La sacra città di Varanasi, o Benares
(http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/05/i-nomi-di-varanasi.html),
è nota per vari motivi religiosi, tra cui quello di ospitare un numero incalcolabile
di templi.
Le guglie dorate del Vishwanath Mandir |
Dalle grandi costruzioni dedicate alle
divinità più venerate, ai piccoli templi privati custoditi all’interno delle
abitazioni, si possono trovare pressoché ovunque.
Per fare una breve panoramica, ci
limitiamo a citarne 5 tra i più interessanti e importanti dal punto di vista
religioso: i due Shiva Vishwanath (sia l’antico, che il moderno), Sankat
Mochan, Durga Temple e Tulsidas Temple.
Purtroppo a causa delle ripetute
distruzioni da parte dei mussulmani, nessuno dei suddetti templi risulta essere
particolarmente antico, ma sono stati ricostruiti a partire dal XVIII secolo.
Classico esempio della storia
travagliata dei templi di Varanasi è quello di Shiva Vishwanath, il più
importante tempio della città, dedicato a Shiva Signore dell’Universo e
collocato tra gli stretti ed affollati vicoli della zona vecchia.
Distrutto dai mussulmani, i quali
costruirono sullo stesso sito una moschea, fu successivamente riedificato poco
lontano, facendo oggigiorno la zona una delle più calde nelle talvolta tese relazioni
tra indù e mussulmani; seppur bisogna notare che, almeno nel recente passato, non
si siano mai verificati casi particolarmente gravi.
Oltre a questo, agli stranieri è
proibito l’ingresso (nonostante Shiva Vishwanath sia il Signore dell’Universo,
del quale si suppone anche gli stranieri facciano parte) per cui non ci è
possibile dare una descrizione di prima mano del posto.
Bisogna anche notare che questo tempio
è affollato di pellegrini durante tutto il giorno, quindi se anche fosse
possibile entrare, sarebbe comunque difficile poter apprezzare con calma
l’atmosfera sacra ed i dettagli artistici.
Caratteristica del tempio è quella di
possedere ben tre cupole rivestite d’oro, donato da un Maharajà del Punjab, e
grazie al quale viene chiamato talvolta Tempio d’Oro.
Appellativo che dovrebbe guadagnare,
in un prossimo futuro, ulteriore credito, visto che il comitato che si occupa
della gestione del complesso religioso ha recentemente indetto una colletta del
prezioso materiale per raggiungere una quota di circa 500 chili, con i quali
ricoprire anche i tetti di altri tre templi ospitati nel complesso.
Le differenze e le discriminazioni
religiose sono opera dell’uomo, non certo di Dio o delle Divinità, e grazie
alla nota magnanimità e compassione di Shiva (chiamato anche Il Grande Donatore),
agli stranieri non viene fatta nessuna restrizione per visitare il nuovo
Vishwanath Temple, ospitato al centro del bel campus universitario.
Sebbene la divinità venerata
all’interno sia la stessa di quello più antico, esso possiede caratteristiche
completamente differenti, primo tra tutti il fatto che vi si accede
attraversando il tranquillo campus dell’università, invece dei vicoli costantemente
intasati dove si procede sostanzialmente a gomitate.
La costruzione di marmo bianco risulta
essere anche piuttosto piacevole e vistosa, con la grande shikara (torre piramidale) bianca che si staglia sopra gli alberi, osservabile
da vari punti del campus.
E nonostante sia stato costruito
recentemente, questo tempio ha anche una certa importanza artistica visto che la
struttura pare essere una copia fedele dell’antico tempio distrutto dai
mussulmani.
All’interno, tra gli ampi e freschi
ambienti di marmo, è custodito uno Shiva Lingam (simbolo fallico del Dio), ma è
molto piacevole anche notare l’incredibile pulizia, che stona quasi con la
maggior parte dei templi della città nei quali bisogna spesso camminare sopra
fiori marci, dolci al latte disciolti, api agonizzanti ed altre sozzure simili.
Ad esempio questo accade al famoso
tempio Sankat Mochan, dedicato al dio scimmia Hanuman, dove bisogna lasciare le
scarpe fuori e percorrere scalzi il grande giardino.
Questo tempio, oltre che per l’affetto
religioso verso una delle divinità indù più amate (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/02/il-dio-scimmia-hanuman.html),
è noto per almeno due motivi: un programma musicale di una settimana, che si
svolge in genere nelle caldi notti di Aprile e richiama artisti di musica e
danza classica indiana di fama internazionale.
Altro motivo della notorietà del tempio Sankat Mochan è
l’essere stato vittima di un attentato nel 2006 che causò la morte di circa una
ventina di persone.
Il Durga Temple è dedicato alle dea
Durga ed è probabilmente il tempio dedicato alle devi (divinità
femminili) più importante della città.
Caratteristica, oltre al colore rosso
scuro del complesso, la grande vasca, chiamata Durga Kund, la cui acqua, seppur
non pulitissima trovandosi in piena città, ospita numerosi pesci, alcuni martin
pescatore semi-stanziali e l’occasionale cormorano minore.
La piccola costruzione a torre che
ospita la stanza dov’è conservata la statua della divinità si trova all’interno
di un cortile quadrato, circondato da un porticato e da un’ampia terrazza al
secondo piano.
L’accesso agli stranieri dovrebbe
essere consentito, anche se durante i momenti più trafficati può essere
proibito o limitato alla piacevole terrazza.
Non molto lontano si trova il Tulsidas
Temple dedicato al poeta Goswami Tulsidas ed al suo poema epico, il Ram Charit
Manas (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/06/il-poema-epico-ramcharitmanas.html),
costituito da un grande e vistoso edificio in marmo bianco, ospitato in un
piccolo ma curato giardino.
Pare proprio che uno dei motivi della
sua costruzione, intorno al 1964, sia stato quello di offrire ai pellegrini
dei villaggi un esempio dello sfarzo e dello sviluppo delle città.
All’interno, piuttosto sobrio per
essere un luogo di culto indù, si trova una grande stanza sui muri della quale,
tra immagini di divinità ed eventi mitologici, è stato scolpito il testo del poema.
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