mercoledì 8 marzo 2017

Breve cenno al politico A.B. Vajpayee

Ab vajpayee.jpgAtal Bihari Vajpayee (1924-...) è un ex-politico indiano eletto per ben tre volte Primo Ministro del paese, tra il 1996 ed il 2004, come leader del Bharatiya Janata Party (BJP), partito creatosi nel 1980 da una scissione del Janata Party, da lui stesso precedentemente fondato.
Seppur la matrice nazionalista indù del BJP possa incutere una certa apprensione in un paese come l’India (a maggioranza induista ma costituzionalmente laico e che ospita quindi persone appartenenti a vari credi religiosi), la progressiva ascesa del partito, dovuta in gran parte alla figura di Atal Bihari Vajpayee, è stata fondamentale per la crescita politica del paese, legata per vari motivi politici, ma anche sentimentali, al Partito del Congresso, che purtroppo, conscio di questo vantaggio, si è spesso abbandonato ad un lassismo di cui l’India non ha di certo bisogno.

Il primo brevissimo assaggio di Vajpayee alla carica di Primo Ministro ci fu nel 1996, quando il BJP, sfruttando a dovere il crescente sentimento nazionalistico, emerse come il maggior partito alle elezioni generali di quell’anno.
L’allora Presidente della Repubblica S.D. Sharma invitò quindi Vajpayee a formare il Governo, ma a causa dell’inesperienza del BJP e del mancato appoggio da parte dei partiti di maggioranza, tenne la carica per soli 13 giorni prima di essere costretto a rassegnare le dimissioni.

A causa dell’instabilità politica del paese, anche i due successivi governi della coalizione United Front crollarono dopo pochi mesi e nelle elezioni generali del 1998 vinse la National Democratic Alliance (NDA) sotto la guida del BJP di Vajpayee, in grado questa volta di creare un blocco politico più efficiente.
Nonostante questo, dopo circa 13 mesi, a causa del mancato appoggio di uno strategico alleato, il BJP perse la maggioranza in Parlamento e la successiva mozione di fiducia, seppur per un solo voto.
Anche l’Opposizione non aveva però i numeri per formare un nuovo governo, così venne sciolta la Lok Sabha (la Camera Bassa) ed indette nuove elezioni, lasciando nel frattempo Vajpayee come Primo Ministro.

In questo secondo mandato, Vajpayee fu piuttosto impegnato a dare una dimostrazione di forza dell’India nelle relazioni conflittuali con il Pakistan, cavalcando ancora l’onda nazionalistica.
Nel Maggio del 1998, appena un mese dopo la formazione del Governo Vajpayee, l’India condusse ben cinque test nucleari nel deserto del Rajasthan, alle quali il Pakistan rispose appena due settimane dopo, conducendo i propri test ed entrando a far parte del gruppo di nazioni in possesso di armi nucleari.
La mossa di Vajpayee non fu quindi molto utile dal punto di vista bellico ed attirò sull’India numerose critiche internazionali, ma ebbe un buon successo in patria, con manifestazioni di giubilo in tutto il paese.
Oltre a questo, Vajpayee cercò di migliorare, almeno apparentemente, il dialogo con il Pakistan per avviare un processo di pace che sfociò in un’altra operazione molto populista, come l’introduzione di un servizio di autobus tra Delhi e Lahore.
L’impegno politico verso la pace fu comunque molto dubbio, visto che, nonostante la tanto pubblicizzata Dichiarazione di Lahore del Febbraio 1999, a Maggio-Giugno dello stesso anno India e Pakistan si scontreranno nella Guerra di Kargil.
La risposta del Governo Vajpayee fu comunque pronta e decisa, e l’attacco pakistano fu sventato senza troppe apprensioni, aumentando ancora la popolarità del BJP, che alle successive elezioni tenute sempre nel 1999 conquistò 303 seggi sui 543 disponibili e ad Ottobre Vajpayee venne eletto Primo Ministro per la terza volta.

Il terzo mandato durò tutti i cinque anni previsti, durante i quali Vajpayee si distinse per le numerose riforme economiche ed un attivo impegno nel promuovere la trasparenza all’interno degli organi governativi.
Purtroppo però il crescente nazionalismo indù all’interno del BJP, promosso o se non altro appoggiato da Vajpayee stesso, portò a varie crisi nei difficili rapporti tra induisti e mussulmani, che sfociarono nei disordini del 2002 durante i quali morirono circa un migliaio di persone.
Noto fu un commento particolarmente infelice di Vajpayee che disse “Ovunque i mussulmani sono in grande numero, non vogliono vivere pacificamente”, che seppur tratto fuori dal contesto, non era comunque un commento consono al Primo Ministro di un paese dove i fedeli islamici sono circa il 14%.

Probabilmente questi furono alcuni dei motivi per cui, alle successive elezioni del 2004, inaspettatamente, la coalizione capitanata dal BJP perse la metà dei seggi e venne sconfitta dall’UPA, la coalizione del Partito del Congresso.
Questo decretò la fine della carriera politica di Vajpayee, anche a causa dell’avanzata età (nel 2004 aveva già 80 anni) e di alcuni problemi di salute.

Nel 2009 venne colpito da un infarto che ne compromise l’uso della parola e lo costrinse su una sedia a rotelle; da allora è stato raramente visto in pubblico.

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