
Nato nella cittadina di Gah in Punjab, attualmente in
Pakistan, dopo la partizione del subcontinente si trasferì con la famiglia, di
religione Sikh, ad Amritsar, nel Punjab indiano, dove iniziò gli studi che lo
porteranno a laurearsi in economia con il massimo dei voti presso la Panjab
University.
Successivamente si recherà in Inghilterra dove studierà
dapprima presso l’Università di Cambridge, quindi quella di Oxford.
Tornato in India, Manmohan Singh lavorò dal 1966 al 1969
per un’agenzia delle Nazioni Unite, quindi iniziò a farsi conoscere anche negli
ambienti governativi con la carica di consulente del Ministro del Commercio con
l’Estero.
Grazie alle sue notevoli capacità, Singh assunse quindi
varie cariche sempre più prestigiose, come nel 1982 quella di Governatore della
Reserve Bank of India, fino a che, nel Giugno 1991, il Primo Ministro Narasimha
Rao lo scelse come Ministro delle Finanze.
Accorgendosi ben presto che l’India era sull’orlo di una
grave crisi economica, riuscì a portare avanti una serie di riforme economiche
che non solo scongiureranno la crisi ma saranno anche la base per la rinascita
dell’economia indiana nel decennio successivo.
In particolare Manmohan Singh spinse per una notevole
deregolamentazione ed un lento ma inesorabile passaggio da un’economia
socialista ad una più capitalistica, cercando di privatizzare parte del settore
pubblico, economicamente allo sbando, ed aprendo ai mercati stranieri,
abbassando le tasse di importazione.
Purtroppo però l’opinione pubblica indiana non era ancora
pronta ad accettare questi cambiamenti che non furono apprezzati ed il Governo
del Primo Ministro Rao venne sconfitto alle successive elezioni del 1996.
Manmohan Singh riuscì comunque a guadagnare notevole
credito nella cerchia politica del Partito del Congresso e nel 1998 diventerà
il leader dell’Opposizione durante gli anni di governo del partito BJP sotto la
guida di Atal Bihari Vajpayee.
Alle elezione del 2004, piuttosto inaspettatamente, il
Partito del Congresso riuscì a riconquistare la maggioranza, in gran parte
grazie all’entrata in politica di Sonia Gandhi (http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/05/la-politica-sonia-gandhi.html),
la quale, per evitare le proteste che si stavano alzando a causa delle sue
origini straniere, rinunciò alla carica di Primo Ministro per offrirla a
Manmohan Singh.
Questa intelligente mossa permise a Sonia Gandhi di
mantenere una notevole influenza ed a Manmohan Singh di continuare le sue
riforme finanziarie, insieme ad un altro noto economista indiano, Chidambaran,
già in passato stretto collaboratore di Singh, il quale lo nominerà a più
riprese Ministro delle Finanze.
Il primo mandato di cinque anni del Governo Singh ebbe un buon
successo, tanto che alle successive elezioni del 2009 venne rieletto, cosa che
non accadeva in India dai tempi di Jawaharlal Nehru.
Purtroppo però il secondo mandato fu macchiato da numerosi
scandali all’interno del Governo, che seppur non furono sotto responsabilità
dirette di Manmohan Singh, come l’Opposizione ha sempre cercato di sostenere,
di certo non aiutarono a migliorare l’immagine del Partito del Congresso e
della sua coalizione.
Anche l’economia del paese, a causa della crisi
internazionale, aveva iniziato a frenare, creando un notevole malcontento sfruttato
a dovere dal BJP, che stravincerà le successive elezioni del 2014, alle quali
Manmohan Singh comunque non partecipò.
Anche a causa dell’età avanzata e qualche problema di
salute, avendo subito alcuni interventi al cuore, al giorno d’oggi Manmohan
Singh mantiene solo la carica di membro della Rajya Sabha, la Camera Alta del
Parlamento, per lo stato dell’Assam, posizione che mantiene, più che altro con
funzioni di rappresentanza, dal lontano 1991.
Nel 2016 ha anche accettato un invito da parte della Panjab
University per un posto di ispiratore ed interlocutore degli studenti e dei
vari dipartimenti.
La critica più grande, comunemente accettata, nei confronti
di Manmohan Singh come Primo Ministro, fu una certa apparente debolezza,
contraria ai solitamente molto carismatici leader politici indiani, dovuta al
carattere personale, calmo e riservato, e ad una probabile sudditanza nei
confronti di Sonia Gandhi che il BJP non gli ha mai perdonato.
Perfino in questi giorni di campagne politiche regionali,
l’attuale Primo Ministro Narendra Modi ha fatto alcuni commenti sarcastici in
proposito, e non si può negare che la situazione fosse ambigua, con il Primo
Ministro, Manmohan Singh, dipendente dal Segretario del Partito, Sonia Gandhi.
Bisogna anche notare che la situazione era stata
originariamente causata proprio dalle proteste dell’Opposizione, basate molto
puerilmente sul fatto che Sonia Gandhi avesse origini straniere.
Sebbene quindi il carattere di Manmohan Singh non fu
d’aiuto nella gestione delle questioni interne, al contrario fu universalmente
apprezzato all’estero, grazie a modi gentili ed eleganti, che gli hanno
permesso di intrattenere buone relazioni con i leader degli altri paesi, anche
quelli storicamente ostili come Cina e Pakistan.
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