venerdì 31 marzo 2017

Uccelli del Nepal, introduzione

Nonostante le modeste dimensioni del territorio, il Nepal ospita un numero sorprendentemente alto di specie di uccelli.
Per avere dei termini di paragone, il Nepal ha un superficie di circa 147.000 km quadrati e sul suo territorio si possono incontrate circa 900 specie aviarie; la vicina India, di per sé considerabile un paradiso avifaunistico, ospita circa 1.250 specie di uccelli, ma su una superficie di ben 3.287.000 km quadrati, ventidue volte più grande di quella del Nepal; in Italia, che per gli standard europei risiedono un buon numero di specie aviarie, il rapporto è di circa 301.000 km quadrati di superficie, grossomodo il doppio del Nepal, ma con “sole” 520-530 specie di uccelli presenti.
Il motivo di questa notevole differenziazione è dato dai numerosi ecosistemi presenti in Nepal, che vanno dalle pianure meridionali sul livello del mare, fino alle più alte montagne del pianeta, con gli 8.848 metri del Monte Everest.
Geograficamente il Nepal può essere diviso in tre fasce orizzontali abbastanza definite: le pianure del Terai a sud, le colline pre-himalayane al centro e le alte montagne nella fascia settentrionale.

La zona meridionale del Nepal, confinante con l’India e chiamata Terai, é costituita dalla parte più settentrionale della pianura gangetica ed ospita quindi specie aviarie tipiche delle pianure del nord dell’India.
La zona orientale confina con lo stato del Bihar e si tratta di una vasta area di campagna piuttosto depressa economicamente, soggetta a siccità ed inondazioni, ma molto fertile e quindi densamente popolata.
La presenza del fiume Koshi e della grande diga che forma un esteso bacino idrico, sono di fondamentale importanza per lo sviluppo dell’area, ma anche per il sostentamento di un buon numero di specie di uccelli, sia locali che migratori.
L’area centro-occidentale del Terai confina principalmente con lo stato indiano dell’Uttar Pradesh ed è occupata da grandi foreste ed almeno due fiumi di notevole portata, il Karnali ed il Gandaki.
Data la ancora scarsa popolazione, queste aree sono particolarmente apprezzate dal punto di vista naturalistico e protette in due grandi parchi nazionali, il Chitwan National Park ed il Bardia National Park, che ospitano un elevato numero di specie di flora e fauna, e quindi di uccelli.

La fascia centrale del Nepal è occupata dalle colline pre-himalayane, fino ad un’altitudine di circa 2.500-3.000 metri.
Sebbene qui si trovino alcune delle valli più densamente popolate del paese, la Valle di Kathmandu e quella della città di Pokhara, le sterminate foreste che coprono la maggior parte di queste colline ospitano un’avifauna particolarmente varia.
Anche climaticamente la posizione risulta essere molto favorevole, potendo saltuariamente ospitare anche gli uccelli tipici delle pianure, che col caldo estivo spesso risalgono le colline, e quelli delle montagne, che durante i periodi più freddi dell’inverno possono scendere in cerca di temperature più miti.
In effetti anche la pur popolosa Valle di Kathmandu e la crescente Valle di Pokhara, si trovano più o meno circondate da verdeggianti colline e non molto lontano dalle alte montagne himalayane, quindi offrono condizioni abbastanza ospitali per varie specie di uccelli.

La zona settentrionale del Nepal è occupata dalle montagne che vanno dai 3.000 metri fin sopra agli 8.000 ed è quindi solo sparsamente popolata.
Considerando che sull’Himalaya le nevi perenni iniziano attorno ai 5.000 metri di altitudine, questa fascia ospita un elevato numero di uccelli d’alta montagna, cui si aggiungono alcune specie più estreme in grado di sopravvivere alle più elevate altitudini.
Grazie alla presenza di numerosi e comodi trekking, nonostante la posizione remota, alcune di queste zone sono facilmente esplorabili in cerca delle locali specie di uccelli.

Invero, i trekking, attività durante la quale si trascorrono una media di 6-8 ore a camminare tra boschi incontaminati, sono probabilmente l’esperienza migliore per la conoscenza dell’avifauna nepalese.

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