venerdì 17 marzo 2017

I terremoti in India

Il subcontinente indiano è pressoché circondato da faglie sismiche, i cui movimenti sono spesso causa di devastanti terremoti.
Le zone maggiormente colpite si trovano nel nord dell’India, lungo la catena himalayana e nello stato occidentale del Gujarat.
Com’è noto, il subcontinente indiano si formò quando, circa 50-40 milioni di anni fa, una porzione del continente Gondwana si staccò per andare a scontrarsi con il Laurasia, con una spinta che ancora oggi raggiunge i 47 millimetri annuali.
Da questo scontro venne creata la catena himalayana, attualmente ancora in formazione, seppur con una crescita di pochi millimetri l’anno.

Partendo dalle zone più occidentali, gli stati montani del Jammu e Kashmir, dell’Himachal Pradesh e dell’Uttarkhand, sono storicamente, e tristemente, noti per la costante attività sismica.
A questo bisogna aggiungere che oltre alle scosse che avvengono sul loro territorio, spesso sono interessate anche dalle conseguenze dei terremoti che avvengono, non raramente, nei vicini Pakistan ed Afghanistan
Il Kashmir nell’ultimo secolo è stato colpito da almeno 4-5 scosse superiori ai 5 gradi della scala Richter, tra cui il devastante terremoto del 2005, che raggiunse i 7,6 gradi e causò più di 80 mila morti.
L’epicentro si verificò in territorio pakistano ma le conseguenze furono drammatiche anche al di là del confine con l’India, trattandosi, come detto, di un fenomeno sismico purtroppo comune ad entrambi i paesi.

Himachal Pradesh ed Uttarkhand hanno anche loro subito forti scosse nell’ultimo secolo, di cui la più recente in Uttarkhand in questo 2017 intorno ai 5,6 gradi, mentre il più potente terremoto della zona risale al 1905 nella Valle di Kangra dell’Himachal Pradesh, con una scossa che raggiunse i 7,8 gradi e causò la morte di più di 20 mila persone.

La parte centrale dell’Himalaya è occupata dal Nepal, noto per le attività telluriche che nel non lontano 2015 causarono due devastanti scosse da 7,8 e 7,3 gradi, che oltre a mietere circa 20 mila vittime, hanno distrutto una buona parte del patrimonio artistico del paese, in particolare della Valle di Kathmandu.
Lo stesso era successo con lo storico terremoto del 1934, con una scossa di 8 gradi, che colpì gravemente anche il nord dell’India ed infatti venne chiamato Nepal-Bihar earthquake.

A est del Nepal, una porzione di Himalaya è occupata dallo stato indiano del Sikkim, dove l’attività sismica ha colpito duramente solo negli ultimi anni, con un terremoto di 5,3 gradi nel 2006 ed uno di 6,9 nel 2011.
Grazie alla scarsa densità di queste remote regioni di montagna, il numero di vittime, rispettivamente 2 e circa 110, ed i danni furono abbastanza moderati.

Proseguendo ancora verso est si incontra lo stato del Bhutan, il cui territorio è stato colpito da una scossa di 6,1 gradi nel non lontano 2009.
Il numero ridotto di terremoti attribuiti al Bhutan è dovuto alle modeste dimensioni del territorio, ma chiaramente il paese risente delle conseguenze delle scosse che spesso avvengono nelle aree limitrofe, che in molti casi hanno raggi d’azione molto ampi e vengono avvertiti a centinaia di chilometri di distanza.

La parte più orientale della catena himalayana è occupata da sette piccoli stati indiani, vittime di numerosi terremoti per la presenza della parte terminale della faglia dell’Himalaya e di quella iniziale della faglia birmana.
Lo stato dell’Assam storicamente è stato colpito da almeno 4 potenti terremoti, nel 1897, nel 1930, nel 1947 e nel 1950, con il primo e l’ultimo di ben 8 e 8,6 gradi.
Successivamente l’attività sismica di quest’area si è leggermente placata per riprendere nel 2016 e 2017, con una scossa di 6,7 nello stato del Manipur e di 5,5 in Tripura.
Come nel caso degli eventi sismici del Sikkim, anche in questi casi il numero di vittime ed i danni sono stati abbastanza ridotti per la scarsa densità, dovuta sia alla presenza di alte montagne nelle zone più a nord, sia di dense foreste in quelle più meridionali al confine con il Bangladesh e la Birmania.

Lo stato del Gujarat si trova a qualche centinaio di chilometri dalla faglia pakistana e non molto lontano dal punto di incontro di quella iraniana con quella del Mar Arabico.
Interessato quindi da continui movimenti sismici, in tempi moderni il Gujarat è stato vittima di almeno 3 grandi terremoti: quello del Rann of Kutch nel 1819, intorno agli 8 gradi; il terremoto di Anjar del 1956, di 6,1 gradi; ed il recente terremoto del Gujarat del 2001, con una scossa di 7,7 gradi, che causò circa 20 mila vittime, oltre che ingenti danni.

Bisogna notare che anche in questi casi le cifre, seppur catastrofiche, sono state limitate dal fatto che la parte più occidentale dello stato è occupata dal Rann of Kutch, un vasto deserto acquitrinoso di sabbia e sale.

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