sabato 30 luglio 2016

Le banconote indiane, I parte

Indian Rupee symbol.svg
Il simbolo della rupia indiana
Uno dei tanti piccoli problemi tipici dell’India è la cronica mancanza di resto per le varie transazioni finanziarie della vita d’ognigiorno.
Nelle grandi città la situazione è leggermente migliore, ma in quelle piccole o più arretrate, senza parlare dei villaggi, il fenomeno è piuttosto grave ed antipatico, visto che, se non si è in possesso di banconote di piccolo taglio, spesso si è costretti a perdere molto tempo e sprecare preziose energie per andare in giro a cercare qualche buonanima che abbia denaro da cambiare.
Oltre a questo bisogna anche stare molto attenti alle condizioni delle banconote indiane che possono essere davvero molto usurate ed il regolamento sulla loro circolazione è piuttosto severo.
Ad esempio, in presenza di tagli, buchi e pezzi mancanti, la maggior parte delle persone si rifiutano di accettarle, come anche le banconote sulle quali è stato applicato dello scotch, anche pochissimo

Ad ogni modo, un’attenta osservazione delle banconote indiane può offrire numerosi spunti culturali, sociali ed artistici.
Purtroppo oggigiorno le banconote delle serie più vecchie sono sempre più rare poiché stampate prima del 1996, anno in cui iniziarono ad essere stampare le banconote attuali della cosiddetta “serie Gandhi”.
Serie Gandhi che recentemente ha subito qualche piccolo ma interessante cambiamento grazie ad una piccola ma notevole novità del 2012, cioè l’introduzione di un simbolo ufficiale a rappresentare la rupia indiana, che consiste in un ingegnoso segno che può sembrare sia la R dell’alfabeto devanagari, che la R dell’alfabeto latino, con l’aggiunta di un trattino orizzontale come quello della L del pound o della Y dello yen.
Secondo l’interpretazione del fantasioso ideatore, le due linee orizzontali in alto con il piccolo spazio in mezzo rappresentano il tricolore della bandiera indiana, nonché il simbolo dell’uguaglianza, a significare il desiderio della nazione di ridurre la disparità economica.
Questa novità ha quindi anche un valore collezionistico-numismatico in quanto le monete stampate dal 2011 e le banconote successive al Gennaio 2012, portano il nuovo simbolo.

Entrando nei dettagli, la prima interessante e peculiare caratteristica, comune a tutte le banconote indiane, è quella di avere un rettangolo riservato alla scritta del valore nei caratteri di quasi tutte le 22 lingue riconosciute ufficialmente dall’Unione Indiana, dapprima erano 13, più recentemente salite a 15.
Gli appassionati di linguistica, ma anche i semplici curiosi, non potranno fare a meno di notare le interessanti caratteristiche delle lingue indoariane del nord: come hindi, sanscrito, nepali, marathi, gujarati, punjabi, bengali, assamese e oriya; oppure quelle dravide del sud: telugu, tamil, kannada, malayam; o ancora, i caratteri arabi di urdu e kashmiri.
L’inglese non appare in questo spazio, ma viene utilizzato, insieme all’hindi, per tutte le diciture che compaiono su banconote e monete (l’hindi e l’inglese sono infatti le due lingue ufficiali del governo indiano).

Come già accennato, le banconote che vengono stampate dal 1996, nelle denominazioni da 1000, 500, 100, 50, 20, 10 e 5 rupie, fanno parte della cosiddetta “serie Gandhi” e riportano, a destra del lato principale, il volto sorridente del “Padre della Nazione”.
Al centro vi è il numero del taglio, con sotto la scritta in hindi, e sullo sfondo una specie di disegno floreale stilizzato, mentre la zona sinistra rimane bianca e in controluce vi appare di nuovo il viso di Gandhi e la cifra della banconota.
Pur riconoscendo l’importanza del ruolo di Gandhi nella formazione dell’India moderna, è però evidente come questa serie di banconote, sul lato principale, risulti piuttosto monotona, seppur i pezzi più importanti da 1000 e 500 rupie siano abbellite dalla cifra di uno sgargiante verde chiaro metallizzato.
Sull’altro lato invece si trovano varie raffigurazioni decisamente più interessanti.

Sulla banconota da 1000 rupie, con colori predominanti marrone e rosso, vi è una composizione di simboli che dovrebbero rappresentare l’economia dell’India: una grande trebbiatrice, alcune spighe di grano, una piattaforma petrolifera, una colata di acciaio, un satellite e una donna davanti ad un computer.
Le notevoli dimensioni ed anche l’alto valore (circa 13-14 di euro), ne fanno una banconota “importante” e piuttosto rara. E visti i cronici problemi di resto dell’India, pressoché inutilizzabile nella vita di tutti i giorni.

La banconota da 500 rupie, dal gradevole colore giallo-dorato, raffigura un’interessante scultura dedicata a Gandhi, collocata in un trafficato incrocio di Delhi, e rappresenta la nota “marcia del sale”, seppur nella banconota, a causa delle ridotte dimensioni, non sia possibile notare molti particolari.

La diffusissima banconota da 100 rupie, seppur in un anonimo azzurro-grigio, è forse quella artisticamente più riuscita, con la raffigurazione di cime innevate di non ben precisati monti himalayani, con tanto di nuvole sullo sfondo, ben incastonate in due pannelli decorativi.

(segue seconda parte con i tagli inferiori e qualche dettaglio sulle serie più vecchie

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