Gruccione guanceazzurre (merops periscus) |
La famiglia di uccelli meropidae, dell’ordine coraciiformes,
comprende 27 specie di volatili chiamati in italiano gruccioni ed in inglese
bee-eaters , essendo specializzati nella cattura di insetti volanti,
soprattutto api e vespe.
La famiglia dei megalaimidae, ordine piciformes, comprende
invece 32 specie di uccelli chiamati barbetti, per i peli che crescono attorno
al becco.
La famiglia upupidae comprende solo una specie, l’upupa.
Meropidae
I gruccioni sono dotati quasi tutti di un piumaggio verde
brillante, corpo sottile, code allungate ed un lungo becco appuntito.
Anche il volo è caratteristico, diretto e molto agile,
grazie ad ali particolarmente lunghe e triangolari, seppur nelle specie che non
emigrano siano più corte.
Il distintivo richiamo è un trillo “liquido” emesso durante
il volo.
Il gruccione verde (merops
orientalis) è diffusissimo in tutta l’India, sia in campagna che in città,
ed è distinguibile dagli altri meropidae dalle dimensioni ridotte (21 cm) e
dalla gola azzurrina.
Stesse dimensioni ha il gruccione testacastana (merops leschenaulti), il cui areale
nell’India del nord comprende il Terai, il nord-est ed il Bengala.
Distintivo è il capo castano, come anche il collo, più
chiaro del gruccione verde e dotato di una striscia marrone.
Il gruccione codazzura (melops
philippinis) ha dimensioni maggior dei precedenti, circa 31 centimetri, e,
come dal nome possiede una coda tendente all’azzurro.
In India è presente nel nord in estate, mentre in inverno
si dirige a sud della penisola.
Il barbetto guanceblu (psilopogn australis) |
Megalaimidae
Gli uccelli della famiglia megalaimidae, come i precedenti
meropidae, sono dotati di uno sgargiante piumaggio verde, ma di un becco più
tozzo col quale si cibano di insetti, frutti e bacche, che cercano
prevalentemente all’interno di fitte foreste.
Il più diffuso tra la decina di barbetti che abitano il
subcontinente indiano è il barbetto ramatore (psilopogon haemacephalus), di modeste dimensioni, 17 centimetri,
dal capo caratteristico, con la fronte rossa (da cui il nome latino
haemacephalus), gola e contorni d’occhi giallo e tratti neri sulle guance e
nella parte posteriore.
Altrettanto comune, in India, è il barbetto testabruna (psilopogon zeylanica), di dimensioni
maggiori (31 cm) e dal capo marroncino.
Molto simile è il barbetto lineato (psilopogon lineata), che si distingue per le striature della parte
superiore del corpo color marrone (testa e petto), ma anche per l’areale: il
testabruna occupa tutto il subcontinente, mentre il lineato prevalentemente la
parte orientale dove il primo è assente.
Areale simile al lineato (cioè Terai, Bengala e nord-est) è
quello del barbetto golablu (psilopogon
asiatica), di piccole dimensioni, 23 cm, ma facile da distinguere grazie al
colore blu della gola che si estende anche sul muso attorno agli occhi, ed
anche per il capo: rosso sulla fronte, con due strisce gialla e nera sopra e di
nuovo il rosso nella parte posteriore.
Sulle colline e le montagne himalayane tra i 1.000 ed i
3.000 metri di altitudine, molto comune è il barbetto maggiore (psilopogon virens), il più grande tra i
megalaimidae con 33 centimetri, con il grosso capo color blu marino, il robusto
becco giallo ed il sottocoda rosso.
L'upupa (upupa epops) |
Upupidae
L’upupa è un uccello dalle caratteristiche fisiche
peculiari, tanto che la famiglia è composta da un’unica specie (upupa epops) ed è stata recentemente
spostata dall’ordine coraciiformes a quello bucerotiformes, seppur sia stato
proposto anche un ordine apposito, upupiformes.
Con lunghezza attorno ai 30 centimetri, l’upupa possiede:
un lungo e sottile becco con la punta scura, una cresta sulle testa, di colore
arancione con bande nere, il corpo arancione, le ali a righe bianche e nere, e
grandi zampe rosa grigio.
Le ali sono particolarmente larghe, da cui ne deriva un
volo molto particolare, simile ad un lento sfarfallio.
Nutrendosi principalmente di insetti di terra, l’upupa
cerca il cibo al suolo ed usa il lungo becco molto sensibile per cercare le
gallerie delle loro tane.
Anche il suo richiamo è molto caratteristico, tre ripetuti
up-up-up, da cui l’onomatopeico nome latino.
Seppur in Europa sia in declino e piuttosto timido, in
India l’upupa è molto diffuso e vive a stretto contatto con gli esseri umani,
non solo nelle campagne ma anche nei parchi ed i giardini delle città.
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