lunedì 31 ottobre 2016

L'Islam in India, lo stile architettonico indo-islamico cosiddetto delle province, sud, I parte

Il Sultanato della dinastia Bahmani regnò su gran parte del sud dell’India dal 1347 al 1527, quando verrà diviso in 5 regni minori noti collettivamente con il nome di Sultanati del Deccan, che resisteranno fino al 1686, e dai quali si creerà nel 1724 l’ultimo grande regno mussulmano del sud, lo Stato di Hyderabad, governato dai Nizam delle dinastia Asaf Jah fino al 1948.
Dal punto di vista architettonico molti di questi ricchi sovrani commissionarono numerose opere, in uno stile indo-islamico decisamente più omogeneo di quello delle province mussulmane del nord, ma non per questo meno originale.

I Sultani Bahmani ed il Sultanato di Bidar
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Le rovine della Mahmud Gawan Madrasa di Bidar
La dinastia dei Bahmani per i primi 78 anni, dal 1347 al 1425, ebbe come capitale Gulbarga, quindi dal 1425 al 1527 si trasferì nella vicina Bidar (entrambe attualmente nel nord dello stato del Karnataka), dove sono conservati alcuni pregevoli edifici risalenti a quel periodo.
Gulbarga è piuttosto nota, almeno localmente, per l’omonimo Forte, iniziato dalla dinastia indù Kakatyia di Warangal, ma rinnovato ed ampliato nel 1347 dal primo sovrano dei Bahmani, Al-ud-din Bahmani.
Oltre alle possenti mura, al suo interno si trova la grande Jama Masjid, priva di minareti e completamente coperta con un tetto provvisto di numerose cupole, rette da ampi archi e colonnati.
Sempre a Gulbarga si possono ammirare le rovine del Chor Gumbad, un massiccio mausoleo, situato molto piacevolmente sulla cima di una bassa collina verdeggiante.

La successiva capitale Bahmani fu Bidar, dove ancora oggi si trovano il magnifico Forte ed altri edifici di pregevole valore artistico, sopratutto tombe e mausolei.
Come nel caso di Gulbarga, anche il Forte di Bidar sorge sulle rovine di un forte precedente, che venne ricostruito da Ahmed Shah Wali Bahmani tra il 1429 ed il 1432.
Le mura, lunghe circa 2,5 km, sono intervallate da 7 grandi portali e 37 bastioni, ed al loro interno ospitano numerosi edifici in buono stato di conservazione.
Purtroppo lo stesso non si può dire della gigantesca e magnifica Mahmud Gawan Madrasa costruita nel 1472.
Questo edificio sui generis servì da scuola islamica per circa un secolo e mezzo, quando venne convertita ad usi militari, tra cui conservare polvere da sparo, che causò un incidente che distrusse circa un quarto dell’edificio.
Le tombe della dinastia Bahmani sono situate nel vicino paese di Ashtur e sono l’ultimo esempio di architettura indo-islamica durante il Sultanato Bahmani.

Infatti le tombe più notevoli di Bidar, che si possono ammirare nel parco che ospita la Tomba di Ali Barid Shah I, sono opere costruite non dalla dinastia Bahmani, bensì dalla dinastia Barid Shahi, che fondò il Sultanato di Bidar, che esisterà dal 1489 al 1619, senza lasciare altre testimonianza architettoniche degne di nota.

Il Sultanato di Bijapur
Il vicino Sultanato di Bijapur, governato dalla dinastia Adil Shahi, avrà un’esistenza leggermente più lunga, dal 1490 al 1686, e grazie al patrocinio dei liberali regnanti attirerà in zona numerosi studiosi, poeti, santi ed artisti.
Il fiore all’occhiello dell’architettura di Bijapur è sicuramente il Gol Gumbaz, un grande mausoleo terminato intorno al 1656.
Nonostante l’apparentemente anonima pianta quadrata, con lati di poco meno di 50 metri, la Gol Gumbaz è uno splendido edificio, dotato di una grande cupola (gumbaz) circolare (gol) da cui il nome e di quattro torri-minareti a sette piani muniti di numerosi archi e sormontati da cupole.
All’interno di quella centrale scorre il cosiddetto “Corridoio dei Sospiri”, nome che deriva dal fatto che, grazie ad un ottima acustica, ogni minimo rumore può essere udito fin dall’altra parte del mausoleo.
Sempre a Bijapur notevole è anche il complesso dall’Ibrahim Roza, un grande mausoleo costruito nel 1627, composto da un alto portale, la tomba del sovrano Ibrahim Adil Shah ed una moschea, tutti edifici molto elaborati muniti di slanciati minareti decorativi.
La Jama Masjid di Bijapur, costruita nel 1578, presenta invece uno stile più sobrio, con un ampio giardino circondato da un grande porticato munito di numerose colonne ed una grande cupola semicircolare, protetta anch’essa da una serie di piccoli archi.

Il Sultanato di Berar
Il Sultanato di Berar regnò dal 1490 al 1572, con la dinastia Imad Shahi, i cui contributi artistici furono minimi a causa delle continue lotte con il vicino Sultanato di Ahmednagar.
Di conseguenza, le uniche testimonianze dei sovrani Imad Shahi si possono rintracciare nei forti Gawilghur e Narnala, che vennero occupati e rinnovati durante il loro regno.
Oggi purtroppo sono entrambi in rovina, ma si sono salvate le mura, alcuni portali e qualche edificio, e grazie alla loro posizione dominante offrono degli ottimi scorci sul panorama circostante.

Il Sultanato di Ahmednagar
La Tomba di Salabat Khan II
La dinastia Nizam Shahi fondò il Sultanato di Ahmednagar nel 1490, che regnerà su un’ampia area centro-occidentale dell’India fino al 1636.
Grazie ad un buon sistema di riscossione delle tasse, apportando miglioramenti al già efficiente sistema dei sovrani Moghul, il Sultanato di Ahmednagar fu piuttosto ricco ed i sovrani che lo regnarono ebbero modo di dedicarsi con successo anche alle arti.
In particolare fondarono una delle prime scuole di pittura del Deccan, mentre a livello architettonico si segnala innanzitutto il Forte di Ahmednagar, fatto costruire dal fondatore della dinastia Nizam Shahi, Malik Ahmad Nizam Shahi I, nel 1427.
Data l’importanza strategica, nel corso dei secoli il Forte di Ahmednagar venne ampliato ed ulteriormente fortificato dai successivi sovrani dell’area fino al 1803 quando, dopo la II Guerra Anglo-Maratha passò ai britannici, che la utilizzarono come prigione, in particolare durante il periodo dell’Indipendenza Indiana, con numerosi leader dell’Indian National Congress arrestati e qui detenuti.
Tra gli ospiti illustri trascorsero nella prigione del Forte di Ahmednagar quasi tre anni Jawaharlal Nehru, Abdul Kalam Azad e Sardar Patel.
Ad una dozzina di chilometri dalla città, sulla cima di una collina, si trova la Tomba di Salabat Khan II, un ministro della fine del XVI secolo, una torre ottagonale a tre piani, dotate di grandi archi.

La forma piuttosto tozza dell’edificio deriva dal fatto che originariamente doveva essere molto più alta e raggiugnere i sette piani.

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