
Seppur la matrice nazionalista indù del BJP possa incutere
una certa apprensione in un paese come l’India (a maggioranza induista ma
costituzionalmente laico e che ospita quindi persone appartenenti a vari credi
religiosi), la progressiva ascesa del partito, dovuta in gran parte alla figura
di Atal Bihari Vajpayee, è stata fondamentale per la crescita politica del
paese, legata per vari motivi politici, ma anche sentimentali, al Partito del
Congresso, che purtroppo, conscio di questo vantaggio, si è spesso abbandonato
ad un lassismo di cui l’India non ha di certo bisogno.
Il primo brevissimo assaggio di Vajpayee alla carica di
Primo Ministro ci fu nel 1996, quando il BJP, sfruttando a dovere il crescente
sentimento nazionalistico, emerse come il maggior partito alle elezioni
generali di quell’anno.
L’allora Presidente della Repubblica S.D. Sharma invitò
quindi Vajpayee a formare il Governo, ma a causa dell’inesperienza del BJP e
del mancato appoggio da parte dei partiti di maggioranza, tenne la carica per
soli 13 giorni prima di essere costretto a rassegnare le dimissioni.
A causa dell’instabilità politica del paese, anche i due
successivi governi della coalizione United Front crollarono dopo pochi mesi e
nelle elezioni generali del 1998 vinse la National Democratic Alliance (NDA)
sotto la guida del BJP di Vajpayee, in grado questa volta di creare un blocco
politico più efficiente.
Nonostante questo, dopo circa 13 mesi, a causa del mancato
appoggio di uno strategico alleato, il BJP perse la maggioranza in Parlamento e
la successiva mozione di fiducia, seppur per un solo voto.
Anche l’Opposizione non aveva però i numeri per formare un
nuovo governo, così venne sciolta la Lok Sabha (la Camera Bassa) ed indette
nuove elezioni, lasciando nel frattempo Vajpayee come Primo Ministro.
In questo secondo mandato, Vajpayee fu piuttosto impegnato
a dare una dimostrazione di forza dell’India nelle relazioni conflittuali con
il Pakistan, cavalcando ancora l’onda nazionalistica.
Nel Maggio del 1998, appena un mese dopo la formazione del
Governo Vajpayee, l’India condusse ben cinque test nucleari nel deserto del
Rajasthan, alle quali il Pakistan rispose appena due settimane dopo, conducendo
i propri test ed entrando a far parte del gruppo di nazioni in possesso di armi
nucleari.
La mossa di Vajpayee non fu quindi molto utile dal punto di
vista bellico ed attirò sull’India numerose critiche internazionali, ma ebbe un
buon successo in patria, con manifestazioni di giubilo in tutto il paese.
Oltre a questo, Vajpayee cercò di migliorare, almeno
apparentemente, il dialogo con il Pakistan per avviare un processo di pace che
sfociò in un’altra operazione molto populista, come l’introduzione di un
servizio di autobus tra Delhi e Lahore.
L’impegno politico verso la pace fu comunque molto dubbio,
visto che, nonostante la tanto pubblicizzata Dichiarazione di Lahore del
Febbraio 1999, a Maggio-Giugno dello stesso anno India e Pakistan si
scontreranno nella Guerra di Kargil.
La risposta del Governo Vajpayee fu comunque pronta e
decisa, e l’attacco pakistano fu sventato senza troppe apprensioni, aumentando
ancora la popolarità del BJP, che alle successive elezioni tenute sempre nel
1999 conquistò 303 seggi sui 543 disponibili e ad Ottobre Vajpayee venne eletto
Primo Ministro per la terza volta.
Il terzo mandato durò tutti i cinque anni previsti, durante
i quali Vajpayee si distinse per le numerose riforme economiche ed un attivo
impegno nel promuovere la trasparenza all’interno degli organi governativi.
Purtroppo però il crescente nazionalismo indù all’interno
del BJP, promosso o se non altro appoggiato da Vajpayee stesso, portò a varie
crisi nei difficili rapporti tra induisti e mussulmani, che sfociarono nei
disordini del 2002 durante i quali morirono circa un migliaio di persone.
Noto fu un commento particolarmente infelice di Vajpayee
che disse “Ovunque i mussulmani sono in grande numero, non vogliono vivere
pacificamente”, che seppur tratto fuori dal contesto, non era comunque un
commento consono al Primo Ministro di un paese dove i fedeli islamici sono
circa il 14%.
Probabilmente questi furono alcuni dei motivi per cui, alle
successive elezioni del 2004, inaspettatamente, la coalizione capitanata dal
BJP perse la metà dei seggi e venne sconfitta dall’UPA, la coalizione del
Partito del Congresso.
Questo decretò la fine della carriera politica di Vajpayee,
anche a causa dell’avanzata età (nel 2004 aveva già 80 anni) e di alcuni
problemi di salute.
Nel 2009 venne colpito da un infarto che ne compromise
l’uso della parola e lo costrinse su una sedia a rotelle; da allora è stato
raramente visto in pubblico.
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