Il The Times of India, con un numero
di copie o abbonamenti internet di poco superiore ai tre milioni al giorno, è
il terzo quotidiano più venduto in India ed il giornale in lingua inglese più
venduto al mondo.
La sua supremazia sugli altri
quotidiani indiani in lingua inglese è tale che il secondo, The Hindu, con un
milione e mezzo di copie, arriva intorno alla metà di quelle del The Times of
India, che è anche il più vecchio tra quelli che vengono ancora pubblicati.
La maggior diffusione non indica
necessariamente una miglior qualità, infatti è dovuta in parte ad una migliore
distribuzione grazie al potente gruppo editoriale Bennet, Coleman & Co.
Ltd, che possiede e pubblica il TOI (utile e diffuso acronimo del giornale).
La storia del giornale è abbastanza articolata,
con la prima edizione nel lontano 3 Novembre 1838 ed il nome di The Bombay
Times and Journal of Commerce, quindi nel 1860, sotto la guida dello storico
editore Robert Knight (1825-1892), si unì con il rivale Bombay Standard,
chiamandosi quindi The Bombay Times and Standard, sostituito definitivamente
nel 1861 con l’attuale The Times of India.
Quindi la proprietà cambiò alcune
volte, fino al 1892 quando venne acquistata da Thomas Bennet e Frank Morris
Coleman, attraverso la loro nuova compagnia Bennet, Coleman & Co. Ltd.
Nel 1946, in preparazione alla
dipartita degli inglesi dall’India, la compagnia fu venduta all’allora noto
magnate indiano dello zucchero Ramkrishna Dalmia.
Nel 1955 una commissione creata
all’uopo, scoprì che il signor Dalmia aveva acquisito la compagnia Bennet,
Coleman & Co. Ltd, con alcune manovre poco chiare e venne condannato per
frode a due anni di galera.
Durante quel periodo la proprietà del
The Times of India passò al genero Sahu Shanti Prasad Jain che la trattenne
anche finita la prigionia di Dalmia.
Nei primi anni ’60, la stessa
commissione che aveva scoperto la frode di Dalmia, riuscì a far condannare
anche Sahu Shanti Prasad Jain, e la Corte decise di passare la proprietà della
Bennet, Coleman & Co. Ltd, e con questa quella del TOI, al Governo Indiano.
Questo fino al 1976, quando, durante
il periodo dell’emergenza proclamato da Indira Gandhi, il Governo Indiano
trasferì la proprietà della compagnia ad Ashok Kumar Jain, figlio di Sahu
Shanti Prasad Jain e nipote di Dalmia.
Secondo la tradizione familiare, anche
Ashok Kumar Jain ebbe alcuni problemi con la legge, passando la proprietà alla
morte nel 1999 alla moglie Indu Jain ed ai due figli Samir Jain e Vineet Jain,
che attualmente sono il vice presidente ed il consigliere delegato della
Bennet, Coleman & Co. Ltd, che nel frattempo ha anche assunto il nome di The
Times Group, il gruppo multimediale più grande dell’India, con 5 quotidiani,
due riviste nazionali, una trentina locali e ben 32 stazioni radio.
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