Il giovane Rahim ricevuto a corte da Akbar |
Rahim fu un poeta medioevale e,
nonostante fosse nato mussulmano, divenne noto come uno dei più grandi devoti e
cantori del dio Krishna.
Dato che suo padre era stato il
consigliere personale dell’Imperatore Akbar durante la gioventù, quando questi
fu incoronato, Rahim visse alla corte dell’imperatore dove sposò una delle
figlie di Akbar.
A corte era piuttosto noto che Rahim
fosse un devoto di Krishna ed alcuni dei bigotti cortigiani mussulmani erano
sempre in cerca di qualche complotto contro di lui per umiliarlo.
Dopo una serie di tentativi
infruttuosi, idearono un complesso piano.
Indirono una competizione poetica, in
cui veniva data una linea di un verso, al quale bisognava aggiungerne una
seconda; il vincitore sarebbe stato colui che avesse aggiunto la seconda riga migliore.
A Rahim questo test non piacque molto
ma Akbar, per qualche ragione, insistette e obbligò Rahim a partecipare.
La prima riga diceva “Kaffir he wo jo
khyal nahin islam ka” (È un infedele colui che non crede nell’Islam).
I bigotti cortigiani erano sicuri di
aver messo in trappola Rahim perché se avesse parlato favorevolmente di
Krishna, sarebbe stato sicuramente accusato di blasfemia, se invece avesse
scritto a favore dell’Islam, ognuno avrebbe potuto notare quanto fosse debole in
realtà la sua devozione per Krishna.
Quando venne il giorno stabilito per
la lettura, tutti i poeti di corte si susseguirono con le loro composizioni di
elogio all’Islam e Rahim venne tenuto per ultimo, per accrescere la suspense.
Ma una volta che fu il turno di Rahim,
tutti rimasero a bocca aperta, poiché egli prese il testo dato, ma non come
prima riga, bensì come seconda e completò il verso in questo modo “Khyal ke wo
lam, gesu mere pyare Ghanashyam ka, kaffir he wo jo khyal nahin islam ka”.
Egli creò uno splendido gioco di
parole con il termine Islam, che, scomposto in is lam, in hindi vuol dire
“questo lam”.
Nei caratteri arabi, lam rappresenta
la lettera L che sembra la silhouette di una ciocca di capelli, per cui,
secondo il verso di Rahim, Islam significa “questa ciocca di capelli”, quindi “Credo
in quel lam che sono i capelli del mio amato Ghanashyam (Krishna), è un
infedele colui che non crede in questo lam”.
I suoi oppositori si sentirono oltraggianti
ma la sagacia di Rahim piacque molto ad Akbar che decise di proclamarlo
vincitore.
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