aghi attaccati
singolarmente al ramo tramite pulvini, invece che a gruppi sui brachiblasti.
Dai pecci si possono distinguere per avere gli aghi piatti, invece che a
sezione rombica, e gli strobili sono eretti invece che penduli.
Le tre specie del genere abies presenti in Nepal sono: l’abete del
Bhutan (abies densa), l’abete dell’Himalaya
Orientale (abies spectabilis) e l’abete
pindrow o dell’Himalaya Occidentale (abies
pindrow).
Come intuibile dall’areale descritto nei nomi, queste tre specie sono
molto simili tra loro (tanto che l’abete del Bhutan viene talvolta considerato
una sottospecie dell’abete dell’Himalaya Orientale), e si distinguono
essenzialmente in base alle zone di distribuzione.
In generale, l’altitudine degli abeti nepalesi varia dai circa 2.400
fino ai 4.000 metri, mentre, per quanto riguarda le dimensioni, raggiungono in
media i 30-40 metri, ma possono arrivare anche a 50-60.
Il nome pindrow dell’abete dell’Himalaya Occidentale deriva
dall’originale termine nepalese utilizzato per questa specie.
Genere Pinus
Il pino blu o del Bhutan (pinus wallichiana) |
Il genere pinus comprende circa 120 specie di conifere molto resistenti
al freddo, distinguibili dai precedenti abeti per avere gli aghi attaccati per
mezzo di brachiblasti a gruppi di 2, 3 o 5.
Le due specie di pinus che abitano le foreste nepalesi sono il pino dell’Himalaya
(pinus roxburghii) ed il pino blu, o
del Bhutan, o di Wallich (pinus
wallichiana).
Il pino dell’Himalaya è nativo di questa regione dove si trova ad
altitudini comprese tra i 500 ed i 2.000 metri.
Essendo una delle conifere che vive alle quote più basse, il suo uso per
il legname è molto diffuso, seppur più dovuto al fatto di essere l’unica
conifere disponibile a quelle quote, piuttosto che per avere particolari
caratteristiche, producendo al contrario legno piuttosto debole e prono
all’usura, almeno paragonandolo a quello di altre conifere.
Grazie alla capacità di resistere a temperature anche relativamente
elevate, il pino dell’Himalaya nel subcontinente viene spesso coltivato a scopo
decorativo, avendo una gradevole forma simile a quella del pino marittimo (pinus pinaster) con il quale è
strettamente imparentato.
Le dimensioni sono notevoli potendo raggiungere altezze tra i 30 ed i 50
metri e i 2 metri di diametro, mentre gli aghi, in gruppi di tre, sono
particolarmente lunghi, raggiungendo i 20-30 cm.
Il pino blu ha dimensioni simili al precedente, dal quale si distingue
principalmente per l’areale ad altitudini più elevate, da un minimo di circa
1.800 metri fino a sopra i 4.000, raggiungendo in alcuni casi la linea degli
alberi, intorno ai 4.200-4.300 m s.l.m..
Anche l’osservazione degli aghi può essere utile per distinguere il pino
blu da quello dell’Himalaya, visto che sono riuniti in gruppi di 5, invece di
3, e sono leggermente più corti, dai 12 ai 18 cm.
Il suo legno è piuttosto duro, resistente e resinoso, dal quale si
estrae una trementina (solvente naturale) di miglior qualità rispetto al pino
dell’Himalaya, seppur il processo sia leggermente più complesso.
Negli ultimi anni il pino blu sta diventando sempre più diffuso come
pianta ornamentale per parchi e giardini urbani, grazie alla grande chioma, ai
coni decorativi ed alla notevole resistenza all’inquinamento.
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