lunedì 1 agosto 2016

Campi crematori, II parte

Per terminare la nostra breve panoramica dei campi crematori più importanti dell’India (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/07/campi-crematori-i-parte.html), in questo post tratteremo della città di Gaya, del paesino collinare di Chamunda Devi e del villaggio bengalese di Tarapeeth.

La città di Gaya (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/02/la-citta-di-gaya.html) è da tempo ritenuta un luogo particolarmente propizio per i rituali dedicati ai defunti ed il suo ghat crematorio è particolarmente frequentato.
Poco lontano dall’ingresso del Vishnupad Temple, il tempio più importante di Gaya, si trova un grande campo crematorio situato sulla riva del fiume Falgu.
L’area principale, dove possono essere eseguite 7-8 cremazioni, è protetta da una grande tettoia di metallo ed ospita un paio di piccoli e interessanti santuari, ma molte pire vengono bruciate più informalmente nell’ampio letto del fiume che, essendo stagionale, per la maggior parte dell’anno è asciutto o quasi.
In particolare i pellegrini poveri dei villaggi vicini trovano molto più conveniente portarsi da casa il necessario per i rituali, cioè sacerdote, legna ed offerte, piuttosto che utilizzare i costosi servizi prestati in loco.

Sull’altra sponda del fiume, ai piedi di una verdeggiante collina, si può notare un piccolo complesso di templi ed ostelli per asceti, che non sembra godere di una particolare importanza religiosa, ma offre un’atmosfera tranquilla, dei piacevoli scorci ed un ampio panorama sulla città.
Per raggiungerlo, durante i periodi di secca, si può attraversare il grande e sabbioso letto del fiume e guadare le poche zone dove scorre l’acqua, oppure ci si può servire del lungo ponte che si nota nei pressi.

Tornando nella zona del campo crematorio e risalendo per qualche decina di metri una strada sterrata che procede verso l’interno, si giunge al Mangla Gauri Temple, un importante tempio della tradizione shakta, essendo uno dei 51 shakti peeth, i luoghi dove caddero i pezzi del corpo di Sati, la prima moglie di Shiva (per i dettagli rimandiamo ad un post dedicato all’argomento http://informazioniindiaenepal.blogspot.com/2016/02/sati.html).
In realtà questo tempio non compare nella più accettata lista di questi shakti peeth, ma viene citato in una lista minore di 18, secondo la quale qui caddero i seni della dea.
A parte i pur frequenti periodi di festa, questo tempio è relativamente tranquillo ed essendo la costruzione attuale piuttosto moderna ed anonima non offre nessun particolare spunto architettonico, ma è un ottimo esempio della tipica atmosfera dei templi dedicati alle divinità femminili, come la tipologia delle offerte, gli incensi, i fiori ed il colore rosso predominante in quanto favorito della dea.
La vicinanza al campo crematorio può essere casuale ma sicuramente apprezzata dai devoti di divinità femminili tantriche.

Chamunda Devi è il nome di un aspetto particolarmente terrifico della dea Kali, alla quale è dedicato un importante tempio situato sulle colline pre-himalayane dello stato dell’Himachal Pradesh.
Nonostante il paesino sia composto essenzialmente dal complesso religioso, negozi votivi, ostelli ed alberghi per i pellegrini, il campo crematorio situato sugli ampi ghat del torrente che scorre nei suoi pressi è piuttosto importante poiché funge da secoli come punto di riferimento per gli altri piccoli paesi del distretto e di quelli limitrofi.
L’ampia area adibita allo scopo è stata recentemente cementificata e seppur dal punto di vista estetico il risultato sia piuttosto scarso, le ampie tettoie e le numerose panchine sembrano poter offrire un minimo di comfort a coloro che assistono alle cremazioni.
Nel caso in cui si tratti solo di una cerimonia è anche possibile che la pira venga allestita in un’altra zona più raccolta proprio nei pressi del tempio, mentre il grande ghat crematorio è situato sull’altra sponda del fiume che scorre a qualche decina di metri.

Il campo crematorio di Tarapeeth, un piccolo paesino della grande pianura bengalese a circa 230 chilometri a nord di Kolkata, è probabilmente più importante dal punto di vista religioso di quanto non lo sia a livello pratico.
Le cremazioni infatti sono piuttosto rare ma è noto per la presenza, oltre che dell’importante tempio dedicato alla dea Tara, di un piccolo boschetto frequentato da praticanti tantrici che hanno costruito alcune capanne, circa una ventina, dove trascorrono le giornate, e soprattutto le nottate, indaffarati nei loro particolarissimi rituali.
Seppur oggiogiorno la zona inizi a sembrare quasi un’attrazione turistica per i ricchi bengalesi che provengono da Kolkata, è anche vero che questa tradizione è ormai consolidata da più di un secolo e nella sua stranezza viene accettata ed in molti casi devotamente rispettata.

Caratteristici, ad esempio, sono i piccoli altari situati all’interno di quasi tutte le capanne, formati da cumuli di fango, sui quali sono incastonati degli scheletri umani, spesso in file da 3, 2 e 1 per formare delle piramidi, o più precisamente dei triangoli con la punta in su, che nel tantrismo rappresentano il passaggio dal duale all’Uno.

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