domenica 17 aprile 2016

Ateismo in India

The times of india.svgLibera traduzione di un breve articolo sull’ateismo, comparso qualche tempo fa nella versione internet del The Times of India ed intitolato “Sempre più indiani smettono di credere in Dio”

Secondo i dati del 2012 dell’Indice Globale di Religiosità ed Ateismo, il numero delle persone non religiose in India sta aumentando.
Nel 2005 l’87% degli indiani dichiarava di essere religioso, percentuale scesa all’81% nel 2013, con un calo del 6% in 7 anni.
Il rapporto ha evidenziato anche un calo dell’1% tra coloro che si definiscono atei, dal 4% del 2005 al 3% del 2013.
Anche a livello mondiale il trend è simile: la religiosità è calata del 9% mentre l’ateismo è salito del 3%, dimostrando un declino globale delle persone che si definiscono religiose.
Il Pakistan è tra i pochi paesi che ha avuto un incremento, del 6%, mentre l’Argentina (curiosamente il paese del nuovo Papa, faceva notare l’articolo n.d.r.) ha avuto un calo dell’8%.
Anche in Sud Africa la percentuale è scesa del 19%, così come negli USA, il 13%, la Svizzera e la Francia il 21%, il Vietnam il 23%.
(I dati riguardanti l’Italia sono i seguenti: il 73% si considera religioso, con un incremento dell1% rispetto al 72% del 2005; gli atei sono l’8%, con un incremento del 2% dal 6% del 2005; il 15% si dichiara non religioso; il 4% non ha risposto o non sa)
Per questo studio sono state intervistate 51.927 persone, provenienti da 57 nazioni di tutti e 5 i continenti.
In ogni paese è stato scelto casualmente un numero di circa 1.000 intervistati tra uomini e donne.
La Cina ha il più alto tasso di atei, che raggiunge quasi il 50% della popolazione, confronto alla media mondiale del 13%.

L’articolo era accompagnato da una tabella dove venivano riassunti i dati dell’India (dove l’81% dichiara di essere religioso, il 13% non religioso, il 3% convinti atei), e di altri 11 paesi dove l’ateismo sta guadagnando terreno, ma per chi fosse interessato ai dettagli, lasciamo il link del chiarissimo file pdf con i dati completi dello studio:
http://www.wingia.com/web/files/news/14/file/14.pdf

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