Vaishali fu un’antica città, situata nell’attuale stato
indiano del Bihar, oggigiorno trasformata in un interessante sito archeologico.
L’importanza storica di Vaishali è notevole: fin
dall’antichità fu la capitale di una delle mahajanapada (un gruppo di repubbliche
oligarchiche) che regnarono nel nord dell’India tra il VI ed il IV secolo a.C.;
sempre in questo florido periodo, per l’esattezza nel 599 a.C., diede i natali a
Mahavira, 24esimo ed ultimo profeta jaina, nonché fondatore della religione
stessa; infine assunse una notevole posizione nel buddismo, grazie alle
numerose e significative visite del Buddha.
In particolare, Vaishali è il luogo dove il Buddha si
ritirò a meditare subito dopo aver lasciato il suo palazzo reale di Kapilavastu
e dove trascorse spesso del tempo dopo l’illuminazione.
Pare anche che qui avvenne il miracolo della scimmia che si
presentò al Buddha con una ciotola di miele come offerta ed infine vi tenne il
suo ultimo sermone prima di recarsi nella non lontana Kushinagar per morire.
Come accaduto in tutti i luoghi di culto buddisti del
subcontinente indiano (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/search/label/Luoghi%20sacri%20buddisti),
col passare del tempo Vaishali perse la sua importanza fino ad un completo
declino, da circa l’VIII-IX secolo e ad oggi sembra pressoché “inghiottita”
nell’arretratezza dell’immensa pianura gangetica.
Nonostante questo si sono conservate poche ma significative
testimonianze del suo ricco passato, di notevole importanza storico-artistica.
I resti più notevoli del sito archeologico si trovano
essenzialmente nei pressi di una grande vasca in mattoni chiamata Coronation
Tank, poiché con la sacra acqua in essa contenuta venivano “battezzati” storicamente
i sovrani di Vaishali quando assumevano il potere.
Sulle sue sponde si trova l’area del Kutagarasala Vihar, un
monastero spesso frequentato dal Buddha, dove oggigiorno spiccano: l’Ananda
Stupa, un enorme semisfera di pietra, dedicato ad Ananda, uno dei principali
discepoli dell’Illuminato; ed una delle antichissime colonne di Ashoka (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/02/limperatore-ashoka.html),
che si distingue per essere una delle pochissime rimaste nel proprio luogo
d’origine e, soprattutto, completamente conservata.
Nonostante siano passati circa 2.300 anni dalla sua
costruzione, la colonna di Ashoka di Vaishali presenta ancora l’originale e
pregevole capitello, sulla cui cima si trova la scultura di un leone asiatico
posizionato sopra ad una base scolpita a forma di fiore di loto rovesciato.
Qualche centinaio di metri dalla Coronation Tank, sotto ad una
semplice ma molto utile tettoia circolare, sono conservate le fondamenta
dell’antico Relic’s Stupa (lo Stupa delle Reliquie), fatto edificare dalla
potente dinastia Licchavi (la più potente tra quelle che formavano la
repubblica di cui Vaishali era la capitale tra il VI e IV secolo a.C.) per
proteggere un ottavo delle reliquie del Buddha.
Tornando geograficamente presso la grande vasca sacra ma
storicamente ai giorni nostri, un’ultima attrazione di Vaishali è il bianco e
vistoso Shanti Stupa, uno dei numerosi fatti costruire dalla setta buddista
giapponese Nipponzan-Myohoji (per ulteriori dettagli http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/08/luoghi-sacri-buddisti-vi-parte-rajgir.html).
Rispetto alla maggior parte di questi edifici,
dall’apprezzabile messaggio di pace (shanti) ma di scarso valore
religioso, lo Shanti Stupa di Vaishali gode, o almeno dovrebbe godere, di una
certa rilevanza visto che ospita due piccole parti delle reliquie del Buddha:
una porzione venne posizionata nelle fondamenta, un’altra nel chhatra,
la torre-ombrello che si trova sulla cima dello stupa.
Nessun commento:
Posta un commento