In questa seconda parte del post sui baoli, i pozzi
a gradini indiani (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/08/i-baoli-pozzi-gradini.html),
tratteremo brevemente dei tre più caratteristici dello stato del Gujarat, dove
iniziò questa interessante tradizione, cioè il Rani ki vav, il Dada Hari
Stepwell e l’Adalaj Stepwell.
Entrata del Rani ki vav |
Il Rani ki vav, letteralmente “Il pozzo a gradini (vav
in gujarati) della Regina (Rani)”, è un’intricato e decoratissimo baoli
situato nella città di Patan.
Date l’antichità e la pregevolezza, nel 2014 venne inserito
nella lista dei monumenti protetti dall’UNESCO, grazie anche al relativamente
buono stato di conservazione.
Sebbene infatti fu utilizzato per almeno 300-400 anni fin
dalla costruzione nel lontano XI secolo, successivamente venne sommerso dal
vicino fiume Saraswati e ricoperto di fango fino agli anni ’80, quando
iniziarono le operazioni di salvataggio di questo straordinario monumento.
Purtroppo la parte più profonda non è accessibile, ma
quelle rimaste sono ancora piuttosto ben conservate.
Anche le dimensioni del Rani ki vav sono notevoli: circa 64 metri di lunghezza, 20
di larghezza e 27 di profondità.
I padiglioni dei vari livelli sono adornati da numerose
colonne scolpite con motivi religiosi, in particolare le dieci avatar (incarnazioni) del dio Vishnu, oppure yogini
ed apsara, divinità femminili e danzatrici celesti.
La struttura generale è a forma rettangolare, ma il pozzo
vero e proprio è circolare.
Pianta e sezione del Dada Hari Stepwell |
Ahmedabad, storica ed attuale capitale del Gujarat, è una
grande e popolosa città che ospita al suo interno e nei suoi pressi un discreto
numero di baoli, tra cui i meglio conservati e di maggior pregio artistico sono
il Dada Hari Stepwell e l’Adalaj Stepwell.
Il primo venne fatto costruire nel 1485 da Dhai Harir, una
delle mogli di Mahmud Begada (Sultano del Gujarat dal 1458 al 1511) nonché
sovrintendente dell’harem reale.
La grande struttura di questo baoli è composta da cinque
piani che ospitano delle grandi stanze ricche di elaborate colonne, che
terminano presso il pozzo vero e proprio, di forma ottagonale, ed oltre il
quale si trova un altro pozzo rotondo più semplice, riservato all’irrigazione dei
campi.
Lo stile è chiaramente islamico, data la religione della
creatrice, ma arricchito con motivi classici floreali che si mescolano molto
bene con quelli dei simboli delle divinità indù e jaina.
Dhai Harir era infatti nota per la tolleranza religiosa,
tanto che il baoli stesso possiede due iscrizioni originali: una a nord in
arabo ed una a sud in sanscrito.
Nel giardino che ospita questo pozzo a gradini, si trovano
anche una piccola moschea ed il mausoleo di Dhai Harir, fatti edificare da lei
stessa.
L’Adalaj Stepwell si trova a circa 18 chilometri a nord
della città di Ahmedabad e venne costruito nel 1499 dal sultano del Gujarat
Mahmud Begada (1458-1511) ed è un ottimo esempio di architettura indo-islamica.
Infatti, sebbene la religione dei sovrani fosse l’islam, il
regnante locale che si occupò della sua costruzione era un indù (della dinastia
Vaghela, al tempo vassalla di Mahmud Begada), come si può notare anche dall’inscrizione
in lingua sancrita, trovata in una stanza al primo piano, che inizia con
un’invocazione al dio Ganesha.
La struttura è orientata lungo l’asse nord-sud, con entrata
principale a sud e tre scalinate che da sud, est ed ovest, scendono i cinque
piani e si dirigono verso la zona di raccolta dell’acqua a nord.
Le ampie sale sono rette da robuste colonne sulle quali gli
artigiani del tempo ebbero modo di sfogare la propria fantasia con minuziose e
graziosissime decorazioni, sia con motivi astratti ma anche di animali, in
particolare gli elefanti.
Come nel caso del Dada Hari , il pozzo Adalaj non è cilindrico
ma ha un’elegante forma ottagonale.
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