Seppur anche nei pressi della collina che ospita
l’importante e panoramico stupa di Swayambunath vi sia un’attiva comunità
religiosa buddista, storicamente è Bodhnath ad essere il fulcro nevralgico
della cultura buddisto-tibetana nella valle.
La priorità gli è data dalla posizione, considerata per
secoli il convenzionale punto di partenza per i lunghi e difficili viaggi verso
Lhasa, in Tibet, e chiaramente il punto di arrivo per gli altrettanto difficili
viaggi nella direzione opposta, e proprio presso questo santuario venivano
effettuati gli ultimi rituali protettivi prima di partire, nonché quelli di
ringraziamento una volta arrivati.
Il gigantesco stupa di Bodhnath, che dà il nome a tutto il
quartiere limitrofo alla periferia nord di Kathmandu e popolato prevalentemente
da buddisti tibetani, si trova in mezzo ad un’area di congestionati vicoli ed
occupa quasi del tutto una piazza delimitata da negozi di souvenir tibetani di
tutti i tipi.
Nonostante questo, l’atmosfera, al di fuori della tarda
mattinata e il primo pomeriggio quando la zona è invasa da turisti stranieri, è
molto piacevole, con anziani signore e signori buddisti che, vestiti in maniera
tradizionale, girano intorno allo stupa ripetendo mantra e roteando le loro
piccole ruote della preghiera.
Altra caratteristica di questo stupa è la possibilità di
salirvi sopra, chiaramente senza scarpe e girando in senso orario, per godere
di una meravigliosa, quasi mistica, atmosfera ed il panorama, che spazia dal
disordinato agglomerato urbano, alle ordinatissime cime innevate delle
montagne.
Nel trafficato ma suggestivo complesso di vicoli attorno
allo stupa si possono notare, oltre agli onnipresenti negozi di souvenir
(soprattutto gioielli, maschere, statue, thangka e tappeti), numerosi semplici
ristorantini, che servono prevalentemente zuppe tibetane e momo (raviolini al
vapore), nonché alcuni interessanti gompa, monasteri.
In genere la parte visitabile, come sempre scalzi, di questi luoghi di culto è lo stanzone
centrale che viene utilizzato per le preghiere pubbliche: al centro, sulla
parete opposta all’entrata, si trova di solito l’altare che ospita la statua
principale del Buddha, quasi sempre fiancheggiata da numerose statue più
piccole, insieme a fiori, incensi e vari attrezzi articoli durante i complessi
rituali.
I muri interni sono spesso coperti da dipinti
coloratissimi, rappresentanti la mitologia buddista o episodi della vita del
Buddha, in un trionfo di colori vivaci, profumo d’incenso e spesso un’ipnotica
quanto suggestiva musica di sottofondo.
P.S. Purtroppo il terremoto del 2015 ha danneggiato la
punta dello stupa e molte delle costruzioni nei suoi paraggi.
Il pinnacolo, con la base quadrata in muratura dove sono
dipinti gli occhi del Buddha e sopra i quali si trova la punta piramidale a tredici
piani che rappresentano gli stadi per raggiungere la perfezione, è stato prontamente
sostituito mentre per la completa ristrutturazione degli altri edifici
bisognerà aspettare ancora un po’ di tempo.
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