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Il potente demone Ravana |
Nell’ampia e complessa mitologia induista, un posto di
primo piano spetta ai demoni, creature dotate delle stesse capacità delle
divinità, ma usate in maniera egoistica e distruttiva, e sono destinate quindi
a soccombere.
La loro importanza è notevole, poiché, la loro malefica
presenza, spinge le divinità a manifestarsi, mostrando ai devoti le loro
qualità.
I termini più comuni per definire i demoni sono asura e
rakshas, e sebbene esistano delle leggere differenze, spesso vengono usati in
maniera interscambiabile.
Pur presenti in varie vicende mitologiche, probabilmente la
miglior collezione di demoni la si incontra nel Ramayana e nelle sue varie versioni,
dove i rakshas, sotto alla guida del Re dei Demoni Ravana, saranno gli
antagonisti del dio Rama e dei suoi seguaci.
Molti di questi demoni hanno caratteristiche particolari
che permettono di avere una panoramica su questi curiosi personaggi.
Ravana è il demone per antonomasia, Re della città di
Lanka, capitale del regno dei demoni, ed il più potente tra loro.
L’origine delle sue proverbiali capacità va fatta risalire
al fatto che Ravana, escludendo Vishnu, è il più grande devoto del dio Shiva e
grazie alle penitenze in suo onore ebbe spesso modo di ottenere da lui dei
particolari poteri, seppur purtroppo li utilizzerà sempre nel modo sbagliato.
Fisicamente possiede dieci teste, che ricrescono se e
quando vengono tagliate, come la coda delle lucertole, e tra i tanti poteri, da
segnalare vi è quello di poter prendere qualunque forma, abilità che sfrutterà
a dovere per rapire Sita, la moglie di Rama.
Vibhishan è il fratello minore di Ravana, ma pur essendo di
nascita un demone, possiede un carattere nobile e gentile, e si dimostrerà un
valido alleato di Rama nella lotta contro gli altri rakshas.
Dopo l’uccisione di Ravana da parte di Rama, Vibhishan
divenne Re di Lanka, e per servire gli esseri umani e guidarli sulla strada del
Dharma (etica), gli venne ordinato da Rama di rimanere perennemente sulla
terra, facendone uno dei sette chiranjeevin, creature immortali.
Anche Kumbhakarna era un demone fratello minore di Ravana,
dotato di alcune buone qualità e vari poteri, dei quali però spesso abusava.
Di dimensioni gigantesche, a causa di una benedizione
trasformatasi in maledizione, Kumbhakarna dormiva per sei mesi all’anno, quindi
una volta svegliato mangiava per i successivi sei mesi.
La sua entrata in battaglia, dopo essere stato risvegliato
con non poche difficoltà, creò lo scompiglio nell’esercito di Rama, il quale
però alla fine riuscirà ad ucciderlo.
Stessa sorte subiranno anche Kumbha e Nikhumba, i due figli
di Kumbhakarna.
Indrajit fu il figlio di Ravana e un potentissimo guerriero
dell’esercito dei demoni, grazie al fatto che, attraverso il suo guru
Shukracharya, fu un grado di ottenere l’arma sacra di tutti e tre gli dei della
trimurti, Brahma, Vishnu e Shiva.
Il suo ingresso in battaglia fu devastante, arrivando a
ferire addirittura Rama e suo fratello Lakshman, il quale però alla fine
riuscirà ad ucciderlo con l’aiuto di Vibhishan.
Atikaya fu il secondo figlio di Ravana, anche lui dotato di
enormi poteri grazie alla sua devozione verso Shiva.
La sua uccisione creò particolari grattacapi alle truppe di
Rama, a causa della sua invincibile armatura ottenuta da Brahma, ma Lakshman
riuscirà a scoprirne il punto debole ed a colpirla con il potentissimo
Brahmastra, l’arma divina di Brahma.
Akshayakumar fu il terzo figlio di Ravana, che nonostante
l’enorme potere venne ucciso da Hanuman prima ancora dello scoppio della guerra
vera e propria, quando Hanuman raggiunse Lanka e scoprì il luogo dove era
tenuta prigioniera Sita.
Mandodari fu la moglie di Ravana, quindi Regina di Lanka,
figlia del Re degli Asura e di un’apsara, una ninfa celeste.
Per questo motivo la sua natura non era completamente
demoniaca e la sua figura viene normalmente pregata per le sue elevate qualità
morali.
Secondo una tradizione secondaria, ma significativa,
Mandodari sarebbe addirittura la madre di Sita.
Khara e Dushan furono due gemelli, cugini di Ravana,
considerati demoni mangiatori di uomini.
La loro apparizione nelle vicende della vita di Rama si
verifica quando ancora il dio vagava per la foresta insieme alla moglie Sita ed
al fratello Lakshman.
La sorella di Ravana, la demonessa Shurpanaka, si invaghì
di Rama e si propose come sua moglie. Respinta, andò quindi a proporsi a
Lakshman, il quale a sua volta la respinse, così, infuriata, cercò di attaccare
Sita, venendo fermata da Lakshman che le taglierà il naso, le orecchie ed i
seni.
Umiliata ed offesa, Shurpanaka chiederà aiuto a Khara e
Dushan che verranno uccisi dai due divini fratelli nel tentativo di vendicarla.
Un ultimo demone che ebbe un notevole ruolo nelle vicende
del dio Rama fu Maricha, zio di Ravana, che aiutò durante il rapimento di Sita.
Fu Maricha infatti a prendere le sembianze del cervo dorato
che attirerà l’attenzione di Sita e distrarrà Rama e Lakshman.
Rama riuscirà comunque a vendicarsi uccidendo Maricha,
mentre durante la susseguente guerra a Lanka Hanuman ucciderà suo figlio
Kalanemi, potente ministro di Ravana.
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