Un giorno un asceta
aghori decise di praticare shava sadhana, un rituale tantrico in cui il
praticante medita seduto sopra ad un cadavere.
Naturalmente non
poteva farlo in città perché la gente si sarebbe scandalizzata, l’avrebbe
accusato di magia nera e probabilmente l’avrebbe anche assalito.
Per evitare tutto
questo, si procurò un cadavere, lo portò con sé nella giungla più profonda, vi
si sedette sopra e cominciò a fare il suo japa (ripetizione di mantra).
Mentre era
impegnato nella sua meditazione, passò lì vicino un taglialegna il quale,
vedendo l’aghori ed il cadavere, si spaventò e si arrampicò su un albero.
Stando nascosto
sull’albero, il taglialegna udì il mantra che l’aghori stava ripetendo; questi
lo stava ripetendo a voce alta per migliorare la sua pronuncia, il ché provava
che era ancora un asceta immaturo perché un vero aghori non pronuncia mai un
mantra, ma lo ripete mentalmente.
Improvvisamente
infatti apparve una tigre, si avvicinò alle spalle dell’aghori in meditazione e
con una zampata lo uccise.
Subito cominciò a
bere il sangue che sgorgava a fiotti, abitudine tipica delle tigri, ma mentre
stava ancora appagando la sua sete di sangue, la tigre fu impaurita da un
rumore proveniente da alcuni cespugli e scappò via.
Il taglialegna fu
molto incuriosito dalla scena e, pur sapendo che una tigre torna sempre dalla
sua preda, scese dall’albero per investigare da vicino e pensò “Perché non
dovrei provare anch’io?”.
Così sedette sul
cadavere ancora fresco dell’aghori e cominciò a ripetere il mantra che aveva sentito
recitare dall’asceta.
Dopo poche
ripetizioni la divinità, Madre Kali, apparve improvvisamente davanti a lui,
dicendogli “Chiedimi un dono!”.
Il taglialegna Le
disse “Maa, io ho fatto questo solo per curiosità».
Lei rispose “È lo
stesso, quel che importa è che Io sono venuta da te: chiedimi qualcosa”.
Lui Le disse “Va
bene, dimmi allora quale legge afferma che questo individuo non doveva avere
successo neppure dopo aver praticato lunghe austerità, mentre io, che sono solo
un taglialegna, l’ho realizzato in pochi secondi”.
Maa sorrise e disse
“Chiudi gli occhi”.
E quando lo fece il
taglialegna vide che aveva praticato questo stesso rituale per le ultime dieci
nascite.
Quindi Maa gli
disse “Ora capisci? Se non l’avessi fatto prima, come avresti potuto ricordare
il mantra? Come avresti potuto sviluppare il coraggio di tentare il shava
sadhana sapendo che la tigre sarebbe potuta tornare da un momento all’altro?
Ero Io la tigre che
ha ucciso quell’aghori, l’ho fatto venire qui perché sapevo che tu saresti
passato e avresti aspettato.
Ti avevo dato
l’intelligenza per ricordare il mantra e fare il rituale, per ottenere i siddhi
(superpoteri) ti mancavano soltanto poche ripetizioni del mantra dalla tua vita
passata ed ora ce l’hai fatta.
Questo aghori
invece deve ancora passare per altre due vite prima di ottenere un’opportunità
come questa. Adesso chiedimi qualcosa!”.
Il taglialegna, con
le lacrime agli occhi, rispose “A questo punto, l’unica cosa che desidero è che
tu mi tenga per sempre davanti a Te”.
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