La dea Ganga discende sulla terra passando tra i capelli di Shiva |
Proseguendo il percorso da Delhi alle sorgenti del Gange,
dopo l’ameno paesino di montagna di Ganganani mancano solo una sessantina di
chilometri a Gangotri, per percorrere i quali basta essere pronti comodamente a
metà mattinata, scendere per strada alla mattina presto e sperare in qualche autobus,
jeep o qualsivoglia mezzo a motore che possa ospitare un altro essere umano.
A questo bisogna aggiungere che l’atmosfera da
pellegrinaggio, in alta stagione magari anche caotica ma sempre pacifica, e l’ambientazione
montanara, con un freddo pungente che tende ad azzerare non solo i termometri ma
anche eventuali barriere sociali, rendono tutti molti più fraterni e
comprensivi.
Questo tratto di strada è senz’altro la più emozionante,
col Gange che scorre in basso e le vette Himalayane in alto, seppur sia purtroppo
difficile da apprezzare poiché è anche uno dei tratti stradali più disastrati;
questo è dovuto al fatto che la zona è soggetta a frane e capita abbastanza
spesso che la strada sia chiusa, anche per alcuni giorni.
Comunque, con un po’ di fortuna, da Ganganani a Gangotri si
dovrebbero impiegare circa 3 ore, secondo la perfetta media degli autobus di
montagna indiani dei 20 chilometri orari.
A circa metà strada, in un’ampia valle pietrosa, in genere
si fa una sosta, oltre che per espletare necessari bisogni fisici, anche per
comprare delle ottime mele che vengono coltivate nelle colline attorno.
Visto che più in alto nel paesino di Gangotri la situazione
gastronomica non è delle più rosee (eufemismo per dire che non c’è molta
varietà nel cibo), un bel sacchettone, ma anche due, di croccanti mele di
montagna potrebbe essere una buona idea.
Gangotri è un piccolo paese di alta montagna, dove
praticamente tutte le costruzioni sono alberghi, guest-house ed ostelli per
accogliere i pellegrini, tra i quali le uniche differenze spesso sono solo nel
nome.
Tutte offrono stanze semplici, piuttosto pulite (in base al
prezzo), e chiaramente senza nessun tipo di confort, a parte giusto un po’
d’acqua tiepida nei rari posti provvisti di pannello solare, visto che le linee
elettriche non raggiungono Gangotri e bisogna aspettare quel paio d’ore, dalle
18 alle 20, quando vengono accesi dei rumorosi ma pur sempre utili, generatori
a gasolio.
La piccola via principale è chiusa al traffico e porta
dritto verso il Tempio di Ganga, tra negozietti religiosi e ristorantini molto
semplici, situato vicino al fiume che qui è un torrente impetuoso, chiamato
Bhaghirati (solo dopo l’incontro con il fiume Alaknanda a circa 205 km dalla
sorgente, assumerà il nome di Gange).
Seppur di dimensioni modeste, il tempio principale di
Gangotri è molto importante dal punto di vista religioso, costruito con uno
stile sobrio di montagna abbastanza gradevole ed è posizionato in ottima
posizione, col Gange che scorre poco più in basso alla sua sinistra e le cime
innevate alle spalle
Al tramonto sul piazzale di fronte all’entrata del tempio
si svolge la cerimonia della Ganga Aarti, offerta del fuoco alla dea Ganga, e
l’atmosfera che si crea è particolarmente suggestiva.
In giro nel cortile vi sono altri piccoli santuari ed una
scalinata per accedere ai ghat, dove i pellegrini effettuano la loro abluzioni
e i loro rituali.
L’acqua è decisamente fredda ma, essendo questo uno dei
bagni più sacri per i devoti indù, sono numerosissimi i pellegrini che cercano
in qualche modo di fare il bagno; oltre al freddo, anche la corrente del fiume è
notevole, per cui non si tratta di un’operazione molto semplice.
A parte riposarsi prima del trekking di Gaumukh, a Gangotri
non c’è molto altro da fare, esclusa qualche rilassante passeggiata lungo le
rive del fiume.
La distanza tra Gangotri e Gaumukh, la grotta considerata
la sorgente geografica del Gange, è di circa 18 chilometri, seguendo un bel
sentiero che sale gradatamente e porta da un’altitudine di 3200 m, ad
esattamente 4000.
Dopo circa 14 chilometri si incontra l’ameno accampamento
di Bojhbasa dove, oltre ad alcune tende dell’esercito, si trovano le tende
gestite dall’ente turistico dell’Uttaranchal.
Questa è sicuramente la soluzione migliore per dormire,
visto che l’alternativa sono i semplici ristorantini-baracca situati lungo il
sentiero, dove si dorme quasi all’addiaccio.
Salendo a passo lento ma costante, per raggiungere Bojhbasa
ci vogliono circa 5-6 ore, quindi partendo da Gangotri alla mattina presto, si
dovrebbe arrivare a Bojhbasa verso l’ora di pranzo.
Come prima cosa sarebbe opportuno farsi assegnare un letto
nelle tende, poi si potrebbe mangiare qualcosa e, dopo un breve riposo,
riprendere il cammino per coprire gli ultimi quattro chilometri di sentiero che
portano a Gaumukh.
Tra la stanchezza, l’altitudine e le condizioni del
sentiero, che qui è molto irregolare e soggetto a frane, per arrivare nei
pressi della grotta ci vogliono quasi due ore.
Però ne vale senz’altro la pena perché il posto è davvero
affascinante.
La grotta dalla quale sorge il Gange si chiama Gaumukh
perché dovrebbe rappresentare la bocca (in hindi mukh) di una mucca (gai),
ma a causa della velocissima erosione del ghiacciaio, che pare si ritragga di
circa una ventina di metri all’anno, la forma della grotta è sempre differente.
Stando sempre molto attenti alle piccole frane che sono
pressoché costanti, si dovrebbe avere un po’ di tempo per godersi l’atmosfera e
scattare qualche strana foto alle particolarissime strutture di ghiaccio e
roccia che formano la grotta, spesso di un inusuale azzurro vivo.
Prima che venga buio (piuttosto presto, considerando
l’altitudine e le alte montagne circostanti), conviene incamminarsi verso
Bojhbasa per mangiare un boccone e prepararsi ad una lunga e fredda notte.
L’indomani, con i primi raggi di sole, il metodo migliore
per riscaldarsi è quello di iniziare con calma il percorso per tornare a
Gangotri.
La strada in leggera discesa risulta molto piacevole e alla
mattina presto è facile incontrare, nei pressi del sentiero, qualche bellissimo
esemplare di bharal, pecora blu himalayana (Pseudois nayaur).
Pur dedicandosi ad osservazioni paesaggistiche e
naturalistiche, ad esempio anche l’osservazione della sparsa ma particolare
avifauna locale, si dovrebbe giungere a Gangotri per l’ora di pranzo, tornare
nella stessa stanza dove si era alloggiati all’andata e lasciato parte del
bagaglio, quindi, dopo un paio di giorni di riposo, si potrebbe cominciare la
lunga discesa dalle montagne.
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