venerdì 24 marzo 2017

I fiumi più lunghi dell'India, I parte

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Immagine satellitare del corso dell'Indo
Iniziando la nostra panoramica sui fiumi più lunghi dell’India, in questa prima parte ne descriveremo brevemente 9: Indo, Brahmaputra, Gange, Godavari, Sutlej, Yamuna, Krishna, Narmada e Karnali o Ghaghara, accomunati da una lunghezza superiore ai 1.000 chilometri.
Come termine di paragone, ricordiamo che il Po è lungo 652 km.

Il fiume più lungo a toccare il territorio indiano è l’Indo, centrale nella cultura, storia e geografia del subcontinente, ma decisamente meno importante rispetto ai confini dell’India moderna.
Dei suoi quasi 3.200 chilometri, infatti, solo il 5% scorre in India, nelle remote regioni a nord-ovest del paese, mentre il resto, escludendo il 2% iniziale in Cina, taglia longitudinalmente il Pakistan.
Culturalmente, seppur quella della Valle dell’Indo fu la prima grande civiltà dell’area, il suo lento declino e lo spostamento degli interessi religiosi ed economici verso il bacino del Gange, da secoli aveva reso l’importanza del fiume Indo solo marginale, ben prima della divisione politica del subcontinente indiano.
Oggigiorno, seppur abbia perso la passata importanza storica e religiosa, l’Indo rappresenta comunque il fondamentale bacino idrico di un paese molto popoloso ed ancora legato all’agricoltura come il Pakistan.
Per ulteriori dettagli sul bacino dell’Indo e degli altri cinque fiumi che interessano l’India, rimandiamo al precedente post generale sui fiumi indiani (http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2017/03/i-fiumi-indiani-introduzione-generale.html).

Brahmaputra Plains in Goalpara District of Assam 857.jpg
Allagamento causato dal fiume Brahmaputra
Anche il secondo fiume più lungo a bagnare l’India, il Brahmaputra, non si può definire del tutto un fiume indiano visto che nasce in Cina, dove scorre per buona parte dei 2.900 chilometri di lunghezza totale, prima di entrare in India negli stati del nord-est, per poi mergere insieme ad altri fiumi (su tutti Gange e Meghna) nel grande delta fluviale del Bangladesh.
Rispetto agli altri corsi d’acqua del subcontinente indiano, il Brahmaputra riceve la maggior parte dell’acqua dai ghiacciai tibetani, che attraversa in gran numero durante la prima lunga tratta cinese, invece che dalle piogge monsoniche, rendendo la sua portata più regolare e sfruttabile anche per la navigazione.
Nel resto del subcontinente invece, l’utilizzo dei fiumi come linee di comunicazione è limitato a semplici servizi locali, proprio a causa dell’irregolare quantità d’acqua trasportata.

Il Gange è sicuramente il fiume più importante dell’India, dove sgorga e scorre quasi per intero, esclusa la parte finale del delta che si trova in Bangladesh.
Lungo le sue sponde sorgono alcuni dei luoghi sacri più importanti dell’induismo, senza contare il numero di piccole e grandi città che fanno della pianura gangetica una delle aree più popolate al mondo.
Per ulteriori dettagli rimandiamo ad un precedente post dedicato interamente al fiume Gange (http://informazioniindiaenepal.blogspot.com/2016/03/il-fiume-gange.html).

Il Godavari è il secondo fiume più lungo (1.465 km), dopo il Gange (2.600 km), a scorrere interamente in territorio indiano, partendo dalle colline del Maharashtra, per attraversare tutto l’altopiano del Deccan ed andare a sfociare nel Golfo del Bengala.
Pur senza raggiungere l’importanza del Gange, anche il Godavari è particolarmente riverito dai devoti indù e lungo le sue sponde sorgono numerosi centri religiosi, come Badrachalam, Trimbakeshwar, Nashik, Paithan, Antarvedi e Kovvur.
Attraversando grandi aree forestali, il Godavari ospita anche varie specie di flora e fauna, in molti casi protetti all’interno di Parchi Nazionali e Santuari Faunistici.

Il fiume Sutlej, lungo circa 1.370 chilometri, nasce in Tibet, scorre verso occidente attraversando il nord-ovest dell’India, bagna la regione del Punjab, di cui è il maggiore dei cinque fiumi storici (da cui il nome, panch, cinque, e jab, fiume), quindi entra in Pakistan per mergere nel Chenab e formare il Panjnad che dopo 45 chilometri sfocia nell’Indo.
L’importanza del Sutlej, più che culturale, è economica, essendo il Punjab indiano considerato il granaio del paese e le sue acque, insieme a quelle degli altri fiumi della regione, sono da secoli sfruttate per l’agricoltura.

Lo Yamuna (con circa 1.370 km) è il più lungo tributario del Gange ed un fiume di notevole importanza storica e religiosa.
Lungo il suo corso sorgono numerosi centri indù e grandi città, passate e presenti capitali, come Delhi ed Agra.
Per questo motivo, abbiamo già precedentemente trattato l’argomento Yamuna in un post specifico al quale rimandiamo (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/06/il-fiume-yamuna.html).

Il fiume Krishna, per portata, viene considerato il quarto fiume più grande dell’India, dopo Gange, Godavari e Brahmaputra ed ha una lunghezza di circa 1.300 chilometri.
Come il Godavari, il Krishna nasce non molto lontano dalla costa occidentale dell’India, ma sfocia nella costa orientale del Golfo del Bengala, attraversando tutto l’altopiano del Deccan.
Anche lungo il suo corso sorgono alcuni centri religiosi, di secondaria importanza, e varie aree protette, seppur la caratteristica principale del Krishna sia forse l’elevato numero di grandi dighe e sbarramenti che ne costellano il percorso.
D’altronde le regioni attraversate sono spesso soggette a periodi di siccità e la costruzione di dighe garantisce una certa salvaguardia delle risorse idriche, oltre a generare preziosa energia elettrica.

Il Narmada, anch’esso lungo circa 1.300 km, segue il percorso inverso rispetto al Godavari ed al Krishna, nascendo nella zona orientale della penisola, ma andando a sfociare nella costa occidentale.
In questo modo attraversa lo stato del Madhya Pradesh e viene considerato per convenzione il confine naturale tra il nord ed il sud del subcontinente indiano.
Tra i luoghi più importanti legati al Narmada vi sono: Amarkantak, la sorgente del fiume, importante luogo di culto apprezzato anche per la verdeggiante natura circostante; le Marble Rock, delle spettacolari formazioni rocciose che l’acqua del fiume crea attraversando dei canali di calcare e basalto presso la città di Jabalpur; l’isola sacra di Omkareshwar, dove il fiume compie delle curve che ricordano il simbolo indù dell’Om.

Il Karnali, chiamato anche Ghaghara, nasce in Tibet, attraversa longitudinalmente il Nepal (del quale è il fiume più lungo con 507 km dei 1.080 totali), quindi entra in India per andare a sfociare nel Gange, nello stato del Bihar.
Gran parte del percorso del Karnali in territorio nepalese avviene attraverso zone ancora scarsamente abitate tra alte montagne e dense foreste, dove il corso del fiume è protetto all’interno di numerosi parchi e riserve naturali, che ospitano alcuni degli animali fluviali più rari del subcontinente indiano, come i delfini del Gange ed i gaviali.
Dai pressi del confine con l’India fino al Gange invece, il Karnali attraversa zone densamente abitate dove la sua maggior importanza è legata all’agricoltura ed alla fondamentale irrigazione dei campi.

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