Il Chand Baori nei pressi di Jaipur |
I baoli (anche baori) sono dei pozzi a gradini tipici del
subcontinente indiano, piuttosto diffusi nell’India del nord ed in alcune aree
desertiche del Pakistan, composti da specchi d’acqua ai quali si accede
attraverso delle rampe di scale.
Nati con lo scopo pratico di conservare la preziosa acqua
piovana e renderla facilmente raggiungibile dagli abitanti locali, spesso sono
stati costruiti in stili architettonici molto ricercati ed elaborati, e non
sono pochi quelli che possono essere definiti vere e proprie opere d’arte.
La loro manutenzione, spesso molto difficile, era
solitamente affidata ai ricchi regnanti che li facevano edificare, ma purtroppo
col passare del tempo molti sono caduti in disuso e solo alcuni successivamente
furono salvati come veri e propri monumenti.
Storicamente è abbastanza accertato che si siano originati
nell’arido stato indiano del Gujarat intorno al VII secolo d.C., espandendosi
poi piuttosto velocemente anche nel vicino e desertico Rajasthan, e
raggiungendo la massima diffusione tra l’XI ed il XVI secolo.
Gli stati indiani dove si trovano la maggior parte degli
esempi, oltre ai due appena citati, sono il Madhya Pradesh, il Maharashtra, il
Karnataka e la capitale Delhi.
Tra i baoli meglio conservati e di maggior pregio artistico
si possono citare: l’Agrasen ki Baoli ed il Rajon ki Baoli, entrambi a Delhi; il
Chand Baori di Abhaneri, presso Jaipur; il Rani ki vav di Patan, in Gujarat
(monumento protetto dall’UNESCO); il Dada Hari Stepwell e l’Adalaj Stepwell, il
primo nella grande città gujarati di Ahmedabad, il secondo nei suoi pressi.
I primi tre sono descritti in questo post, gli altri tre
nella II parte.
L’origine dell’Agrasen ki Baoli non è chiara, ma si
potrebbe ragionevolmente assumere che venne costruito attorno il XIV secolo da
parte della comunità Agrawal, ampliando un antico pozzo preesistente.
La struttura molto semplice di questo baoli è composta da
una scalinata di un centinaio di gradini, ai lati della quale si aprono tre
piani di nicchie ad arco.
Dietro alla facciata, adornata di nuovo con pregevoli archi,
si trova il grande e profondo pozzo.
La favorevole posizione geografica, pressoché al centro di
Delhi, vicino alla nota Connaught Place, renderebbe la sua già interessante e
piacevole visita anche molto comoda, ma spesso il monumento non è aperto al
pubblico per motivi di sicurezza, ad esempio dopo copiosi monsoni, o necessarie
manutenzioni.
Il Rajon ki Baoli si trova alla periferia sud di Delhi,
all’interno del Mehrauli Archeological Park, non molto lontano dall’ancor più
pregevole sito archeologico del Qutab Minar (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/08/la-citta-di-delhi-iii-parte.html).
Il parco di Mehrauli, dal nome dell’area, ospita un
centinaio di monumenti di una certa importanza storica, tra cui ad esempio i
bastioni dell’antico Lal Kot, un forte costruito dalla dinastia Tomar nel IX-X
secolo; oppure la tomba di Balban, un potente sultano di Delhi della dinastia
dei Mamelucchi, costruita nel 1287 in perfetto stile indo-islamico, i resti
della quale rappresentano il primo esempio di vero arco nella penisola indiana.
Il Rajon ki Baoli ha una struttura rettangolare molto
simile al pozzo di Agrasen situato in centro città e venne costruito intorno al
1516 da Daulat Khan, il governatore di Lahore per l’ultimo sovrano della dinastia
Lodi.
Oltre a questo baoli, il parco di Mehrauli ne ospita altri
due, meno elaborati e più piccoli ma pur sempre abbastanza impressionanti per
dimensioni.
L’Anangtal Baoli è il più antico, quindi anche il peggio
conservato, e venne fatto costruire della dinastia Tomar intorno all’XI secolo,
mentre il Gandhak ki Baoli è un opera della dinastia dei Mamelucchi edificata
nel XIII secolo.
Particolarità di quest’ultimo è l’ospitare acqua sulfurea,
dal non piacevolissimo odore e dalla quale è derivato il nome (gandha significa
sporco), ma si crede abbia anche proprietà benefiche.
Il Chand Baori è uno dei più antichi e noti tra i pozzi a
gradini rimasti in India e seppur la struttura quadrata sia piuttosto semplice,
l’ampiezza e la profondità lo rendono molto scenografico.
Costruito intorno all’VIII-IX secolo da parte dell’omonimo Chanda
re di una dinastia locale, risulta particolarmente ampio e profondo per cercare
di raccogliere la maggior quantità d’acqua in un’area molto arida.
I 13 livelli della struttura quadrata sono collegati da
migliaia di stretti gradini che permettono di scendere fino al piano più basso,
creando anche un effetto estetico molto piacevole.
Uno dei lati di questo baoli è ulteriormente abbellito dalla
presenza del tempio di Harshat Mata (divinità femminile della gioia e la
felicità) i cui archi decorativi si affacciano quasi a strapiombo sul fondo del
pozzo.
Come accadeva anche in molti dei più grandi baoli, le parti
più basse venivano spesso utilizzate dagli abitanti locali anche per scampare
agli impietosi raggi solari e cercare un po’ di refrigerio, grazie ad ambienti
decisamente più freschi che in superficie.
Uno dei padiglioni meglio conservati pare che fosse
riservato al piacere delle famiglie regnanti.
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