lunedì 6 giugno 2016

Parabola su Pyaredas e la devozione al proprio guru

Pyaredas era un uomo dissoluto, alcolizzato ed ossessionato dalle donne.
Un giorno questo fannullone incontrò un asceta che gli disse “Pyare, tu sei completamente devoto alla carne, alla pelle, alle ossa! Se tu amassi Dio tanto quanto ami il tuo corpo, ti puoi immaginare cosa diventeresti?”.
Queste parole ebbero un tale effetto su Pyaredas, che questi lasciò ogni cosa e prese quel santone come maestro.
Lo amava tantissimo ed era così devoto a lui che praticamente non lo lasciava mai, neanche per un attimo.
Quando venne il momento per il guru di lasciare il corpo, questi iniziò a preoccuparsi per lo shock che avrebbe ricevuto Pyaredas, così gli disse “Pyare, vai nella tal città e aspettami lì”.
Appena Pyaredas partì, il maestro lasciò il corpo.
Pyaredas aspettò per molti giorni e non vedendolo arrivare decise di tornare indietro al villaggio del guru, dove apprese la notizia che era deceduto e che avevano già eretto una lapide in sua memoria.
Appena lo seppe, Pyaredas si precipitò dove era conservata la lapide ed iniziò a piangere finché non divenne cieco.
Alla fine decise di uccidersi, sbattendo ripetutamente la testa contro la lapide, ma poco prima di spaccarsi del tutto il cranio, il maestro gli apparve in forma eterea, curò la sua cecità, le ferite alla testa ed entrò nel suo corpo; quindi i due vissero in quel corpo per circa cent’anni.

Inutile evidenziare che una simile devozione verso il proprio guru sia molto rara.

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