domenica 14 agosto 2016

Luoghi sacri buddisti, VIII parte: Vaishali

Vaishali remainings.JPGVaishali fu un’antica città, situata nell’attuale stato indiano del Bihar, oggigiorno trasformata in un interessante sito archeologico.
L’importanza storica di Vaishali è notevole: fin dall’antichità fu la capitale di una delle mahajanapada (un gruppo di repubbliche oligarchiche) che regnarono nel nord dell’India tra il VI ed il IV secolo a.C.; sempre in questo florido periodo, per l’esattezza nel 599 a.C., diede i natali a Mahavira, 24esimo ed ultimo profeta jaina, nonché fondatore della religione stessa; infine assunse una notevole posizione nel buddismo, grazie alle numerose e significative visite del Buddha.
In particolare, Vaishali è il luogo dove il Buddha si ritirò a meditare subito dopo aver lasciato il suo palazzo reale di Kapilavastu e dove trascorse spesso del tempo dopo l’illuminazione.
Pare anche che qui avvenne il miracolo della scimmia che si presentò al Buddha con una ciotola di miele come offerta ed infine vi tenne il suo ultimo sermone prima di recarsi nella non lontana Kushinagar per morire.

Come accaduto in tutti i luoghi di culto buddisti del subcontinente indiano (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/search/label/Luoghi%20sacri%20buddisti), col passare del tempo Vaishali perse la sua importanza fino ad un completo declino, da circa l’VIII-IX secolo e ad oggi sembra pressoché “inghiottita” nell’arretratezza dell’immensa pianura gangetica.
Nonostante questo si sono conservate poche ma significative testimonianze del suo ricco passato, di notevole importanza storico-artistica.
I resti più notevoli del sito archeologico si trovano essenzialmente nei pressi di una grande vasca in mattoni chiamata Coronation Tank, poiché con la sacra acqua in essa contenuta venivano “battezzati” storicamente i sovrani di Vaishali quando assumevano il potere.

Sulle sue sponde si trova l’area del Kutagarasala Vihar, un monastero spesso frequentato dal Buddha, dove oggigiorno spiccano: l’Ananda Stupa, un enorme semisfera di pietra, dedicato ad Ananda, uno dei principali discepoli dell’Illuminato; ed una delle antichissime colonne di Ashoka (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/02/limperatore-ashoka.html), che si distingue per essere una delle pochissime rimaste nel proprio luogo d’origine e, soprattutto, completamente conservata.
Nonostante siano passati circa 2.300 anni dalla sua costruzione, la colonna di Ashoka di Vaishali presenta ancora l’originale e pregevole capitello, sulla cui cima si trova la scultura di un leone asiatico posizionato sopra ad una base scolpita a forma di fiore di loto rovesciato.

Qualche centinaio di metri dalla Coronation Tank, sotto ad una semplice ma molto utile tettoia circolare, sono conservate le fondamenta dell’antico Relic’s Stupa (lo Stupa delle Reliquie), fatto edificare dalla potente dinastia Licchavi (la più potente tra quelle che formavano la repubblica di cui Vaishali era la capitale tra il VI e IV secolo a.C.) per proteggere un ottavo delle reliquie del Buddha.

Tornando geograficamente presso la grande vasca sacra ma storicamente ai giorni nostri, un’ultima attrazione di Vaishali è il bianco e vistoso Shanti Stupa, uno dei numerosi fatti costruire dalla setta buddista giapponese Nipponzan-Myohoji (per ulteriori dettagli http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/08/luoghi-sacri-buddisti-vi-parte-rajgir.html).

Rispetto alla maggior parte di questi edifici, dall’apprezzabile messaggio di pace (shanti) ma di scarso valore religioso, lo Shanti Stupa di Vaishali gode, o almeno dovrebbe godere, di una certa rilevanza visto che ospita due piccole parti delle reliquie del Buddha: una porzione venne posizionata nelle fondamenta, un’altra nel chhatra, la torre-ombrello che si trova sulla cima dello stupa.

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