mercoledì 4 gennaio 2017

Breve cenno alla storia della letteratura hindi, I parte

Painting of Kabir and disciple
Il santo-poeta Kabir insieme ad un discepolo
Le origini della lingua hindi vengono fatte risalire al XII-XIII secolo con la composizione delle prime opere letterarie nei dialetti locali (invece che in sanscrito o persiano), come awadhi, brajbhasa e khariboli, dai quali si svilupperà l’hindi moderna.
Per convenzione e praticità, la storia della letteratura hindi viene divisa in quattro periodi: Adi Kal, dal 1050 al 1375, Bhakti Kal, dal 1375 al 1700, Riti Kal, dal 1700 al 1900, ed Adhunik Kal, dal 1900 ai giorni nostri.

Adi Kal (1050-1375)
L’Adi Kal è il periodo delle origini (adi), chiamato anche Vir Gatha Kal, periodo delle ballate (gatha) degli eroi (vir), in quanto le opere letterarie erano solitamente poemi epici composti dai poeti delle corti dei regnanti, dove venivano glorificate le loro gesta.
Tradizionalmente la prima opera della letteratura hindi viene considerata il Prithviraj Raso, un poema scritto da Chanda Bardai (1149-1200) il poeta alla corte di Prithviraj Chauhan, il sovrano del nord dell’India che dovette affrontare le prime invasioni mussulmane da parte di Mohammed di Ghori, sventate nella I Battaglia del Tarain (1190-91), ma alle quali dovette soccombere nella II Battaglia del Tarain (1192), dove venne definitivamente sconfitto.

Oltre ai poemi, in questo periodo vennero composte alcune poesie da parte di asceti appartenenti alle tradizioni siddha del buddismo, nath dell’induismo e del jainismo, che utilizzavano lingue locali per poter veicolare i loro messaggi anche alle classi meno istruite.

Bhakti Kal (1375-1700)
Il Bhakti Kal è il periodo della devozione (bhakti), con la composizione di numerosi poemi epici e poesie di stampo religioso indù.
Questo periodo viene diviso in due rami: nirgun bhakti e sagun bhakti.
Nirgun significa senza forma, senza attributi, ed è la devozione verso il Dio assoluto, l’Uno, mentre il sagun bhakti è la devozione verso un dio con forme, quali quelle delle divinità, e viene a sua volta divisa in Ram bhakti, devozione verso il dio Rama (settima incarnazione di Vishnu), e Krishna bhakti, devozione verso Krishna (ottava incarnazione di Vishnu).
I maggiori esponenti della nirgun bhakti furono due santi particolarmente riveriti: Kabir e Guru Nanak.

Kabir (XV secolo) fu un personaggio molto particolare, considerato, oltre che un grande santo, anche un ottimo poeta, seppur, per sua stessa ammissione, non sapesse né leggere né scrivere, e le sue opere furono compilate dai suoi seguaci.
Kabir fu infatti un poeta “di strada” ed era solito vagare per le vie della città sacra di Varanasi, cantando accompagnato da un ektara, un semplice strumento formato da una sola corda.
Seppur le sue composizioni non seguano rigidi schemi metrici, la sua forma preferita era la doha, un distico di due sole righe (per ulteriori dettagli rimandiamo ad un post dedicato interamente a Kabir http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/02/il-santo-kabir_22.html).

Anche Guru Nanak (1469-1539) fu un grande santo-poeta, primo Guru e fondatore della religione Sikh (http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/03/breve-storia-della-religione-sikh.html) e le sue composizioni sono ancora oggi riverite all’interno del Guru Granth Sahib, il libro sacro del sikhismo, formato da testi provenienti da diverse tradizioni, tra cui anche molte opere attribuite a Kabir.

La devozione verso il dio Rama vede nel santo-poeta Tulsidas (1532-1623) il suo massimo esponente.
La sua opera principale è il lungo poema epico Ramcharitmanas (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/06/il-poema-epico-ramcharitmanas.html), la versione in dialetto awadhi del Ramayana, ma scrisse anche in brajbhasa, in particolare il Vinaya Patrika, un altro poema devozionale contenente numerosi inni di diverse divinità indù.

Tra i poeti facenti parte della corrente Krishna bhakti, uno dei più importanti fu Surdas, che compose numerose opere in brajbhasa, tra cui il noto Sur Sagar, una raccolta di ben 100.000 poesie e canzoni, di cui però ne sono rimaste solo circa 8.000.
Notevole fu anche la figura di Meera Bai, una mistica poetessa rajasthana, che compose numerose opere di devozione verso Krishna.
In realtà molte poesie e canzoni a lei attribuite furono composizioni di altri poeti che cercarono di seguire il suo stile, fattore che comunque denota l’importanza di Meera Bai all’interno della devozione verso Krishna.
Di madrelingua rajasthani, compose anche in brajbhasa, dialetto molto usato nelle opere dei seguaci di Krishna essendo quello parlato nell’area del Braj, la regione attorno alla città di Mathura, considerata luogo natale del dio.
Caratteristica peculiare che divide nettamente l’opera di Surdas da quella di Meera Bai è il differente approccio verso Krishna, di cui Surdas fu il maggior cantore nella sua forma fanciullesca, mentre Meera nella sua forma di amante (a causa del quale ebbe non pochi problemi, anche all’interno della sua aristocratica famiglia).


Nonostante le relazioni conflittuali tra la religione islamica dei regnanti e quella indù degli abitanti locali, tra i poeti della corrente Krishna bhakti figurano anche alcuni compositori mussulmani, tra cui spicca Abdul Rahim (1556-1627), il poeta di corte dell’imperatore Akbar.

Nessun commento:

Posta un commento