sabato 11 marzo 2017

I demoni del poema epico Ramayana

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Il potente demone Ravana
Nell’ampia e complessa mitologia induista, un posto di primo piano spetta ai demoni, creature dotate delle stesse capacità delle divinità, ma usate in maniera egoistica e distruttiva, e sono destinate quindi a soccombere.
La loro importanza è notevole, poiché, la loro malefica presenza, spinge le divinità a manifestarsi, mostrando ai devoti le loro qualità.
I termini più comuni per definire i demoni sono asura e rakshas, e sebbene esistano delle leggere differenze, spesso vengono usati in maniera interscambiabile.

Pur presenti in varie vicende mitologiche, probabilmente la miglior collezione di demoni la si incontra nel Ramayana e nelle sue varie versioni, dove i rakshas, sotto alla guida del Re dei Demoni Ravana, saranno gli antagonisti del dio Rama e dei suoi seguaci.
Molti di questi demoni hanno caratteristiche particolari che permettono di avere una panoramica su questi curiosi personaggi.

Ravana è il demone per antonomasia, Re della città di Lanka, capitale del regno dei demoni, ed il più potente tra loro.
L’origine delle sue proverbiali capacità va fatta risalire al fatto che Ravana, escludendo Vishnu, è il più grande devoto del dio Shiva e grazie alle penitenze in suo onore ebbe spesso modo di ottenere da lui dei particolari poteri, seppur purtroppo li utilizzerà sempre nel modo sbagliato.
Fisicamente possiede dieci teste, che ricrescono se e quando vengono tagliate, come la coda delle lucertole, e tra i tanti poteri, da segnalare vi è quello di poter prendere qualunque forma, abilità che sfrutterà a dovere per rapire Sita, la moglie di Rama.

Vibhishan è il fratello minore di Ravana, ma pur essendo di nascita un demone, possiede un carattere nobile e gentile, e si dimostrerà un valido alleato di Rama nella lotta contro gli altri rakshas.
Dopo l’uccisione di Ravana da parte di Rama, Vibhishan divenne Re di Lanka, e per servire gli esseri umani e guidarli sulla strada del Dharma (etica), gli venne ordinato da Rama di rimanere perennemente sulla terra, facendone uno dei sette chiranjeevin, creature immortali.

Anche Kumbhakarna era un demone fratello minore di Ravana, dotato di alcune buone qualità e vari poteri, dei quali però spesso abusava.
Di dimensioni gigantesche, a causa di una benedizione trasformatasi in maledizione, Kumbhakarna dormiva per sei mesi all’anno, quindi una volta svegliato mangiava per i successivi sei mesi.
La sua entrata in battaglia, dopo essere stato risvegliato con non poche difficoltà, creò lo scompiglio nell’esercito di Rama, il quale però alla fine riuscirà ad ucciderlo.
Stessa sorte subiranno anche Kumbha e Nikhumba, i due figli di Kumbhakarna.

Indrajit fu il figlio di Ravana e un potentissimo guerriero dell’esercito dei demoni, grazie al fatto che, attraverso il suo guru Shukracharya, fu un grado di ottenere l’arma sacra di tutti e tre gli dei della trimurti, Brahma, Vishnu e Shiva.
Il suo ingresso in battaglia fu devastante, arrivando a ferire addirittura Rama e suo fratello Lakshman, il quale però alla fine riuscirà ad ucciderlo con l’aiuto di Vibhishan.

Atikaya fu il secondo figlio di Ravana, anche lui dotato di enormi poteri grazie alla sua devozione verso Shiva.
La sua uccisione creò particolari grattacapi alle truppe di Rama, a causa della sua invincibile armatura ottenuta da Brahma, ma Lakshman riuscirà a scoprirne il punto debole ed a colpirla con il potentissimo Brahmastra, l’arma divina di Brahma.

Akshayakumar fu il terzo figlio di Ravana, che nonostante l’enorme potere venne ucciso da Hanuman prima ancora dello scoppio della guerra vera e propria, quando Hanuman raggiunse Lanka e scoprì il luogo dove era tenuta prigioniera Sita.

Mandodari fu la moglie di Ravana, quindi Regina di Lanka, figlia del Re degli Asura e di un’apsara, una ninfa celeste.
Per questo motivo la sua natura non era completamente demoniaca e la sua figura viene normalmente pregata per le sue elevate qualità morali.
Secondo una tradizione secondaria, ma significativa, Mandodari sarebbe addirittura la madre di Sita.

Khara e Dushan furono due gemelli, cugini di Ravana, considerati demoni mangiatori di uomini.
La loro apparizione nelle vicende della vita di Rama si verifica quando ancora il dio vagava per la foresta insieme alla moglie Sita ed al fratello Lakshman.
La sorella di Ravana, la demonessa Shurpanaka, si invaghì di Rama e si propose come sua moglie. Respinta, andò quindi a proporsi a Lakshman, il quale a sua volta la respinse, così, infuriata, cercò di attaccare Sita, venendo fermata da Lakshman che le taglierà il naso, le orecchie ed i seni.
Umiliata ed offesa, Shurpanaka chiederà aiuto a Khara e Dushan che verranno uccisi dai due divini fratelli nel tentativo di vendicarla.

Un ultimo demone che ebbe un notevole ruolo nelle vicende del dio Rama fu Maricha, zio di Ravana, che aiutò durante il rapimento di Sita.
Fu Maricha infatti a prendere le sembianze del cervo dorato che attirerà l’attenzione di Sita e distrarrà Rama e Lakshman.

Rama riuscirà comunque a vendicarsi uccidendo Maricha, mentre durante la susseguente guerra a Lanka Hanuman ucciderà suo figlio Kalanemi, potente ministro di Ravana.

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