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Immagine satellitare del corso dell'Indo |
Iniziando la nostra panoramica sui fiumi più lunghi
dell’India, in questa prima parte ne descriveremo brevemente 9: Indo,
Brahmaputra, Gange, Godavari, Sutlej, Yamuna, Krishna, Narmada e Karnali o Ghaghara,
accomunati da una lunghezza superiore ai 1.000 chilometri.
Come termine di paragone, ricordiamo che il Po è lungo 652
km.
Il fiume più lungo a toccare il territorio indiano è
l’Indo, centrale nella cultura, storia e geografia del subcontinente, ma
decisamente meno importante rispetto ai confini dell’India moderna.
Dei suoi quasi 3.200 chilometri, infatti, solo il 5% scorre
in India, nelle remote regioni a nord-ovest del paese, mentre il resto,
escludendo il 2% iniziale in Cina, taglia longitudinalmente il Pakistan.
Culturalmente, seppur quella della Valle dell’Indo fu la
prima grande civiltà dell’area, il suo lento declino e lo spostamento degli
interessi religiosi ed economici verso il bacino del Gange, da secoli aveva
reso l’importanza del fiume Indo solo marginale, ben prima della divisione
politica del subcontinente indiano.
Oggigiorno, seppur abbia perso la passata importanza
storica e religiosa, l’Indo rappresenta comunque il fondamentale bacino idrico
di un paese molto popoloso ed ancora legato all’agricoltura come il Pakistan.
Per ulteriori dettagli sul bacino dell’Indo e degli altri
cinque fiumi che interessano l’India, rimandiamo al precedente post generale
sui fiumi indiani (http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2017/03/i-fiumi-indiani-introduzione-generale.html).
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Allagamento causato dal fiume Brahmaputra |
Anche il secondo fiume più lungo a bagnare l’India, il
Brahmaputra, non si può definire del tutto un fiume indiano visto che nasce in
Cina, dove scorre per buona parte dei 2.900 chilometri di lunghezza totale,
prima di entrare in India negli stati del nord-est, per poi mergere insieme ad
altri fiumi (su tutti Gange e Meghna) nel grande delta fluviale del Bangladesh.
Rispetto agli altri corsi d’acqua del subcontinente
indiano, il Brahmaputra riceve la maggior parte dell’acqua dai ghiacciai
tibetani, che attraversa in gran numero durante la prima lunga tratta cinese,
invece che dalle piogge monsoniche, rendendo la sua portata più regolare e
sfruttabile anche per la navigazione.
Nel resto del subcontinente invece, l’utilizzo dei fiumi
come linee di comunicazione è limitato a semplici servizi locali, proprio a
causa dell’irregolare quantità d’acqua trasportata.
Il Gange è sicuramente il fiume più importante dell’India,
dove sgorga e scorre quasi per intero, esclusa la parte finale del delta che si
trova in Bangladesh.
Lungo le sue sponde sorgono alcuni dei luoghi sacri più
importanti dell’induismo, senza contare il numero di piccole e grandi città che
fanno della pianura gangetica una delle aree più popolate al mondo.
Per ulteriori dettagli rimandiamo ad un precedente post
dedicato interamente al fiume Gange (http://informazioniindiaenepal.blogspot.com/2016/03/il-fiume-gange.html).
Il Godavari è il secondo fiume più lungo (1.465 km), dopo
il Gange (2.600 km), a scorrere interamente in territorio indiano, partendo
dalle colline del Maharashtra, per attraversare tutto l’altopiano del Deccan ed
andare a sfociare nel Golfo del Bengala.
Pur senza raggiungere l’importanza del Gange, anche il
Godavari è particolarmente riverito dai devoti indù e lungo le sue sponde
sorgono numerosi centri religiosi, come Badrachalam, Trimbakeshwar, Nashik,
Paithan, Antarvedi e Kovvur.
Attraversando grandi aree forestali, il Godavari ospita
anche varie specie di flora e fauna, in molti casi protetti all’interno di
Parchi Nazionali e Santuari Faunistici.
Il fiume Sutlej, lungo circa 1.370 chilometri, nasce in
Tibet, scorre verso occidente attraversando il nord-ovest dell’India, bagna la
regione del Punjab, di cui è il maggiore dei cinque fiumi storici (da cui il
nome, panch, cinque, e jab, fiume), quindi entra in Pakistan per mergere nel
Chenab e formare il Panjnad che dopo 45 chilometri sfocia nell’Indo.
L’importanza del Sutlej, più che culturale, è economica,
essendo il Punjab indiano considerato il granaio del paese e le sue acque,
insieme a quelle degli altri fiumi della regione, sono da secoli sfruttate per
l’agricoltura.
Lo Yamuna (con circa 1.370 km) è il più lungo tributario
del Gange ed un fiume di notevole importanza storica e religiosa.
Lungo il suo corso sorgono numerosi centri indù e grandi
città, passate e presenti capitali, come Delhi ed Agra.
Per questo motivo, abbiamo già precedentemente trattato
l’argomento Yamuna in un post specifico al quale rimandiamo (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/06/il-fiume-yamuna.html).
Il fiume Krishna, per portata, viene considerato il quarto
fiume più grande dell’India, dopo Gange, Godavari e Brahmaputra ed ha una
lunghezza di circa 1.300 chilometri.
Come il Godavari, il Krishna nasce non molto lontano dalla
costa occidentale dell’India, ma sfocia nella costa orientale del Golfo del
Bengala, attraversando tutto l’altopiano del Deccan.
Anche lungo il suo corso sorgono alcuni centri religiosi,
di secondaria importanza, e varie aree protette, seppur la caratteristica
principale del Krishna sia forse l’elevato numero di grandi dighe e sbarramenti
che ne costellano il percorso.
D’altronde le regioni attraversate sono spesso soggette a
periodi di siccità e la costruzione di dighe garantisce una certa salvaguardia
delle risorse idriche, oltre a generare preziosa energia elettrica.
Il Narmada, anch’esso lungo circa 1.300 km, segue il
percorso inverso rispetto al Godavari ed al Krishna, nascendo nella zona
orientale della penisola, ma andando a sfociare nella costa occidentale.
In questo modo attraversa lo stato del Madhya Pradesh e
viene considerato per convenzione il confine naturale tra il nord ed il sud del
subcontinente indiano.
Tra i luoghi più importanti legati al Narmada vi sono:
Amarkantak, la sorgente del fiume, importante luogo di culto apprezzato anche
per la verdeggiante natura circostante; le Marble Rock, delle spettacolari
formazioni rocciose che l’acqua del fiume crea attraversando dei canali di
calcare e basalto presso la città di Jabalpur; l’isola sacra di Omkareshwar, dove
il fiume compie delle curve che ricordano il simbolo indù dell’Om.
Il Karnali, chiamato anche Ghaghara, nasce in Tibet,
attraversa longitudinalmente il Nepal (del quale è il fiume più lungo con 507
km dei 1.080 totali), quindi entra in India per andare a sfociare nel Gange, nello stato del
Bihar.
Gran parte del percorso del Karnali in territorio nepalese
avviene attraverso zone ancora scarsamente abitate tra alte montagne e dense
foreste, dove il corso del fiume è protetto all’interno di numerosi parchi e
riserve naturali, che ospitano alcuni degli animali fluviali più rari del
subcontinente indiano, come i delfini del Gange ed i gaviali.
Dai pressi del confine con l’India fino al Gange invece, il
Karnali attraversa zone densamente abitate dove la sua maggior importanza è
legata all’agricoltura ed alla fondamentale irrigazione dei campi.
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