domenica 10 aprile 2016

Il concetto di ras

Durante l’ultimo dei cinque anni del corso per ottenere il diploma di lingua hindi alla Banaras Hindu University (l’università della città di Varanasi), vengono affrontati argomenti decisamente interessanti, soprattutto quelli che riguardano la metrica e le regole della poetica indiana.
Oltre ad aspetti che potremmo definire universali, quali ad esempio le allitterazioni, le metafore, le iperboli, oppure il senso letterale, figurato e ironico, una parte molto importante è riservata alla caratteristica, derivante dal sanscrito, del concetto di ras.
Il termine ras è una di quelle affascinanti parole indiane dotate di numerosi significati diversi, anzi, spesso apparentemente tali, ma in realtà uniti da un collegamento più o meno sottile.
Una traduzione molto semplice di ras è succo, già di per sé un termine che in tutte le lingue possiede numerose sfumature; secondo il vocabolario hindi-inglese McGregor della Oxford University, i concetti che può esprimere questa parola sono ben 10, di cui alcuni piuttosto simili, ma altri in cui il collegamento concettuale sembra quasi contorto.
1 succo (per esempio quello gustoso di mango): 2 sugo, salsa (come l’intingolo speziato dei saporiti curry indiani); 3 essenza (come quella di rosa, quindi “profumo”); 4 secrezioni corporee (inutile fare degli esempi...); 5 trasudazione o collosità (anche questa riferita probabilmente al corpo umano, o comunque alla biologia); 6 gusto o sapore, 7 gusto o sapore (la ripetizione è probabilmene dovuta alla distinzione tra il gusto fisico e quello astratto); 8 piacere, gioia (come quella che si prova con la musica); 9 in retorica uno dei dieci, o undici, sentimenti caratteristici di ogni opera letteraria; 10 mercurio (in alchimia considerato il Principe, “l’essenza”, di tutti elementi chimici).
Il significato a cui siamo interessati è il penultimo: il sentimento che traspare leggendo un’opera letteraria, in particolare di poesia.

Seppur il concetto di ras sia estraneo ad orecchie occidentali, i sentimenti sono vecchi quanto l’uomo, l’unica differenza è che nella letteratura hindi sono stati schematizzati e sviluppati in maniera precisa.
Partendo dai sentimenti negativi verso quelli “buoni”, essi sono: rabbia, paura, disgusto, eroismo, sorpresa, pietà, amore passionale, amore verso i bambini, devozione, rinuncia (distacco), comico.
Già questo elenco di per sé è alquanto indicativo sul valore dei sentimenti secondo la mentalità indiana, perché alcuni sono chiaramente riscontrabili anche nella letteratura europea, ma altri sono sentimenti a cui di solito non viene data molta importanza, almeno in opere letterarie: per esempio risulta difficile trovare nella letteratura europea un filone letterario dedicato all’amore verso i bambini.
Tornando all’aspetto poetico di ras, questo sentimento che nasce nel cuore del lettore, si crea grazie alla presenza di 6 parti: 1 il sentimento base, universale in ogni essere umano, 2 colui che prova il sentimento, 3 colui che lo provoca, 4 l’azione di colui che lo provoca, 5 la reazione di colui che lo prova, infine 6 il sentimento suscitato nel lettore.

Per fare un esempio, prendiamo il sentimento d’amore verso i bambini, che nella letteratura indiana è legato indissolubilmente alle opere dedicate all’aspetto di Krishna bambino, al quale sono collegate numerose vicende mitologiche.
Uno degli episodi più famosi dell’infanzia di Krishna, riguarda il notissimo furto di burro da lui effettuato insieme ai suoi amici: Krishna è a casa da solo e per passare il tempo con i suoi amichetti, decide di rubare e mangiare il burro, conservato dentro ad una giara, appesa con una corda al soffitto per non farlo rubare dal gatto.
I bambini, sorreggendosi l’un l’altro, formano una piccola piramide umana grazie alla quale Krishna si arrampica fino alla giara, prende il burro e se lo mangiano tutti insieme belli contenti.
Quando la mamma torna a casa, vede la giara per terra e Krishna con la faccia sporca di burro, così prende un bastoncino per minacciarlo e inizia a sgridarlo; lui però se ne viene fuori con una bugia tanto infantile e innocente, che la mamma lascia cadere di colpo il bastoncino e lo abbraccia.
In una bellissima poesia del poeta medioevale Surdas, indiscutibilmente il più grande cantore di Krishna-bambino, Krishna dice alla mamma “Mamma, io non ho rubato il burro, come fa il mio braccino così corto ad arrivare fin lassù? I miei amici si sono messi d’accordo, l’hanno rubato e me lo hanno spalmato sulla faccia”.
Quindi, venendo alle 6 parti che formano il ras:
1 Il sentimento base è chiaramente l’amore verso i bambini, che in hindi ha una vocabolo apposito, vatsalya.
2 Colui che prova il sentimento è Yashoda, la mamma di Krishna.
3 Il “provocatore” del sentimento è chiaramente Krishna, in particolare Krishna-bambino-ladro di burro.
4 L’azione che provoca il sentimento è la scusa infantile di Krishna, la sua genuina e innocente bugia.
5 La reazione di chi prova il sentimento, invece, è espressa da Yashoda che butta il bastoncino e abbraccia teneramente suo figlio Krishna.
6 Infine, il sentimento che prova il lettore: indubbiamente la tenerezza.

Come abbiamo già evidenziato, nonostante il concetto di ras sia una peculiarità della cultura indiana, non è difficile riscontrarlo anche in altre opere letterarie e per fare un esempio più vicino culturalmente, abbiamo scelto una famosa canzone: Perdere l’amore, scritta da Marcello Marrocchi e Giampiero Artegiani, e interpretata da Massimo Ranieri.
Molto italiana, sia musicalmente che testualmente, e con la voce possente di quest’uomo travolto dalla passione, nell’insieme potrebbe essere descritta come una piccola opera d’arte.
Ecco il ras: la passione amorosa.
Che tanto per complicare le cose in India è magistralmente divisa in due:  l’amore in unione e l’amore nel distacco, cioè in presenza o assenza dell’amato, che in effetti sono sentimenti alquanto diversi.


Venendo alla composizione del ras nella canzone: il sentimento base (1) è chiaramente l’amore nel distacco del povero Ranieri (2), colui che prova il sentimento, brutalmente lasciato dall’amata (3), colei la quale invece provoca il sentimento; la provocazione (4) è che l’amata l’ha lasciato; la reazione di Ranieri (5) invece è espressa in vari modi “voglio restare solo”, “avere voglia di morire”, “lasciami gridare”, “rinnegare il cielo”, “prendere a sassate tutti i sogni ancora in volo”; infine (6), il sentimento che viene suscitato nel lettore: inutile dirlo, una profonda tristezza.

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