Il delfino del Gange, più propriamente chiamato platanista,
è una delle due sottospecie di platanista gangetica e vive in India,
Bangladesh e Nepal.
Il nome scientifico è platanista gangetica gangetica,
per distinguerla dal platanista gangetica minor, chiamato anche delfino
dell’Indo, che vive invece in Pakistan.
Tra le due sottospecie non esistono comunque evidenti
differenze fisiche.
Posseggono un lungo e caratteristico muso appuntito, e
raggiungono dimensioni di circa 2 metri nei maschi e 2 metri e mezzo tra le
femmine, grazie al fatto che in quest’ultime il rostro continua a crescere per
tutta la vita mentre nei maschi la crescita si interrompe una volta raggiunti i
circa 150 centimetri di lunghezza.
Ultima curiosità fisica, essendo i suoi occhi sprovvisti
del cristallino, il platanista è essenzialmente cieco e riesce appena a
distinguere l’intensità e la direzione della luce.
Questo comunque non è assolutamente un handicap, visto che
per muoversi e, soprattutto, per cacciare carpe e pesci gatto, insieme ad altre
specie di pesci e gamberetti, il platanista usa l’ecolocazione (un sonar
biologico sviluppato da alcuni mammiferi, tra cui notoriamente i pipistrelli).
Come tutti i delfini di fiume (ne esistono anche alcune
specie in Sud America), i platanisti asiatici sono tra gli animali a maggior
rischio di estinzione, tanto che infatti il lipote (lipotes vexillifer),
o delfino del fiume Yangtze (il Fiume Azzurro), è stato considerato estinto in
Cina nel 2006.
I pericoli più grandi derivano principalmente dall’uomo: al
suo uso smodato delle risorse idriche, all’inquinamento, alle reti da pesca, ma
soprattutto alla costruzione di numerose dighe che di fatto sbarrano il
percorso di questi piccoli cetacei, isolando e frazionandone le fragili popolazioni.
Nonostante questo, al giorno d’oggi il platanista è
considerato una specie in pericolo dall’IUCN (International Union for
Conservation of Nature) esattamente a metà della scala a sette gradini, ad
ancora quattro passi dall’estinzione.
Infatti, prendendo come esempio il delfino dell’Indo in
Pakistan, sebbene il suo areale sia diminuito notevolmente, attualmente è
presente in almeno tre zone dove la popolazione è piuttosto stabile e raggiunge
il numero di circa 1.200 individui.
Purtroppo essendo una specie ancora poco studiata esistono
anche pochi programmi di conservazione, portati avanti soprattutto dal WWF e
limitati principalmente ad educare le persone che vivono nei pressi delle aree
dove sono rimaste attive le ormai rare popolazioni di delfini.
Il platanista del Gange vive in India, Nepal e Bangladesh:
nel fiume Gange in India, in alcuni suoi affluenti in Nepal, nel corso finale
del Brahmaputra in India, nel grande delta composto da quest’ultimo ed il fiume
Meghna in Bangladesh e nel bacino idrico dei fiumi Karnaphuli e Sangu sempre in
Bangladesh.
Un’ultima popolazione di circa una cinquantina di individui
vive nel fiume Chambal (già noto per ospitare anche il raro gaviale: http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/09/i-coccodrilli-in-india.html),
che scorre tra gli stati indiani del Rajasthan, Uttar Pradesh e Madhya Pradesh,
e sfocia nel grande fiume Yamuna (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/06/il-fiume-yamuna.html),
l’inquinamento del quale però da molti anni rende la vita dei platanisti quasi
impossibile.
A causa degli ancora scarsi studi specifici, non sono
disponibili dati recenti ed attendibili sull’attuale popolazione di delfini del
Gange, che comunque, dato il più ampio areale rispetto a quello dell’Indo, dovrebbe
essere maggiore e dovrebbe superare i 2-3 mila individui.
Un inaspettato aiuto per la conservazione del platanista gangetico potrebbe essere la
religione, grazie ai numerosi sforzi che si stanno iniziando a fare per ripulire
le acque del sacro fiume Gange.
In realtà non esistono particolari riferimenti ai delfini
gangetici nell’induismo, ma sicuramente potrebbero trarre un notevole vantaggio
da un minor inquinamento delle acque del Gange e dall’interrompere la
costruzione di nuove dighe e canali, estremamente dannosi per il proliferare
dei delfini.
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