Il cobra reale (ophiophagus hannah) è il serpente
velenoso più lungo al mondo arrivando a raggiungere e superare i 5 metri.
Considerato una specie vulnerabile, quindi relativamente in
salute, il cobra reale vive in India, nel sud-est asiatico, compresa la zona
meridionale della Cina, in Indonesia, Malesia e Filippine.
Come si deduce dal nome scientifico del genere cui
appartiene, ophiophagus, e di cui è l’unica specie, il cobra reale si
nutre prevalentemente di altri serpenti velenosi, in particolare colubridi.
Il suo morso è particolarmente pericoloso, non tanto per la
tossicità del veleno, comunque potente, quanto per la quantità che il cobra
reale è in grado di iniettare con un singolo attacco, seppur la nozione secondo
la quale possa uccidere perfino un elefante sembra però essere esagerata.
Per fortuna comunque, gli attacchi nei confronti degli esseri
umani non sono moltissimi e pare siano abbastanza spesso morsi privi di veleno.
Attualmente esistono due antidoti, uno sviluppato dalla
Croce Rossa thailandese ed uno da un centro di ricerche indiano, e sono
entrambi efficaci, ma devono essere iniettati con discreta celerità visto che
il veleno può essere letale anche nell’arco di mezz’ora.
Fisicamente, come detto, il cobra reale può raggiungere e
superare i 5 metri, rendendolo il serpente velenoso più lungo al mondo, sebbene
non il più pesante, visto che il crotalo diamantino orientale e la vipera del
Gabon, sono leggermente più corti ma più robusti.
Il colore può variare dal giallo al verde o dal marrone al
nero, con gli esemplari più vecchi solitamente più chiari.
Com’è noto, quando si sente in pericolo assume la sua caratteristica
postura alzandosi per circa un terzo della sua lunghezza ed allargando la testa
formando un ampio “cappuccio”.
Il suo sibilo è leggermente differente da quello degli
altri cobra, ha una tonalità inferiore e sembra quasi un gorgoglio, fatto che
spesso può ingannare gli esseri umani durante i pur rari incontri.
Culturalmente, i serpenti in India sono legati a numerose antiche
tradizioni come quella dei Naga, divinità o entità celesti che prendono la
forma di serpenti, spesso appunto il cobra reale, e sono presenti sia nell’induismo
che nel buddismo e lo jainismo.
Tra le divinità induiste, bisogna poi aggiungere la
particolare relazione tra i serpenti e le divinità Vishnu e Shiva, anche se in realtà
non viene quasi mai indicata la specie precisa di appartenenza, ma considerando
il cobra reale, appunto il re dei serpenti indiani, c’è da immaginarsi che è a
lui che si faccia riferimento.
Il dio Vishnu, ad esempio, viene spesso rappresentato sdraiato
su Ananta Shesha, il serpente a 5 o 7 teste, presumibilmente un cobra reale,
sul quale Vishnu riposa beatamente durante la stagione delle piogge.
Shiva, invece, viene considerato il signore degli animali,
in particolare di quelli velenosi, sui quali possiede un enorme potere
derivatogli dalle sue pratiche ascetiche.
I suoi stessi ornamenti sono infatti un cobra che gli cinge
il collo a guisa di collana ed altri più piccoli intorno agli arti, come
bracciali e cavigliere.
Durante il mese indiano di Shravan, tra Luglio e Agosto,
considerato mese propizio per Shiva e per i serpenti, che escono dalle loro
tane che iniziano ad allagarsi a causa delle piogge monsoniche, i luoghi sacri
a Shiva diventano meta di numerosi incantatori di serpenti che portano in giro
i loro animali per elargire benedizioni ai devoti indù.
In particolare il quinto giorno di luna piena di Shravan
viene chiamato Nag Panchami (da naga, serpente e panchami, quinto
giorno di luna piena) ed è dedicato alla venerazione dei serpenti, tra cui
spesso magnifici esemplari di cobra reale.
Nel jainismo e nel buddismo, talvolta le statue dei tirthankar
(profeti jaina http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/04/breve-cenno-alla-religione-jaina.html)
e di Buddha sono sormontate da serpenti a una o più teste (solitamente
dispari), che proteggono la figura seduta a gambe crociate.
Nel buddismo è piuttosto noto Mucalinda, considerato il re
dei serpenti, che protesse il Buddha mentre era in meditazione sotto all’albero
di bodhi prima dell’illuminazione.
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