Il Qutab Minar in una foto del 1860 |
Tra le numerose attrazioni sparse nell’ampio territorio
occupato dalla capitale indiana Delhi, molto interessanti da un punto di vista
storico ed artistico, quindi culturale, sono i siti del complesso del Qutab
Minar, la Tomba di Humayun ed il Lakshmi Narayan Temple.
Il complesso del Qutab Minar (letteralmente La torre di
Qutab) si trova a circa 15 chilometri dal centro di Delhi ed ospita, oltre alla
torre principale che dà il nome all’area, alcuni edifici di notevole
importanza, dato che si tratta dei primissimi esempi di architettura mussulmana
in India.
L’elaborata torre, nominata in onore di Qutd-ud-din,
fondatore della dinastia dei Mamelucchi e colui che ne iniziò la costruzione
nel 1193, è alta ben 73 metri ed è considerata la torre di pietra (marmo ed
arenaria) più alta al mondo.
Purtroppo, per motivi di sicurezza (in seguito ad un
gravissimo incidente nel 1981 dove morirono 45 persone), non è possibile salire
sulla sua cima, seppur la struttura non sembri aver subito troppo gli effetti
dovuti al passare del tempo.
Di notevole importanza storico-artistica è l’adiacente
Quwwat-ul-Islam Masjid (La Moschea del Potere Islamico), considerata la prima
moschea costruita nel nord dell'India, come anche il grande portale chiamato Alai Darwaza,
fatto erigere dal secondo sultano di Delhi della dinastia Khilji, Alauddin
Khilji, nei primi anni del 1300.
Sempre lo stesso sovrano tentò di far costruire un’altra
torre che sarebbe dovuta essere alta addirittura il doppio del Qutab Minar,
chiamata Alai Minar, ma la costruzione venne interrotta, dopo aver raggiunto
circa 25 metri, e dopo la morte del sovrano, nel 1316, il progetto venne
definitivamente abbandonato; oggi rimane solo la gigantesca base circolare.
Con la scomparsa di Alauddin Khilji, l’area si arricchì di
un altro antico edificio, in perfetto stile indo-afghano, per contenere le
spoglie del sovrano, con annessa una madrassa fatta precedentemente
costruire dallo stesso.
Un’ultima curiosità custodita nel complesso del Qutab Minar
è un pilastro di ferro alto poco più di 7 metri, che venne forgiato ed eretto
intorno al IV secolo d.C. in onore del sovrano della dinastia Gupta,
Chandragupta II Vikramaditya.
Stando ad un’iscrizione in sanscrito in antichi caratteri
brahmi, pare che originariamente fosse stato posizionato di fronte ad un tempio
vishnuita nello stato del Bihar, mentre successivamente i sultani mussulmani,
incuriositi ed affascinati dalla purezza del ferro di questa colonna, decisero
di trasportarla nella loro nuova capitale Delhi.
La Tomba di Humayun è un meraviglioso edificio che contiene
i resti mortali di Mirza Nasir ud-din Baig Muhammad Khan Humayun, il secondo
sovrano della dinastia moghul, il quale regnò dal 1531 al 1540 e di nuovo tra
il 1555 ed il 1556, su un territorio che comprende gli attuali Afghanistan,
Pakistan e India del nord.
Commissionata dal figlio di Humayun, il grande Akbar (http://informazioniindiaenepal.blogspot.com/2016/02/limperatore-akbar.html),
ed eretta tra il 1565 ed il 1572, rappresenta uno dei primi e meglio riusciti
esempi di architettura moghul, chiaramente ispirata a quella persiana, che
alcuni secoli più tardi, con il nipote di Akbar (quindi bisnipote di Humayun),
l’imperatore Shajahan, raggiungerà il suo apice con il Taj Mahal di Agra.
Di notevole pregio è anche il giardino attraverso il quale
si accede alla Tomba di Humayun, costruito secondo il classico stile dei
giardini persiani, ma con piccoli ritocchi che qualche anno più tardi diverranno
le caratteristiche dello stile dei giardini moghul.
Ad aggiungere un ulteriore tocco storico-artistico ed
impreziosire l’atmosfera di quest’angolo di Delhi, bisogna ricordare che oltre
all’edificio principale, l’area è pressoché disseminata di altri santuari
dedicati a passati regnanti e figure di spicco dell’Impero Moghul; curiosa e
graziosa è la cosiddetta Tomba del Barbiere, seppur la mancanza di iscrizioni
al suo interno non può confermare di chi siano le spoglie ivi contenute.
Nonostante la recente data di costruzione, tra il 1933 ed
il 1939, il grande tempio di Lakshmi Narayan di Delhi offre una piacevole
atmosfera e rappresenta un bell’esempio di moderna architettura religiosa indù.
Data la vicinanza con Paharganj, la zona degli alberghi
dove solitamente alloggiano i visitatori stranieri, si può raggiungere
comodamente a piedi, visto che tra l’altro il lungo viale per arrivarci è
dotato di spaziosi marciapiedi, particolare spesso carente nelle strade dell’India.
Costruito dalla facoltosa famiglia Birla è dedicato a
Vishnu (Narayan) e sua moglie Lakshmi, che sono raffigurati in piacevoli
sculture di marmo custodite nella stanza centrale del tempio.
Lo stile artistico di tutto il complesso è alquanto
moderno, ma il risultato è apprezzabile, come anche la manutenzione e la
pulizia che regnano in tutta l’area.
Oltre alla grande sala dove sono custodite le divinità
principali, nella zona all’aperto vi sono altri altari dedicati alle maggiori
divinità del pantheon indù (due proprio agli angoli del terrazzo dove sorgeil
tempio), mentre sui muri interni si possono osservare interessanti pannelli
dove sono raffigurati vari personaggi e scene mitologiche.
All’esterno, sulla destra della costruzione principale,
seguendo una passerella di marmo, si trova una grande stanza dedicata alla
Bhagavadgita, una sezione del poema epico Mahabharata, dove viene esposta la
filosofia di Krishna, incarnazione di Vishnu.
I pannelli che decorano i muri hanno una funzione
artistica, ma anche didattica, in quanto raffigurano gli insegnamenti della
divinità; l’atmosfera di questa stanza è particolarmente serena e pacifica, e
spesso impreziosita dalla presenza di qualche musicista: la musica è infatti
uno dei passatempi preferiti di Krishna.
In questo tempio i turisti occidentali devono lasciare le
scarpe in una stanzetta apposita, dove tra l’altro vi è un cartello con scritto
di non dare mance a nessuno, e in genere infatti è uno dei rari posti dove gli
occidentali non vengono disturbati per queste noiose faccende.
Uscendo, prima di tornare nella calca del quartiere
turistico, si può visitare un piccolo tempio buddhista, proprio a fianco, che
seppur non sia di particolare interesse, rappresenta se non altro un classico
esempio della tolleranza religiosa tipicamente indiana.
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