Il tempio di Kedarnath in una foto del 1880 |
Il Chota Char Dham (letteralmente Piccolo Char Dham)
è un pellegrinaggio indù che prevede la visita a quattro templi situati sulle
montagne dello stato dell’Uttarkhand.
Seguendo l’ordine stabilito dalla tradizione, si inizia dal
più occidentale per proseguire verso est: Yamunotri, dedicato alla dea Yamuna
(il fiume omonimo); Gangotri, dedicato alla dea Ganga (il fiume Gange);
Kedarnath, dedicato a Shiva; e Badrinath, dedicato a Vishnu.
In questo yatra (pellegrinaggio) le distanze tra i
luoghi sacri sono decisamente minori del grande Char Dham (http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/05/il-pellegrinaggio-char-dham.html)
e viene spesso effettuato in un unico pellegrinaggio, seppur le strade di
montagna che portano a questi remoti templi siano particolarmente disastrate e
l’intero percorso venga di solito compiuto in circa 10-15 giorni.
Le cause principali, oltre alle note difficoltà economiche
in cui versa l’India, sono la posizione remota, che non aiuta di certo la
manutenzione, ed il rigido clima che rende tra l’altro il Chota Char Dham un
pellegrinaggio stagionale, poiché le strade per raggiungere i vari templi
d’inverno sono chiuse a causa della neve.
In genere verso metà Aprile i sacerdoti scelgono una data
auspiciosa, anche in base alle condizioni meteorologiche, per aprire
ufficialmente le porte dei templi e dare il via alla stagione del
pellegrinaggio che verrà poi chiusa, intorno alla metà di Novembre, con
l’arrivo delle prime nevicate.
Purtroppo però, anche l’apparentemente favorevole stagione
estiva coincide con l’arrivo dei monsoni, in media da Giugno a Settembre, che
in montagna possono rivelarsi particolarmente potenti, come è capitato di recente
sia nel 2012 che nel 2013.
Soprattutto inondazione del 2013 è stata molto
drammatica poiché, essendo avvenuta a Giugno, durante il picco dei
pellegrinaggi in quelle zone, ha causato un elevato numero di vittime e
dispersi, circa 6.000, oltre chiaramente a distruggere alcuni villaggi e la
maggior parte delle strade.
Piuttosto toccanti e tristemente famose furono alcune
fotografie dell’interno del Kedarnath Temple, completamente inondato dal
vicino fiume in piena e cosparso di corpi delle vittime.
A magra consolazione, il tempio in sé non subì alcun danno
particolare e fu l’unica costruzione rimasta in piedi in tutta la zona, visto
che il semplice agglomerato di ostelli e negozi situato nei pressi venne
completamente spazzato via.
Nonostante questi reali pericoli, il Chota Char Dham, sta
diventando sempre più popolare, sia tra i devoti indù, grazie al fatto che con
la recente crescita economica del paese sono sempre di più gli indiani che si
possono permettere di viaggiare, ma anche tra i viaggiatori stranieri, grazie
alla posizione geografica di questi templi in zone di montagna molto
suggestive.
Per raggiungere il tempio di Yamunotri, fino a non molto
tempo fa bisognava camminare lungo un’ampia valle d’alta montagna per circa una
ventina di chilometri, ma col passare del tempo la strada carrozzabile si sta
avvicinando sempre di più.
Per fortuna, almeno l’ultimo ripidissimo tratto, servito
tra l’altro da un insospettabilmente ben curato sentiero lastricato, rimane
sempre molto affascinante, come anche la posizione del tempio situato in un
stretta gola ai piedi di ripide montagne, in cima alle quali si trova il lago
ghiacciato dal quale nasce il fiume Yamuna.
Il tempio invece è situato nei pressi di una sorgente
d’acqua calda, piuttosto diffuse in queste zone e chiaramente, dato il clima
rigido, molto apprezzate.
L’agglomerato di baracche-negozio che si incontra appena
arrivati purtroppo non è che sia molto elegante, mentre leggermente migliore è
l’effetto creato da alcuni semplici santuari e ostelli situati sull’altra
sponda del torrente a sud del tempio principale.
Fortunatamente la politica che si sta seguendo è quella di
migliorare la strada e le strutture ricettive che si incontrano lungo la valle
per accedervi, quindi lo sviluppo e lo scempio dell’area attorno al tempio
dovrebbero essere limitati anche nel prossimo futuro.
Il paesino di Gangotri (3.415 m s.l.m.) è raggiungibile con
mezzi a motore, grazie ad una strada che sale per circa 280 chilometri dalla
nota cittadina sacra di Rishikesh ed è situato in un’ampia valle solcata dal
Gange, che qui in realtà viene chiamato Bhagirathi.
La maggior parte delle costruzioni che formano il paese
sono ostelli per pellegrini e alberghi sorti lungo la strada che porta al
tempio e sull’altra sponda del fiume, ma il risultato estetico non è male,
ricordando vagamente un piccolo paesino alpino.
Anche il Gangotri Temple è piuttosto grazioso e collocato
proprio all’apertura della vallata circondata dalle innevate cime himalayane.
Oltre al tempio, l’attrazione principale della zona è il
trekking di circa 18 km che porta a Gaumukh (La bocca della mucca), una grande
grotta ad esattamente 4.000 m s.l.m., posta sotto ad un ghiacciaio dalla quale
sorge il Gange: inutile rimarcare la bellezza dei paesaggi.
Come Yamunotri, anche Kedarnath è raggiungibile solo a
piedi, lungo un panoramico sentiero di circa 14 chilometri.
Situato a circa 3.580 metri di altitudine, sulle sponde del
fiume Mandakini, un affluente del Gange, il Tempio di Kedarnath pare essere
stato costruito attorno all’VIII secolo, grazie al filosofo riformatore indù
Adi Sankaracharya, che trascorse lunghi anni tra queste montagne.
Costruito in pietra, è composto da una grande struttura
rettangolare che precede la possente shikara (torre) posta sopra al garba
griha, il sanctum sanctorum, dove è custodito un simbolo fallico di Shiva particolarmente
sacro e parte dei 12 jyotirlingam, i lingam di luce dove si ritiene il dio
risieda perennemente.
Come accennato nell’introduzione, le iondazioni del 2013,
che hanno distrutto quasi completamente il paesino di Kedarnath, hanno invece
solo leggermente scalfito la robusta struttura del tempio, anche grazie, pare,
ad un grande masso trascinato dal fiume che funzionò da barriera contro la
furia della corrente.
I pericoli che si corrono per visitare il Kedarnath Temple
sono comunque ampiamente ripagati, non solo dai possibili meriti religiosi, ma
anche dai meravigliosi paesaggi delle cime himalayane.
Facente già parte del pellegrinaggio del Char Dham (http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/05/il-pellegrinaggio-char-dham.html),
il paesino di Badrinath si trova sulle montagne dello stato dell’Uttarkhand ad
un’altitudine di circa 3.300 m s.m.l. ed ospita l’importante Badrinath Temple
dal quale prende il nome.
Come si può intuire dall’aspetto esterno, soprattutto i
colori sgargianti, originariamente era un monastero buddista, convertito in
tempio indù dal già citato filosofo Adi Shankaracharya nel VIII secolo.
Il nome sembra derivare dall’albero di giuggiolo, che
anticamente cresceva abbondante nella zona, ed è legato ad un episodio della
mitologia indù nel quale Vishnu, seduto per anni in meditazione, venne protetto
da sua moglie Lakshmi che prese la forma di un albero di badri, il nome
hindi per giuggiolo, in particolare gli edibili frutti.
Nonostante la posizione remota, a circa 300 chilometri a
nord di Rishikesh, grazie alla notevole importanza religiosa, il tempio di
Badrinath è uno dei luoghi di culto indù più visitati.
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