Oggigiorno con il nome Mustang viene
indicato uno dei quattro distretti che formano la Zona del Dhaulagiri, una
remota area di montagna del Nepal centro-settentrionale, al confine con il
Tibet.
Circa i due terzi della parte nord del
distretto vengono chiamati Upper Mustang e coincidono con i territori che fino
al non lontano 2008 facevano parte del Regno del Mustang (detto localmente
Kingdom of Lo), mentre la parte meridionale si chiama Thak, dal nome della
diffusa etnia Thakali, originaria di questa zona.
Storicamente, il Regno del Mustang,
fondato nel lontano 1380, fu in seguito un regno vassallo di religione buddista
all’interno del più grande Regno del Nepal, ma con la caduta della monarchia
nepalese nell’Aprile 2008 e la successiva instaurazione della repubblica, il
Mustang ha perso la sua indipendenza (in maniera simile a quello accaduto circa
60 anni fa in India con la proclamazione della Repubblica Indiana e la fine
delle dinastie di Maharajà, Sultani e Nababbi).
Data la posizione geografica, unita ad
una stretta politica protettiva (il permesso per visitare queste zone costa ben
50 dollari al giorno), non sono molte le informazioni che trapelano riguardo
questa regione, ma alcune interessanti notizie apparse alcuni anni fa sui
giornali nepalesi ci hanno permesso di dare uno sguardo al suo interno
leggermente più approfondito.
In particolare sono state due le questioni
che hanno riguardato il Mustang: una di carattere interno, sugli sviluppi di
complicati intrighi all’interno della famiglia reale, che tratteremo qui di
seguito; la seconda è invece d’importanza antropologica internazionale e si
riferisce alla scoperta di numerosi scheletri (circa una sessantina) molto
antichi, ritrovati in alcune grotte della regione, e delle quali parleremo in
un successivo post.
Come riportato in un esteso ed
interessante articolo del “The Kathmandu Post” del 24 Dicembre 2011, intitolato
“Unrest in the walled city”, Agitazione nella città murata (facendo riferimento
alla capitale del Mustang, Lo Manthang, unica città nepalese protetta da mura),
gli intrighi di palazzo, per altro molto comuni in Nepal, sono cominciati molti
anni fa con la scelta del successore dell’attuale Re, Jhigmi Palbar Bista, e
sono stati creati dalla signora Diki Dolkar, moglie del fratello maggiore del
Re, che morì prima di poter essere incoronato.
Siccome Re Jhigmi Palbar Bista non ha
eredi maschi, e non avendo scelto un successore, la signora Dolkar propose che
venisse quindi nominato il figlio di sua sorella.
Il Mustang però si regola secondo una
società patriarcale ed il re rifiutò la proposta preparandosi invece ad
annunciare come successore il figlio del suo secondo fratello (il quale aveva
abbandonato ogni diritto ereditario personale dedicandosi ad una vita
religiosa), che secondo la legge locale era il legittimo erede.
La signora Dolkar allora, elaborò un
astutissimo piano: nel 1992 il nipote che lei voleva eletto re, organizzò il proprio
matrimonio a Kathmandu e in vista delle celebrazioni, la signora chiese al re
di dargli i suoi vestiti ufficiali che lei avrebbe preparato per la grande
cerimonia.
Re Jhigmi Palbar Bista, senza
sospettare nulla, acconsentì, ma la maliarda aveva in mente altri piani: fece
infatti indossare i vestiti dal nipote, e dopo aver fatto scattare alcune
fotografie, le inviò al Re del Nepal Birendra, affermando che la successione
era stata definita e la persona ritratta era il nuovo Re del Mustang.
Purtroppo per lei però, per rendere
effettiva la successione, era necessaria l’approvazione del presente re, cioè
Jhigmi Palbar Bista, il quale invece, appena venne a sapere del raggiro della
signora Dolkar, decretò immediatamente successore suo nipote.
Vedendo il proprio piano fallire, la signora
Dolkar decise quindi di creare altri problemi recandosi presso la Corte Suprema
nepalese per chiedere la divisione del Palazzo Reale come bene di famiglia, e
qui sono nati altri problemi per il Mustang.
Intanto bisogna notare che questo è
stato il primo procedimento penale nella storia del Regno, in quanto fino ad allora
le questioni erano sempre state risolte localmente tramite l’imparziale
giudizio del re.
I circa 15.000 abitanti del Mustang
sono rimasti quindi scandalizzati nell’apprendere la notizia che addirittura il
loro amato re era la persona affetta dall’ordine della Corte.
Infatti i giudici hanno dato ragione
alla Signora Dolkar, stabilendo che il Palazzo Reale (chiamato Lomangthang)
venga diviso tra i membri della famiglia, in quanto proprietà privata.
Questa decisione viene contestata per numerosi
motivi: innanzitutto, in realtà, la Signora Dolkar già nel 1980, prima di
stabilirsi a Kathmandu, aveva ottenuto la divisione dei beni, comprendenti
terreni, gioielli e utensili, che lei vendette; e riguardo a questo esistono
documenti per provarlo.
Come ulteriore aggravante, dal punto
di vista dei protettivi abitanti del Mustang, fallito il tentativo di far
eleggere il proprio nipote, la Signora Dolkar emigrò negli Stati Uniti insieme
alla famiglia, rinunciando così alla cittadinanza nepalese e dopo la sua morte,
la causa è stata portata avanti dalla figlia, considerata a tutti gli effetti
un’estranea.
Ma il problema forse più grande che
deriverebbe da un’eventuale divisione del Palazzo Reale di Lo Manthang è dovuto
all’imminente introduzione dello stesso nella lista dei monumenti protetti dall’UNESCO,
che però ha fatto subito sapere che una divisione del Palazzo e degli oggetti
al suo interno farebbe rescindere automaticamente la candidatura.
Al momento all’anziano (79 anni) e malfermo
ex-Re Jhigmi Palbar Bista non resta che organizzare una delegazione da inviare
a Kathmandu per chiedere alla Corte Suprema una revisione della sentenza,
invitando i giudici a recarsi in Mustang a raccogliere tutte le evidenze.
Oggigiorno il Mustang sembra essere
nuovamente sparito dai radar dei media locali e solo grazie ad una specifica
ricerca internet siamo riusciti a trovare un paio d’articoli in qualche modo
legati alle questioni sopracitate.
Riguardo alle intricate vicende di
palazzo e della dinastia, l’unica breve notizia, dell’Aprile del 2016, si
riferiva alle cattive condizioni di salute dell’ormai 84enne ex-Re Jhigmi
Palbar Bista, che da tempo risiede stabilmente a Kathmandu presso l’area sacra
buddista di Bodhnath (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/07/lo-stupa-di-bodhnath.html).
Un innalzamento della pressione e la
presenza di acido urico nel sangue sono state le cause del recente ricovero dal
quale probabilmente si è ripreso visto che ad oggi non sono stati ancora
divulgate notizie su un suo eventuale decesso.
La seconda recente notizia sul Mustang
trattava invece dei problemi che sembra stia già creando una eventuale
iscrizione dell’antica capitale Lo Manthang tra i siti protetti dall’UNESCO.
Seppur la candidatura sia al momento
ancora in fase di studio, la popolazione locale è giustamente preoccupata di
dover rinunciare ad alcune delle già scarse risorse finanziarie della zona.
Per fortuna sembra che la questione
sia stata sollevata abbastanza presto e soprattutto che i responsabili UNESCO
siano perfettamente consci di tenere in considerazione anche lo sviluppo
locale.
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