giovedì 7 luglio 2016

I templi più importanti di Varanasi

La sacra città di Varanasi, o Benares (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/05/i-nomi-di-varanasi.html), è nota per vari motivi religiosi, tra cui quello di ospitare un numero incalcolabile di templi.
Le guglie dorate del Vishwanath Mandir
Dalle grandi costruzioni dedicate alle divinità più venerate, ai piccoli templi privati custoditi all’interno delle abitazioni, si possono trovare pressoché ovunque.
Per fare una breve panoramica, ci limitiamo a citarne 5 tra i più interessanti e importanti dal punto di vista religioso: i due Shiva Vishwanath (sia l’antico, che il moderno), Sankat Mochan, Durga Temple e Tulsidas Temple.
Purtroppo a causa delle ripetute distruzioni da parte dei mussulmani, nessuno dei suddetti templi risulta essere particolarmente antico, ma sono stati ricostruiti a partire dal XVIII secolo.

Classico esempio della storia travagliata dei templi di Varanasi è quello di Shiva Vishwanath, il più importante tempio della città, dedicato a Shiva Signore dell’Universo e collocato tra gli stretti ed affollati vicoli della zona vecchia.
Distrutto dai mussulmani, i quali costruirono sullo stesso sito una moschea, fu successivamente riedificato poco lontano, facendo oggigiorno la zona una delle più calde nelle talvolta tese relazioni tra indù e mussulmani; seppur bisogna notare che, almeno nel recente passato, non si siano mai verificati casi particolarmente gravi.
Oltre a questo, agli stranieri è proibito l’ingresso (nonostante Shiva Vishwanath sia il Signore dell’Universo, del quale si suppone anche gli stranieri facciano parte) per cui non ci è possibile dare una descrizione di prima mano del posto.
Bisogna anche notare che questo tempio è affollato di pellegrini durante tutto il giorno, quindi se anche fosse possibile entrare, sarebbe comunque difficile poter apprezzare con calma l’atmosfera sacra ed i dettagli artistici.
Caratteristica del tempio è quella di possedere ben tre cupole rivestite d’oro, donato da un Maharajà del Punjab, e grazie al quale viene chiamato talvolta Tempio d’Oro.
Appellativo che dovrebbe guadagnare, in un prossimo futuro, ulteriore credito, visto che il comitato che si occupa della gestione del complesso religioso ha recentemente indetto una colletta del prezioso materiale per raggiungere una quota di circa 500 chili, con i quali ricoprire anche i tetti di altri tre templi ospitati nel complesso.

Le differenze e le discriminazioni religiose sono opera dell’uomo, non certo di Dio o delle Divinità, e grazie alla nota magnanimità e compassione di Shiva (chiamato anche Il Grande Donatore), agli stranieri non viene fatta nessuna restrizione per visitare il nuovo Vishwanath Temple, ospitato al centro del bel campus universitario.
Sebbene la divinità venerata all’interno sia la stessa di quello più antico, esso possiede caratteristiche completamente differenti, primo tra tutti il fatto che vi si accede attraversando il tranquillo campus dell’università, invece dei vicoli costantemente intasati dove si procede sostanzialmente a gomitate.
La costruzione di marmo bianco risulta essere anche piuttosto piacevole e vistosa, con la grande shikara (torre piramidale) bianca che si staglia sopra gli alberi, osservabile da vari punti del campus.
E nonostante sia stato costruito recentemente, questo tempio ha anche una certa importanza artistica visto che la struttura pare essere una copia fedele dell’antico tempio distrutto dai mussulmani.
All’interno, tra gli ampi e freschi ambienti di marmo, è custodito uno Shiva Lingam (simbolo fallico del Dio), ma è molto piacevole anche notare l’incredibile pulizia, che stona quasi con la maggior parte dei templi della città nei quali bisogna spesso camminare sopra fiori marci, dolci al latte disciolti, api agonizzanti ed altre sozzure simili.

Ad esempio questo accade al famoso tempio Sankat Mochan, dedicato al dio scimmia Hanuman, dove bisogna lasciare le scarpe fuori e percorrere scalzi il grande giardino.
Questo tempio, oltre che per l’affetto religioso verso una delle divinità indù più amate (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/02/il-dio-scimmia-hanuman.html), è noto per almeno due motivi: un programma musicale di una settimana, che si svolge in genere nelle caldi notti di Aprile e richiama artisti di musica e danza classica indiana di fama internazionale.
Altro motivo della notorietà del tempio Sankat Mochan è l’essere stato vittima di un attentato nel 2006 che causò la morte di circa una ventina di persone.

Il Durga Temple è dedicato alle dea Durga ed è probabilmente il tempio dedicato alle devi (divinità femminili) più importante della città.
Caratteristica, oltre al colore rosso scuro del complesso, la grande vasca, chiamata Durga Kund, la cui acqua, seppur non pulitissima trovandosi in piena città, ospita numerosi pesci, alcuni martin pescatore semi-stanziali e l’occasionale cormorano minore.
La piccola costruzione a torre che ospita la stanza dov’è conservata la statua della divinità si trova all’interno di un cortile quadrato, circondato da un porticato e da un’ampia terrazza al secondo piano.
L’accesso agli stranieri dovrebbe essere consentito, anche se durante i momenti più trafficati può essere proibito o limitato alla piacevole terrazza.

Non molto lontano si trova il Tulsidas Temple dedicato al poeta Goswami Tulsidas ed al suo poema epico, il Ram Charit Manas (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/06/il-poema-epico-ramcharitmanas.html), costituito da un grande e vistoso edificio in marmo bianco, ospitato in un piccolo ma curato giardino.
Pare proprio che uno dei motivi della sua costruzione, intorno al 1964, sia stato quello di offrire ai pellegrini dei villaggi un esempio dello sfarzo e dello sviluppo delle città.

All’interno, piuttosto sobrio per essere un luogo di culto indù, si trova una grande stanza sui muri della quale, tra immagini di divinità ed eventi mitologici, è stato scolpito il testo del poema.

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