mercoledì 26 ottobre 2016

L'Islam in India, lo stile architettonico indo-islamico della dinastia Moghul fino all'imperatore Akbar

La Tomba di Humayun in un disegno del 1820
La dinastia Moghul regnò su gran parte del nord dell’India (e per un breve periodo anche su quasi tutto il sud) tra il 1526 ed il 1858.
Il momento di massimo splendore dell’Impero, durante il quale si venne a creare lo stile architettonico Moghul, durò circa 150 anni, tra il 1555, quando il sovrano Humayun riprese il controllo di Delhi dopo esser stato scacciato per 15 anni dalla dinastia afghana Suri, fino al 1707, con la morte del sesto imperatore Aurangzeb e l’inizio del declino dell’impero Moghul.
                  
Il primo sovrano Babur regnò per soli 4 anni e non ebbe quindi molto tempo per dedicarsi all’architettura, seppur venga accreditato di aver introdotto nella penisola indiana il concetto del char bagh, la divisione dei giardini in quattro (char) parti (bagh), tipica persiana.
Suo figlio Humayun, salito al trono in giovane età, venne scacciato dall’India dalla dinastia Suri, che seppur abbia regnato per appena 15 anni, dal 1540 al 1555, ebbe modo di edificare alcuni interessanti monumenti.
Chiaramente questi non possono essere considerati in stile Moghul, ma rappresentano anch’essi degli ottimi esempi di arte indo-islamica, seppur sui generis visto che non si possono attribuire neppure a quella del Sultanato di Delhi (http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/10/lislam-in-india-lo-stile-architettonico.html).

La parentesi della dinastia Suri
Sher Shah Suri, il fondatore della dinastia, regnò per soli 5 anni, durante i quali ebbe però modo non solo di migliorare l’organizzazione dell’Impero, ma anche di fondare la propria capitale, sempre nell’area di Delhi, nota oggi come Purana Qila, il Vecchio Forte.
A causa della sua improvvisa scomparsa, l’opera venne completata dal figlio, Islam Shah Suri, che regnerà 9 anni fino al 1554.
Oltre alle possenti mura, al giorno d’oggi si possono ancora ammirare: i tre grandi portali, la moschea Qila-i-Kuhna, con unica cupola ma ben 5 pregevoli archi sulla facciata principale, ed il Sher  Mandal, una torre ottagonale a due piani, iniziata da Babur, portata avanti da Sher Shah Suri e terminata da Humayun, che la utilizzava come osservatorio e libreria privati.

Al di fuori dell’area di Delhi esistono alcune altre testimonianze architettoniche della dinastia Suri, che sono ottimi esempi di arte indo-islamica, per l’esattezza indo-afghana, data l’origine dei sovrani.
A Patna, capitale del Bihar, Sher Shah Suri fece costruire una pregevole moschea in marmo bianco, che porta il suo nome, dotata di una grande cupola centrale, circondata da altre quattro cupole più piccole, posizionate in modo che da qualunque lato si osservi l’edificio se ne vedano solo tre, con la più grande al centro.
Nell’anonima cittadina di Sasaram, sempre nello stato indiano del Bihar, si trova la tomba di Sher Shah Suri, un magnifico mausoleo costruito al centro di un piccolo lago artificiale, costruito su base ottagonale, munito di una grande cupola abbellita da pregevoli chatri (piccoli padiglioni a cupola, tipo chioschi, retti da quattro colonne).
Sempre a Sasaram, in stile molto simile alla precedente, bisogna segnalare anche la tomba di Hasan Khan Suri, padre di Sher Shah Suri
Infine, come ultimo esempio d’architettura indo-afghana, seppur oggi si trovi politicamente in Pakistan, bisogna citare il Forte di Rohtas, una grande fortezza fatta costruire da Sher Shah Suri per tenere a bada delle tribù locali, e che venne successivamente utilizzata anche da altri sovrani, durante campagne militari nell’area del Punjab, storicamente la porta d’accesso all’India e quindi estremamente ambita.
Le mura di questo forte, ancora ben conservato considerando il lungo e tumultuoso passato, misurano 4 chilometri e sono intervallate da ben 12 massicci ed eleganti portali.
All’interno si possono ancora osservare la grande e tozza Shahi Masjid (la Moschea Reale), il malridotto Rani Mahal (Palazzo della Regina) e ben tre baoli (pozzi a gradini http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/08/i-baoli-pozzi-gradini.html): quello principale, Main Baoli, è il più ampio e composto da ben 148 gradini; il Shahi Baoli, di soli 60 gradini, era riservato alla famiglia reale, da cui il nome (com’è piuttosto noto shah significa re), che poteva servirsi anche di piccole stanze ricavate nella struttura; il Sar Baoli, vicino all’omonima porta, è il più piccolo dei tre e veniva probabilmente usato dai soldati.

Lo stile Moghul di Akbar il Grande
Fatehpur Sikri near Agra 2016-03 img09.jpg
La Buland Darwaza di Fatehput Sikri
Il secondo regno di Humayun, dopo aver riconquistato il trono di Delhi sconfiggendo definitivamente i sovrani Suri, durò appena un paio d’anni, fino al 1556, per passare al figlio Akbar, sotto il quale fiorì l’arte Moghul, in particolare proprio l’architettura.
Il cosiddetto stile Moghul può essere considerato un’amalgama tra quello islamico, persiano, turco e indiano, con elementi ricorrenti quali: grandi cupole a bulbo, slanciati minareti, ampi saloni, enormi portali, numerosi chatri e l’utilizzo di piattaforme rialzate sulle quali fondare gli edifici.
Anche il materiale utilizzato è caratteristico, principalmente arenaria rossa e marmo bianco.
Gli esempi rimasti ancora oggi in buono stato di conservazione sono numerosi, iniziando nel 1574 con la splendida Tomba di Humayun, padre di Akbar, situata a Delhi (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/08/la-citta-di-delhi-iii-parte.html) e considerata il primo esempio maturo di architettura Moghul.

Successivamente l’attenzione dell’imperatore Akbar si rivolse ad Agra, la capitale della dinastia, dove si dedicò all’ampliamento del forte, tra il 1565 ed il 1574.
Purtroppo non è rimasto molto degli edifici del Forte di Agra fatti costruire da Akbar, a causa dei numerosi cambiamenti apportati da suo nipote abiatico Shah Jahan.

La più grande opera architettonica voluta da Akbar è stata la fondazione di Fatehpur Sikri, una nuova capitale costruita poco lontano da Agra, proprio per assecondare i gusti architettonici dell’Imperatore.
Purtroppo avendo scopi più artistici che pratici, Fatehpur Sikri ebbe vita breve e fu presto abbandonata a causa della mancanza d’acqua e della difficile dinfendibilità, ma ospita ancora oggi alcune delle migliori testimonianze d’architettura Moghul.
La Buland Darwaza, ad esempio, è un grande ed elaborato portale attraverso il quale si accede all’ampio cortile della Jama Masjid, dove sono ospitate alcune tombe, tra cui quella del santo sufi Salim Chisti, custodita in un piccolo e grazioso mausoleo in marmo bianco.
All’interno dell’area posta sotto al patrocinio dell’UNESCO, sono conservati alcuni dei più originali edifici indo-islamici del subcontinente indiano, come la Sala delle Udienze Pubbliche, quella delle Udienze Private, l’Anup Talao, l’Ibadat Khana ed il Panch Mahal.
L’Anup Talao è una vasca ornamentale quadrata, con una piattaforma al centro accessibile grazie a quattro pontili situati su ogni lato.
L’Ibadat Khana è invece la stanza dove Akbar trascorreva le ore notturne discutendo di religione e spiritualità con importanti rappresentanti delle religioni professate nel suo grande impero.
Al centro è collocato il seggio dove sedeva l’imperatore, dal quale partono delle passerelle che lo collegano ai posti dove sedevano i religiosi.
Il Panch Mahal, come suggerisce il nome, è un palazzo (mahal) a cinque (panch) piani, che si restringono verso l’alto, terminando al quinto con un chatri.

Considerando gli schermi traforati protettivi e la suddivisione degli interni, si può dedurre che questo elegante palazzo aperto sorretto da ben 176 colonne, fosse stato progettato ad uso delle donne di Corte.

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