lunedì 3 ottobre 2016

Le zanzare in India

Aedes aegypti biting human.jpgGrazie a condizioni climatiche favorevoli, le zanzare (scientificamente insetti volanti della famiglia dei culicidae) in India sono molto diffuse e come noto causa della trasmissione all’uomo di numerose malattie molto gravi.
Il numero delle specie di zanzare indiane non è facilmente identificabile per vari motivi, tra cui l’elevata quantità di specie al mondo, circa 3.500 al conteggio attuale, e la continua scoperta di specie straniere che negli ultimi anni vengono trovate in India; ad esempio, recentemente nello stato del Punjab, ricco di corsi d’acqua, uno studio specifico ha provato la presenza di sette nuove specie oltre a quelle autoctone.
Le malattie più gravi che vengono trasmesse in India dalle zanzare sono: la malaria, le dengue, la chikungunya, l’encefalite giapponese e la filariasi linfatica.
In particolare sono tre i generi di zanzare responsabili di queste pericolose trasmissioni: anopheles, culex e aedes, tutte abbondantemente presenti nel subcontinente indiano.

Del genere anopheles esistono circa 460 specie di zanzare di cui un centinaio possono trasmettere la malaria agli esseri umani, anche se effettivamente sono 30-40 le specie che fungono da vettori per i parassiti del genere plasmodium che causano la malattia.
Alcune specie di anopheles possono portare anche altri parassiti nematodi che possono causare la filariasi come il wuchereria bancrofti ed il brugia malay.
In India i casi di malaria, seppur lentamente, stanno diminuendo, e non si tratta di una malattia mortale di per sé, come può essere quella africana, ma lo diventa nel caso colpisca individui già deboli che hanno poche o nessuna possibilità di curarsi.
Come quasi tutte le zanzare, le anopheles adulte possono vivere fino a circa un mese, ma solitamente si fermano al paio di settimane, motivo per cui, il sistema di prevenzione migliore, oltre chiaramente a non farsi pungere, sarebbe quello di limitare il più possibile la presenza di acqua stagnante nella quale le zanzare depongono le uova.
Purtroppo in India questo non è sempre possibile per ovvi motivi climatici: dopo il monsone, l’intero subcontinente diventa un gigantesco acquitrino, dove le zanzare possono proliferare quasi indisturbate.
Nel periodo delle piogge sono invece particolarmente pericolose come vettori di malattie, mentre in inverno possono essere sorprendentemente attive e fastidiose, nelle ore notturne, anche a basse temperature.
Sorprendentemente, durante la torrida estate indiana, seppur ben presenti, non sono molto attive, per la minore disponibilità d’acqua e per il fatto che oltre ai 40 gradi anche le zanzare hanno problemi a sopravvivere.

Molte specie di zanzare del genere culex sono vettori di alcune gravi malattie sia dell’essere umano che di altri animali, come ad esempio: la filariasi, l’encefalite giapponese, l’encefalite di St. Louis, la zika e la malaria aviaria.
La filariasi è causata da vari batteri e viene trasmessa da numerose specie di zanzare, in India in particolare del genere culex.
Lo stesso problema è estremamente grave anche in Nepal e del quale abbiamo avuto modo di trattare in un post precedente (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/05/la-filariasi-in-nepal.html), grazie ad un interessante articolo del giornale nepalese The Kathmandu Post.
Le filariasi (o filariosi) linfatiche sono gravi malattie parassitarie, causate dai già citati nematodi wuchereria bancrofti ed il brugia malay.
Sono note all’uomo fin dall’antichità tanto che l’origine del nome comune, elefantiasi, deriva da Lucrezio, cioè il I secolo a.C..
Colpisce prevalentemente le estremità del corpo umano, in particolare gambe, scroto e viso, con grandi rigonfiamenti che seppur non mortali di per sé sono estremamente invalidanti.

L’encefalite giapponese ha un tasso di mortalità molto variabile, tra l’1 ed il 60%, in base alla popolazione e l’età, con i bambini indiani delle zone rurali ad essere particolarmente fragili.
Seppur i casi in India siano in lento declino, in alcune zone è difficile da estirpare, come il distretto di Gorakhpur in Uttar Pradesh, per la presenza delle condizioni ottimali per lo sviluppo delle zanzare culex e dei pericolosi nematodi, come la prossimità tra le colture di riso e gli allevamenti o la presenza di suini, che fungono da portatori della malattia.

Le zanzare del genere aedes in India sono responsabili di dengue e chikungunya, mentre nel resto del mondo possono trasmettere anche la febbre gialla ed il virus zika, a cui aggiungere la specie polinesiana in grado di essere vettore di una locale forma di filariasi.
Le due specie più tristemente famose, tra le circa 700 totali, sono la aedes albopictus, zanzara tigre asiatica e la aedes aegypti, zanzara della febbra gialla, malattia che però non è presente in India.
Grazie anche alla loro presenza in Italia, con la specie albopictus, è ormai noto che le zanzare del genere aedes si distinguono per le loro caratteristiche righe bianche e nere, da cui l’appellativo tigre, e per essere attive di giorno, soprattutto alla mattina presto e all’imbrunire.

Il virus delle dengue produce essenzialmente dei sintomi simili all’influenza, quindi febbre alta, mal di testa, nausea, accompagnati da dolore a muscoli ed ossa (da cui il nome popolare febbre spaccaossa) e da esantemi o rash cutanei.
Solitamente i sintomi spariscono nel giro di pochi giorni, da 2 a 7, quindi per individui in buona salute non è una malattia molto grave, ma lo può diventare nel caso degeneri in febbre emorragica.
Purtroppo sembra che oggigiorno le dengue siano una malattia sempre più diffusa a livello globale ed è comune in più di un centinaio di paesi, e l’unico vaccino attualmente approvato in tre nazioni non è ancora disponibile commercialmente.

Il termine chikungunya viene dalla lingua makonde, parlata nel sud-est della Tanzania e nord del Mozambico, e letteralmente significa, ciò che contorce o diventare contorti, riferendosi alla postura delle persone affette, dovuta all’estremo dolore alle giunture e ad una diffusa artrite.
Gli altri sintomi ricordano spesso quelli delle dengue, cioè febbre alta e mal di testa, ma si differenzia per alcuni dettagli: nella chikungunya sono possibili ricadute o addirittura cronicità, ma raramente degenera in complicazioni emorragiche.

Nonostante questo, con un tasso di mortalità di 1 su 1.000, la Chikungunya è sicuramente una malattia da prendere seriamente, ma per la quale purtroppo non esiste ancora un vaccino.

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