Una delle tre torri del silenzio di Mumbai, in una foto del 1880 |
Lo Zoroastrismo, o Mazdeismo, è una religione fondata
nell’antica Persia (attuale Iran), intorno al VI secolo a.C..
Il primo nome deriva dal suo profeta Zarathustra, o
Zoroastro, mentre il secondo proviene dal nome del dio creatore Ahura Mazda.
Per molti secoli lo Zoroastrismo fu una delle religione più
diffuse in Asia, grazie a due grandi dinastie dell’antica Persia che
l’abbracciarono: gli Achemenidi prima e successivamente i Sasanidi.
Nel VII secolo però, quest’ultima dinastia venne abbattuta
dai mussulmani ed i zoroastriani, per sfuggire alle persecuzioni, furono
costretti a cambiare fede o paese.
Quindi nell’VIII secolo un numero considerevole di seguaci
del Mazdeismo si trasferì in India, in Gujarat, dove trovarono rifugio presso
Jadav Rana, un regnante indù, ma a condizione di astenersi da attività
missionarie e di sposarsi solo tra loro (due costumi conservati tra gli
zoroastriani indiani ancora oggi).
Durante questa prima ondata migratoria i seguaci del
Zoroastrismo in India venivano chiamati Parsi (che vuol dire persiano in lingua
persiana) ed al giorno d’oggi i loro discendenti vengono chiamati in questo
modo per distinguerli da una seconda ondata nel XIX-XX secolo.
In questo periodo infatti la regione dell’attuale Iran fu
governata dalla dinastia Qajar che aveva ripreso le persecuzioni degli
zoroastriani, molti dei quali trovarono di nuovo rifugio in India e vennero
chiamati Irani.
Queste due distinte comunità zoroastriane, parsi ed irani,
posseggono quindi origini alquanto differenti, distinzione che si riscontra
anche in alcune pratiche religiose, ma per ovvie ragioni culturali tendono a
vivere nelle stesse zone, costituendo un unico gruppo religioso.
Secondo il censimento indiano del 2001, gli zoroastriani in
India erano circa 69.000 (più o meno la metà del totale mondiale) distribuiti
principalmente in Gujarat e nella città di Mumbai.
Purtroppo il loro numero è in declino a causa della già
citata endogamia, per la quale solo i figli di due genitori zoroastriani
vengono considerati tali, privilegio dal quale sono esclusi i figli di
matrimoni misti.
Dal punto di vista religioso, il zoroastrismo viene
considerato un culto monoteista, il cui dio è Ahura Mazda, e basato su un testo
sacro chiamato Avesta, una raccolta di contenuti di varia origine, tra cui
spiccano per importanza i gatha, 17 inni composti da Zarathustra stesso.
Tra le caratteristiche più originali dello zoroastrismo vi
sono l’importanza data al fuoco e la disposizione dei cadaveri dei defunti
Il fuoco rappresenta l’energia creatrice di Ahura Mazda ed
è sempre presente nei pur rari templi zoroastriani.
In quanto simbolo di Dio e non sua materiale manifestazione,
il fuoco non è comunque oggetto di culto in sé, ma la sua presenza è essenziale
durante rituali e preghiere.
Seconda caratteristica peculiare del mazdeismo riguarda la
disposizione dei corpi dei defunti, che per non inquinare gli elementi acqua,
terra, aria e fuoco, venivano per tradizione lasciati in edifici circolari di
mattoni chiamati Torri del Silenzio, dove i cadaveri venivano consumati dagli
avvoltoi.
Purtroppo questa tradizione, che in India veniva seguita senza
problemi fino a poco più di vent’anni fa, sta perdendo campo per la cosiddetta
crisi degli avvoltoi indiani iniziata negli anni ’90, che ha causato un declino
di questi grandi rapaci saprofaghi che in alcune specie ha toccato addirittura
il 97-98%.
Il motivo è stato l’uso del diclofenac un comune
antinfiammatorio (usato anche dagli esseri umani), che veniva somministrato
comunemente ai bovini, principale alimento degli avvoltoi, per i quali invece
il diclofenac è velenosissimo.
Prima degli anni ’90 i cadaveri abbandonati sulle torri del
silenzio venivano consumati in circa due giorni, rendendo la pratica quindi non
eccessivamente pericolosa da un punto di vista igienico, successivamente invece
i tempi sono arrivati a circa sei mesi, creando apprensione negli abitanti
circostanti: tre di queste rare costruzioni ad esempio, si trovano sulla Malabar Hill,
una collina di Mumbai in un quartiere benestante.
Alcuni zoroastriani sono stati costretti a cremare i propri
defunti, altri invece stanno cercando varie soluzioni, come allevare alcuni
avvoltoi in cattività per liberarli presso le torri nei momenti necessari.
La questione è piuttosto delicata e sta creando qualche
controversia all’interno della non numerosa ma influente comunità zoroastriana
in India: la speranza è che l’aver sostituito l’uso del diclofenac con un
farmaco innocuo per gli avvoltoi nel 2006-2007, possa col tempo risolvere il
problema in maniera naturale.
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