Come abbiamo avuto modo di osservare in precedenti post
sulla geografia ed il clima del subcontinente indiano (http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/search/label/Geografia%20e%20clima),
la posizione dell’India in generale non risulta particolarmente favorevole dal
punto di vista dello sviluppo umano.
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I fiumi che formano il bacino del Gange |
Unica eccezione è l’abbondanza di grandi corsi d’acqua,
lungo le cui sponde, come accaduto storicamente anche nel resto del mondo, si
sono evoluti i primi insediamenti urbani di una certa importanza.
Nella cultura induista i fiumi sono considerati sacri in
quanto manifestazione dell’aspetto materno di Dio e come tali vengono quindi venerati
alla stregua di divinità, seppur purtroppo questo non sia un deterrente per
limitare il loro inquinamento e sfruttamento, che in alcuni casi arrivano quasi
a minare la loro stessa esistenza.
Ciononostante, l’induismo può essere considerato la
religione dei fiumi, grazie alla loro importanza soprattutto in fatto di
rituali e cerimonie, che preferibilmente vengono celebrate lungo le sponde di acque
sacre.
Seppur tutti i corsi d’acqua siano considerati sacri,
tradizionalmente sono 7 i fiumi più importanti dell’induismo: il Gange, lo Yamuna,
il Narmada, il Godavari, il Kaveri, l’Indo ed il Saraswati.
La nostra panoramica segue l’ordine dettato dalla
lunghezza, seppur non sia un parametro univoco, in quanto alcuni grandi fiumi scorrono
in India solo per brevi o parziali tratti del loro percorso.
Prendendo come fonte la versione inglese di Wikipedia,
abbiamo stilato una classifica dei primi 20 fiumi in ordine di lunghezza, cui
abbiamo aggiunto altri 3 corsi d’acqua di una certa importanza ed un breve
cenno al Saraswati, fiume vedico ormai estinto.
N.
|
Fiume
|
Chilometri
|
Origine
|
1
|
Indo
|
3202
|
Himalaya-Indo
|
2
|
Brahmaputra
|
2900
|
Himalaya-Brahmaputra
|
3
|
Gange
|
2525
|
Himalaya-Gange
|
4
|
Godavari
|
1465
|
Western Ghats
|
5
|
Sutlej
|
1450
|
Himalaya-Indo
|
6
|
Yamuna
|
1376
|
Himalaya-Gange
|
7
|
Krishna
|
1300
|
Western Ghats
|
8
|
Narmada
|
1290
|
Satpura Range
|
9
|
Karnali Ghaghara
|
1080
|
Himalaya-Gange
|
10
|
Chenab
|
960
|
Himalaya-Indo
|
11
|
Chambal
|
960
|
Vindhya Range
|
12
|
Gomti
|
900
|
Shivalik Range
|
13
|
Mahanadi
|
858
|
Eastern Ghats
|
14
|
Son
|
784
|
Satpura Range
|
15
|
Kaveri
|
765
|
Western Ghats
|
16
|
Jhelum
|
725
|
Himalaya-Indo
|
17
|
Tapi Tapti
|
724
|
Satpura Range
|
18
|
Koshi o Kosi
|
720
|
Himalaya-Gange
|
19
|
Ravi
|
720
|
Himalaya-Indo
|
20
|
Gandaki
|
630
|
Himalaya-Gange
|
21
|
Beas
|
460
|
Himalaya-Indo
|
22
|
Sarayu
|
350
|
Terai
|
23
|
Phalgu
|
Poche decine
|
Bihar
|
24
|
Saraswati
|
0
|
Rajasthan
|
Prima di addentrarci nei dettagli dei singoli corsi d’acqua,
dedichiamo alcune righe di introduzione generale ai bacini idrici indiani.
Come intuibile dalla colonna riferita all’origine dei fiumi,
la maggior parte dei grandi corsi d’acqua dell’India provengono principalmente
da 3 zone: l’Himalaya a nord, le colline Satpura al centro ed i Western Ghats a
sud.
I fiumi che scendono dall’Himalaya creano tre grandi
sistemi idrici, quello dell’Indo e del Gange, nei quali convergono la maggior
parte dei corsi d’acqua minori e che, soprattutto il secondo, interessano
l’India; i maggiori fiumi del bacino del Brahmaputra si trovano principalmente
il Bangladesh, quindi esulano dal nostro tema.
Il bacino idrico dell’Indo interessa l’India con 6 fiumi,
l’Indo e 5 suoi affluenti che danno il nome alla vasta regione geografica del
Punjab (panch, cinque, e jab, fiume), divisa tra India e Pakistan.
Il Sutlej, il Chenab, il Jhelum, il Ravi ed il Beas (in
ordine di lunghezza) sono anche conosciuti con il nome comune di Panjnad River,
che si forma dalla successiva convergenza di questi 5 fiumi prima di entrare
nell’Indo: il Jhelum ed il Ravi si uniscono al Chenab, il Beas si unisce al
Sutlej, quindi il Chenab ed il Sutlej si uniscono per formare appunto il
Panjnad che scorre per 45 chilometri prima di incontrare l’Indo.
Oltre alle divisioni geografiche, questi 6 fiumi fanno
parte dell’Indus Waters Treaty, un importante trattato firmato nel 1960 tra
India e Pakistan per regolare in maniera pacifica, e produttiva, la distribuzione
delle acque.
Molto salomonicamente, i 3 fiumi orientali, Sutlej, Beas e
Ravi, sono stati dati all’India, mentre lo sfruttamento delle acque dei 3
occidentali, Chenab, Jhelum e Indo, è in concessione al Pakistan.
Il bacino idrico del Gange comprende principalmente fiumi
himalayani che si uniscono sulla sponda settentrionale del Gange negli stati
dell’Uttar Pradesh e Bihar.
Parziale eccezione è lo Yamuna, che pur nascendo
sull’Himalaya, pochi chilometri ad est della sorgente del Gange, scorre quasi parallelo
per unirsi da sud nella città di Allahabad, al centro dell’Uttar Pradesh
meridionale.
Completa eccezione sono invece alcuni corsi d’acqua
provenienti dalle catene collinari del centro dell’India e che sfociano anche
loro sulla sponda sud del Gange.
Seppur si tratti di fiumi di portata minore di quelli
d’origine himalayana, ben 2 sono presenti nella nostra lista dei 20 fiumi
indiani più lunghi, il Chambal, di 960 km, originario delle colline Vindhya ed
il Son, di 784 km, proveniente dalle colline Satpura.
I fiumi del centro-sud dell’India hanno anche loro bacini
inferiori rispetto ai grandi corsi d’acqua himalayani, ma molti di loro sono
particolarmente lunghi e possono raggiungere portate notevoli.
Curioso notare che la maggior parte di questi fiumi, tra
cui i 3 più importanti originati nei Ghati Occidentali (Godavari, Krishna e
Kaveri), scorrono lateralmente lungo l’asse orizzontale, piuttosto che in
verticale da nord a sud, nascendo a pochi chilometri da una costa per andare a
sfociare dopo un lungo percorso nella costa opposta.
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