La dea Ganga |
Tra i numerosissimi pellegrinaggi che si possono percorrere
in India, quello verso la sorgente del sacro fiume Gange è uno dei più
importanti dal punto di vista religioso e uno dei più belli dal punto di vista
paesaggistico.
Religiosamente la meta è il tempio della dea Ganga
(divinizzazione induista del fiume), situato nel paesino di montagna di
Gangotri, a circa 3.200 metri di altitudine, mentre i panorami migliori si
trovano lungo il trekking di circa 18 chilometri che da Gangotri porta alla
grotta chiamata Gaumukh (letteralmente La bocca della mucca), dalla quale nasce
il fiume Gange, situata a 4000 m s.l.m., ai piedi di un enorme ghiacciaio, in
una zona d’alta montagna di straordinaria bellezza.
Oltre a questo, piuttosto interessante è anche il lungo viaggio
dalle calde pianure indiane attraverso numerosi luoghi ricchi di spunti
storico-religiosi e chiaramente degne di nota sono anche le differenze
climatico-ambientali.
Le disastrose condizioni delle strade indiane di montagna
(ma spesso anche di quelle di pianura) rappresentano ancora oggi un enorme
ostacolo da superare e una prova di pazienza che però si rivelano anche un
ulteriore stimolo per raggiungere l’obiettivo.
Per poter apprezzare pienamente l’atmosfera di tutto il
lungo pellegrinaggio, nonché cercare di arrivare alla fine integri sia nel
fisico che nella mente, partendo da Delhi bisogna mettere in preventivo, tra
andata e ritorno, almeno una dozzina di giorni, tenendo anche presente che
prima di intraprendere il trekking verso Gaumukh, la sorgente del Gange, sono
necessari almeno un paio di giorni di acclimatamento a Gangotri.
Le discrete condizioni del sentiero e l’ascesa graduale
rendono comunque il trekking finale agevole anche a chi non è abituato a
lunghissime camminate, motivo per cui questo percorso viene molto apprezzato
sia dai pellegrini e turisti indiani, più legati all’aspetto religioso, sia dai
visitatori stranieri, maggiormente allettati dall’aspetto paesaggistico.
Partendo da Delhi, l’itinerario indù tradizionale prevede
una tappa nella sacra città di Haridwar (http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/04/la-citta-di-haridwar.html),
facilmente raggiungibile con varie tipologie di treni, una nell’altrettanto
sacra e vicina cittadina di Rishikesh (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/06/la-cittadina-sacra-rishikesh.html),
un’altra nei paesini di Uttarkashi o Ganganani, quindi a Gangotri, per poi
finire a piedi gli ultimi chilometri verso Gaumukh.
La distanza tra Rishikesh e Gangotri è di circa 280 km, ma
le strade dissestate ed i mezzi scarcagnati che le percorrono rendono questa
tratta molto lunga e faticosa, per cui vale la pena prendere in considerazione
una sosta di una notte a circa metà percorso.
Come mezzo di trasporto la scelta non è molto allettante:
autobus più o meno malandati che impiegano 12 estenuanti ore (imprevisti
esclusi...), jeep collettive leggermente più costose ma anche più veloci, taxi
o vetture private, decisamente più costose ma soprattutto molto più comode
(tanto da poter perfino sperare di poter apprezzare un minimo il panorama
circostante).
Comunque, a prescindere dal mezzo utilizzato, la cittadina
di Uttarkashi, situata più o meno a metà strada tra Rishikesh e Gangotri, può rappresentare
un buon posto dove fermarsi a riposare comodamente per una notte e terminare il
viaggio la mattina seguente.
Uttarkashi è una piccola cittadina di montagna, snodo
stradale di una certa importanza, quindi arrivando sulla via principale dove si
fermano tutti gli autobus può apparire abbastanza caotica e di certo non
invoglia a farvi una lunga sosta, ma scendendo i vicoli che portano verso il
Gange la situazione migliora decisamente.
Oltre a qualche semplice albergo, Uttarkashi ospita anche
un tempio di Shiva di un certo interesse, chiamato Vishwanath Temple, situato
all’interno di un curato giardino in un’area piuttosto tranquilla.
L’importanza religiosa di questo tempio è data dalla
relazione con il Vishwanath Temple di Varanasi (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/07/i-templi-piu-importanti-di-varanasi.html),
dal quale deriva il nome stesso di Uttarkashi, che scomposto, è formato dai
termini uttar, nord, e Kashi, l’antico e sacro nome di Varanasi (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/05/i-nomi-di-varanasi.html),
quindi “La Varanasi del nord”.
Nel fortunato caso in cui si riuscisse a raggiungere
Uttarkashi ancora integri e non più tardi del primo pomeriggio e si volesse
proseguire ancora un po’, a circa 60 chilometri (quindi altre tre ore di bus o
un paio in taxi) si trova il minuscolo paesino di Ganganani.
Il fulcro principale di questo gruppo di precarie
costruzioni di legno, abbarbicate lungo la strada sul fianco di una stretta
gola, è una sorgente d’acqua calda, che viene raccolta in una piccola piscina.
Oltre a semplicissimi negozietti di cibarie sulla strada,
qui si trovano alcune spartane pensioni che offrono camere, talvolta anche non
pulitissime, a prezzi molto modici.
Solo un paio di queste Guest House possiedono un’insegna,
ma guardandosi attorno con lo zaino in spalla e chiedendo in giro, non dovrebbe
essere difficile trovare una stanza.
L’acqua della vasca è ritenuta sacra, ma è troppo calda per
potervisi immeggere (a parte qualche temerario indiano), quindi è stata
ricavata un’area, per soli uomini, dove viene mischiata con una sorgente fresca
e incanalata verso tre vani doccia in pietra alquanto primitivi; nei pressi si
trova anche una piccola, e presumibilmente più comoda, costruzione riservata alle
donne.
Oltre a una bella doccia tonificante, a Ganganani si può
passare il tempo facendo qualche passeggiata sulla collina alle spalle del
villaggio, oppure starsene tranquilli in stanza ad ascoltare il Gange che
scorre furioso tra le rocce: non molto, ma la pace e la tranquillità che si
respirano verso sera possono essere sufficientemente piacevoli.
Purtroppo la recente costruzione di una strada sulle
colline opposte, pare per la costruzione di una diga, ha rovinato un po’ sia il
panorama che l’atmosfera, ma se lo scopo della visita a Ganganani è dormire una
notte per spezzare il viaggio fino a Gangotri, può andare bene (per ovvie
ragioni, i rumorosi camion, se presenti, smettono di muoversi ben prima del
tramonto).
In generale, da un punto di vista logistico-turistico, si
potrebbe consigliare di fermarsi a Ganganani all’andata, mentre ritornando
indietro da Gangotri verso Rishikesh, se non si vuole affrontare tutta la
tratta in un colpo solo (seppur leggermente più veloce dell’andata poiché in
discesa), ci si potrebbe fermare ad Uttarkashi, tanto per cambiare e visitare
due posti diversi.
(segue seconda ed ultima parte)
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