Locandina del film Lage Raho Munna Bhai (Copyright: Eros International, Vinod Chopra Production) |
Moderni e attivi studi cinematografici
sono presenti in molte grandi città indiane, quali ad esempio Kolkata e Chennai,
ma la capitale del cinema indiano è sicuramente Mumbai.
Negli studi situati a nord della città,
chiamati notoriamente Bollywood, vengono prodotti i film che rappresentano il
main-stream indiano, principalmente per motivi linguistici.
Nonostante la lingua di Mumbai sia la
marathi, la lingua di Bollywood è infatti l’hindi, di gran lunga l’idioma più
diffuso in India.
Dato l’ampissimo bacino di spettatori,
molti di questi film raggiungono un enorme successo commerciale sebbene, per i
gusti occidentali, le classiche pellicole bollywoodiane risultino essere poco
appetibili, per numerosi motivi: le trame, spesso simili tra loro e piuttosto
scontate; i personaggi, eccessivamente stereotipati; gli attori, poco
convincenti; e la presenza di frequenti e spesso lunghi stacchi musicali
conditi da balletti ben poco artistici.
Pur correndo il deprecabile rischio di
categorizzare, e nonostante oggigiorno vengano prodotti film di sempre più
vario genere, quelli di maggior successo possono essere divisi in due sole tipologie:
commedie con argomento la famiglia, che possono essere tragiche, romantiche o
comiche, e film d’azione militar-polizieschi, anch’essi variamente tragici,
romantici o comici.
Questo chiaramente per seguire i gusti
del pubblico cinematografico indiano composto soprattutto da persone d’età compresa
tra i 20 e i 40 anni.
Nonostante questa introduzione del
cinema bollywoodiano sia decisamente negativa, ed almeno in parte confermata
dal suo completo insuccesso nelle più importanti manifestazioni
cinematografiche mondiali dove viene da sempre completamente ignorato, vi sono però
anche dei buoni motivi per cui uno spettatore occidentale può trovare
interessante guardare almeno qualcuno dei film prodotti da Bollywood.
Ad esempio, sono chiaramente
numerosissimi gli spunti per un’analisi culturale e sociale dell’India e dei
suoi abitanti, dipinti entrambi in modo “buonista” e/o stereotipato ma pur sempre
tratto dalla realtà.
Altro interessante aspetto è
sicuramente quello scenografico, sia nel caso di paesaggi esterni, che date le
bellezze naturali di molte zone dell’India risultano spesso particolarmente
piacevoli, ma anche degli interni, di palazzi, abitazioni e templi, che offrono
la possibilità di conoscere tradizioni e abitudini indiane di vario tipo.
Pur non avendo nessun personale
interesse per i film di Bollywood, per motivi puramente linguistici, cioè fare
pratica con l’hindi, abbiamo avuto modo in passato di vedere alcuni dei maggiori
successi, dei quali offriamo una brevissima lista composta da tre pellicole
particolarmente interessanti, in ordine cronologico inverso dal più recente al
più vecchio: Once Upon a Time in Mumbaai, 3 Idiot, Lage Raho Munna Bhai.
OUTM (in italiano “C’era una volta a
Mumbai”, di leoniana ispirazione), uscito nel 2010, è vagamente tratto dalla vita
di Haji Mastan, protagonista principale del film dove viene chiamato Sultan
Mirza, e di Ibrahim Deawoo, chiamato Shoaib Khan, due notissimi criminali,
padroni della malavita di Mumbai.
Sultan Mirza è interpretato da uno
stranamente convincente Ajay Devgan, noto soprattutto per ruoli da eroe in film
d’azione, e risulta essere un personaggio in stile “criminale-gentleman” dotato
anche di una lieve ma apprezzabile ironia, spesso tristemente assente nel
cinema indiano.
Il personaggio di Shoaib Khan è invece
interpretato da Emraan Hashmi la cui naturale espressività indisponente si
sposa alla perfezione con il carattere del personaggio, senza contare che
Ibrahim Deawoo, il vero criminale al quale è ispirato, è considerato da anni in
India il pericolo pubblico numero 1.
La scenografia della città di Mumbai,
e in parte Delhi, può essere interessante, almeno per chi non le conoscesse, seppur
tra le critiche al film c’è proprio quella di non essere riuscito a rendere bene
l’atmosfera e l’’ambientazione della malavita di Mumbai degli anni ’70.
3 Idiot (uscito nel Natale 2009) è un
film che vede protagonista uno dei più seguiti attori indiani, Amir Khan, noto
per interpretare spesso ruoli piuttosto originali con risultati apprezzabili.
La storia si svolge intorno a tre
studenti che si incontrano in un prestigioso istituto di ingegneria, dove
sviluppano una stretta amicizia che li vedrà riunirsi molti anni dopo.
L’aspetto importante di questo film,
mostrato soprattutto nella prima parte, è una dichiarata denuncia verso la
piega che sta prendendo oggigiorno l’istruzione in India, che spesso, in nome
di una sempre crescente efficienza, produce studenti più simili a macchine che
non ad ingegneri.
A proposito di questo, nel film viene
anche toccato lo spinoso argomento dell’elevato numero di suicidi da parte di
studenti indiani di tutte le età.
Il personaggio principale,
interpretato da Amir Khan, cerca appunto di dimostrare, con successo, che
pensare “out of the box” (al di fuori degli schemi) sia spesso utile quanto
l’apprendere le nozioni accademiche, e seppur talvolta il personaggio sia
forzatamente geniale, sono numerosi anche i momenti originali e divertenti.
La scenografia assume una certa rilevanza
nella seconda parte, quando il trio si incontra dopo molti anni nel remoto
stato del Ladhak, in una zona nota per gli stupendi paesaggi di alta montagna.
Purtroppo però, la patetica storia d’amore
ed i già citati aberranti video musicali, rendono il tutto piuttosto indigesto
a più ricercati gusti occidentali.
Lage Raho Munna Bhai (“Continua così
fratello Munna”), uscito nel 2006, è considerato il capolavoro interpretativo di
Sanjay Dutt, figlio d’arte ma attore apprezzato, il quale ha attraversato
diversi periodi difficili a causa di numerosi soggiorni in prigione, di cui uno
proprio poco prima dell’uscita di questo film, per aver comprato illegalmente
delle armi che erano state utilizzate in un attentato terroristico.
Commedia per la famiglia, la
principale caratteristica di questa pellicola è che il personaggio principale,
un boss mafioso di Mumbai, inizia ad avere delle visioni dello spirito di
Gandhi, col quale interagisce amabilmente, e comincia quindi ad adottare i
principi tipici gandhiani, ricerca della verità e non violenza, per aiutare la
gente comune a risolvere i propri problemi.
Seppur il film scada spesso nel
patetico, in particolare la relazione romantica tra il protagonista e una
conduttrice radiofonica, molto originale è l’idea di base che offre spunti
impegnati ma anche comici.
Oltretutto l’argomento gandhiano in
India è difficile da trattare senza creare controversie, ma questo film ha
ricevuto solo critiche positive, perfino dal Primo Ministro Manmohan Singh,
nonché dai discendenti di Gandhi stesso, spesso restii ad esporsi in queste delicate
questioni, dichiaratisi estremamente soddisfatti di come siano stati sviluppati
i principi del loro antenato.
Altro importante riconoscimento, LRMB
è stato il primo film indiano, e forse al momento ancora l’unico, ad essere
trasmesso durante una conferenza dell’ONU, dove riscosse un sentito successo.
Come si è potuto notare, in questa
breve descrizione di tre grandi successi bollywoodiani, non abbiamo menzionato
i registi, non per dimenticanza o per un’avversione personale verso di loro, ma
perché in India si tende a dare più importanza, come abbiamo fatto anche noi in
questo articolo, agli attori e alle storie dei film.
Bisogna però notare che 3 Idiot e Lage
Raho Munna Bhai sono stati entrambi diretti da Rajkumar Hirani sicuramente un
regista originale e come tale molto apprezzato da critica e pubblico.
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