Il manichino del Capo della Polizia è un breve racconto
umoristico di Harishankar Parsai, in cui viene presa bonariamente in giro la
polizia.
Verso la fine viene fatto riferimento alla Ram Lila, una lunga
rappresentazione folkloristica delle vicende del dio Rama, che solitamente
termina il giorno della festa di Dushera, bruciando un manichino del demone a
dieci teste Ravana.
In un piccolo regno indiano c’era un città sulle cui
persone gravavano notevoli ingiustizie da parte della polizia, così queste decisero
che avrebbero eretto un manichino del Capo della Polizia e gli avrebbero dato
fuoco (una forma di protesta comune nel subcontinente indiano anche al giorno d’oggi).
Il manichino venne costruito molto robusto e con una faccia
spaventosa.
Ma in quei giorni entrò in vigore l’atto 144 (una legge
temporanea che vieta ogni tipo di protesta), così la polizia confiscò il
manichino.
Ora però la polizia aveva un problema, cosa farne?
I poliziotti chiesero quindi ad un loro superiore “Capo,
fino a quando dovremmo conservare il manichino? Dovremmo bruciarlo o
distruggerlo?”.
Il superiore rispose “Ma come ragionate? È il manichino del
Capo, come potremmo bruciarlo o distruggerlo? Volete perdere il lavoro?”.
In quel periodo era la stagione della Ram Lila ed un altro superiore
della polizia ebbe una trovata. Chiamò gli organizzatori della Lila gli disse
“Voi, a Dushera, avrete bisogno di un manichino di Ravana da bruciare, vero?
Prendete questo, gli mancano solo nove teste, aggiungetele!”.
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