La grotta di Amarnath |
Essendo il dio Shiva la divinità più venerata del pantheon
indù, a lui sono dedicati numerosissimi luoghi sacri, legati alla sua
mitologia, tra cui spicca la città di Varanasi, considerata, a pieno titolo, la
città di Shiva.
Il numero di templi in suo onore in questa sacrissima città
sono pressoché incalcolabili, al punto che, secondo la leggenda locale, in ogni
palazzo di Varanasi vi è uno Shiva-lingam (simbolo fallico che rappresenta il
dio).
Oltre a Varanasi, altri importanti luoghi di culto shivaiti
sono i 12 templi che ospitano i cosiddetti jyotirlingam, cioè lingam di
luce (jyoti) autogeneratisi.
Questa tradizione si rifà al noto episodio mitologico in
cui il dio Shiva stesso si manifestò per la prima volta sotto l’aspetto di una
grande colonna di luce e pare che risieda ancora in questa forma nei 12 lingam
ospitati nei santuari che compongono appunto il pellegrinaggio dei
jyotirlingam.
Come nel caso del Char Dham (http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/05/il-pellegrinaggio-char-dham.html)
anche questi santuari sono situati in località molto distanti tra loro, quindi
questo yatra (pellegrinaggio) viene di solito effettuato poco per volta,
dividendolo in varie tappe.
Evitando di proporre una lunga lista di nomi (per chi fosse
interessato a precisi dettagli in merito può cercare la relativa voce,
jyotirlingam, su Wikipedia in inglese), bisogna comunque segnalare che, come
spesso accade nella complessa religione indù, attualmente 9 sono individuati
con certezza, ma ben 3 sono contesi tra più località, per cui il numero totale
di templi che vantano la presenza di un jyotirlingam è di ben 19.
Un altro particolare pellegrinaggio shivaita composto dalla
visita a più luoghi di culto e poco conosciuto al di fuori della zona di
competenza, è quello dello Shiva Trishul, il tridente di Shiva, noto
simbolo del dio, rappresentato dalle città di Allahabad, Varanasi e Gaya.
In particolare queste tre città sono note per i rituali
funebri, legandosi al dio Shiva nella sua nota qualità di Distruttore,
soprattutto nelle terribili forme di Bhairav e Mahakala.
Anche nella città di Varanasi, dove esistono numerosi
percorsi sacri che possono essere considerati dei piccoli pellegrinaggi, vi è
una rappresentazione simbolica del tridente di Shiva, rappresentato da tre
colline sulle quali è sorta la città, delle quali quella centrale è occupata
dal tempio di Kashi Vishwanath, il più importante di Varanasi.
Il pellegrinaggio shivaita più difficile, e probabilmente
il più arduo tra tutti quelli indù, è quello al Monte Kailash, la mitica
residenza di Shiva.
I problemi sono prettamente logistici, partendo dal fatto
che politicamente si trova in Cina, mentre geograficamente è situato tra le
impervie e remote vette dell’Himalaya centro-occidentale, a ovest
dell’altopiano tibetano.
La montagna è alta circa 6.600 metri ed ha una forma che
ricorda un gigantesco lingam naturale.
Il pellegrinaggio consiste nel raggiungere la base della
montagna e percorrere il parikrama, o pradakshina, cioè il sacro
rituale che prevede di deambulare, in senso orario, attorno all’oggetto al
quale è rivolta la venerazione.
Di solito si tratta di camminare intorno alla stanza
principale dei templi o alle statue delle divinità, ma in questo caso si tratta
di un impegnativo trekking, di circa 52 km, al quale è d’obbligo aggiungere una
visita al divino lago Mansarovar, situato nei paraggi.
Nonostante queste difficoltà che lo rendono un
pellegrinaggio poco battuto, la visita al Monte Kailash gode di notevole fama
nel subcontinente indiano grazie al fatto che la montagna non è sacra solo per
gli indù, ma anche per i buddisti tibetani ed infatti nella zona sono presenti
alcuni monasteri ed altri luoghi di culto buddisti.
Anche i jaina tengono in altissima considerazione il Monte
Kailash che per loro rappresenta il mistico Monte Meru, che nella mitologia
jainista è considerato il centro dell’universo e la vetta metafisica da
raggiungere.
Per il bhon, religione tibetana pre-buddista, il Kailash è
addirittura la sede di tutta l’energia spirituale.
Data la sacralità, la vetta non è mai stata scalata da
esseri umani ed è noto, in ambito alpinistico, come lo stesso Rehinold Messner,
nonostante avesse ricevuto, nei primi anni ’80, il permesso di scalarla dallo
stesso governo cinese, rinunciò per rispettare le tradizioni locali alle quali
lui stesso è molto legato.
Un ultimo particolarissimo luogo sacro dedicato a Shiva è
la grotta di Amarnath, situata tra le cime innevate della regione del Kashmir,
dove il dio viene venerato sotto forma di una stalagmite di ghiaccio,
rappresentante secondo i fedeli un lingam naturale, che si forma annualmente
all’interno della grotta.
Come nel caso del Chota Char Dham (http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/05/il-pellegrinaggio-chota-char-dham.html),
anche questo è un pellegrinaggio stagionale poiché per raggiungere la grotta di
Amarnath bisogna intraprendere un lungo trekking di circa 30 km fino a 3.800
metri di altitudine e il periodo in cui la neve lascia libera l’entrata della
caverna è molto ridotto, circa un mese e mezzo tra Luglio e Agosto.
La recente storia di questo yatra, nonostante tutto sempre
più frequentato, è piuttosto travagliata per vari motivi.
Mediamente tutti gli anni muoiono circa un centinaio di
persone, in gran parte a causa della scarsa forma fisica di molti partecipanti,
ma anche per gli incidenti stradali lungo le disastrate strade che raggiungono
la zona.
Nel 1996, quando lo yatra fu riaperto dopo 5 anni di
chiusura dovuti a pubblicamente dichiarate minacce terroristiche, una violenta
tempesta di neve fuori stagione creò il panico tra i pellegrini di cui molti si
persero tra la neve e morirono di freddo e stenti; il bilancio parla di ben 242
vittime.
Nel 2000 vi fu invece un attacco terroristico da parte di
militanti separatisti kashmiri che colpirono nella cittadina di Phalgam,
convenzionale luogo di partenza del pellegrinaggio, uccidendo 30 persone tra
pellegrini, guide e portatori.
Dato il costante aumento di visitatori, che negli ultimi
due anni ha superato i 600.000, i servizi di sicurezza ed assistenza stanno
migliorando, ma rimane un percorso estremamente impegnativo e, come visto,
ricco di imprevisti.
Proprio questi fattori però, fanno del pellegrinaggio allo
Shiva-lingam di ghiaccio di Amarnath uno dei più epici.
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