mercoledì 13 aprile 2016

Storia su Akbar e il poeta Rahim

Young Abdul Rahim Khan-I-Khana being received by Akbar, Akbarnama.jpg
Il giovane Rahim ricevuto a corte da Akbar
Rahim fu un poeta medioevale e, nonostante fosse nato mussulmano, divenne noto come uno dei più grandi devoti e cantori del dio Krishna.
Dato che suo padre era stato il consigliere personale dell’Imperatore Akbar durante la gioventù, quando questi fu incoronato, Rahim visse alla corte dell’imperatore dove sposò una delle figlie di Akbar.
A corte era piuttosto noto che Rahim fosse un devoto di Krishna ed alcuni dei bigotti cortigiani mussulmani erano sempre in cerca di qualche complotto contro di lui per umiliarlo.
Dopo una serie di tentativi infruttuosi, idearono un complesso piano.
Indirono una competizione poetica, in cui veniva data una linea di un verso, al quale bisognava aggiungerne una seconda; il vincitore sarebbe stato colui che avesse aggiunto la seconda riga migliore.
A Rahim questo test non piacque molto ma Akbar, per qualche ragione, insistette e obbligò Rahim a partecipare.
La prima riga diceva “Kaffir he wo jo khyal nahin islam ka” (È un infedele colui che non crede nell’Islam).
I bigotti cortigiani erano sicuri di aver messo in trappola Rahim perché se avesse parlato favorevolmente di Krishna, sarebbe stato sicuramente accusato di blasfemia, se invece avesse scritto a favore dell’Islam, ognuno avrebbe potuto notare quanto fosse debole in realtà la sua devozione per Krishna.
Quando venne il giorno stabilito per la lettura, tutti i poeti di corte si susseguirono con le loro composizioni di elogio all’Islam e Rahim venne tenuto per ultimo, per accrescere la suspense.
Ma una volta che fu il turno di Rahim, tutti rimasero a bocca aperta, poiché egli prese il testo dato, ma non come prima riga, bensì come seconda e completò il verso in questo modo “Khyal ke wo lam, gesu mere pyare Ghanashyam ka, kaffir he wo jo khyal nahin islam ka”.
Egli creò uno splendido gioco di parole con il termine Islam, che, scomposto in is lam, in hindi vuol dire “questo lam”.
Nei caratteri arabi, lam rappresenta la lettera L che sembra la silhouette di una ciocca di capelli, per cui, secondo il verso di Rahim, Islam significa “questa ciocca di capelli”, quindi “Credo in quel lam che sono i capelli del mio amato Ghanashyam (Krishna), è un infedele colui che non crede in questo lam”.

I suoi oppositori si sentirono oltraggianti ma la sagacia di Rahim piacque molto ad Akbar che decise di proclamarlo vincitore.

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