mercoledì 18 gennaio 2017

I siti indiani protetti dall'UNESCO, V parte

Tra i 35 siti indiani protetti dall’UNESCO, 4 sono formati da gruppi di grotte, di cui 1 nello stato del Madhya Pradesh e ben 3 in Maharashtra.

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Esempio di pittura rupestre delle Grotte di Bhimbetka
La caverne rocciose di Bhimbetka, in Madhya Pradesh, ospitano le più antiche testimonianze di vita umana nel subcontinente, risalente al paleolitico, cioè circa 100.000 anni fa e quindi all’homo erectus.
Dalla scoperta nel 1957 ad oggi, nella zona sono stati identificati più di 700 rifugi, molti dei quali ospitano vari e notevoli esempi di pittura rupestre.
I più antichi risalgono a circa 30.000 anni fa, ma durante la loro lunga storia, queste grotte vennero continuamente abitate ed abbellite dall’uomo fino al medioevo.
I dipinti sono quindi divisi secondo 7 periodi principali, partendo appunto da quelli del paleolitico superiore, dai tratti lineari e colori verde e rosso, che ritraggono grandi animali, come bisonti, tigri e rinoceronti.
Le pitture del secondo periodo risalgono al mesolitico, tra i 10.000 ed i 5.000 anni a.C., ritraggono animali, uomini, scene di caccia e di vita sociale, e sono quindi utili per comprendere alcuni particolari della vita di quegli antichi abitanti.
Simili sono anche i dipinti risalenti al calcolitico intorno 5.000 a.C., mentre quelli dei primi periodi storici, sono divisi in due periodi e sono decisamente più elaborati, con rappresentazioni di carattere religioso; i colori predominanti sono il bianco, il giallo ed il rosso.
Anche il periodo medioevale è diviso in due parti, e seppur dimostri delle notevoli migliorie nella tecnica, artisticamente sembrano mostrare un certo declino.
A causa della posizione remota, in un’area di fitte foreste, il sito di Bhimbetka non è molto frequentato, favorendone quindi la delicata conservazione.

Uno dei pregevoli dipinti delle Grotte di Ajanta
Le Grotte di Ajanta si trovano nello stato del Maharashtra e si tratta di un gruppo di circa 30 caverne scolpite e dipinte da seguaci buddisti in due periodi distinti: il II secolo a.C. ed il V secolo d.C..
Le grotte del primo periodo sono 5 lunghe stanze colonnate che ospitano uno stupa, ma nessun idolo, mentre quelle del secondo periodo sono ricche di sculture e divise tra stanze per le preghiere e monasteri.
L’importanza è dovuta in particolare ai dipinti conservati al loro interno che vengono considerati tra i primi e migliori esempi di pittura dell’India e la base sulla quale si svilupperà l’arte in tutto il subcontinente.
Il loro stato di conservazione è chiaramente molto delicato, ma fin dai primi anni della loro riscoperta, a metà dell’800, sono stati spesso copiati da vari artisti, permettendo in molti casi di avere una visione d’insieme più completa.
Oltre all’importanza artistico-culturale, molto interessante è anche la conformazione geografica, essendo le grotte situate in mezzo a verdeggianti foreste, lungo una parete di roccia posta sopra ad una curva a ferro di cavallo di un piccolo fiume, formando quindi una specie di anfiteatro naturale.

Kailash Temple of Ellora in the 1880s (1).jpg
Il Kailasa Temple di Ellora
Le Grotte di Ellora sono poco lontane da quelle di Ajanta e si tratta di un gruppo di più di un centinaio di caverne, di cui 34 aperte al pubblico.
I monumenti e le opere d’arte che le abbelliscono risalgono ad un periodo di circa 400 anni, tra il VII e l’XI secolo e sono divise in: 12 buddiste, 17 indù e 5 jaina.
Le grotte buddiste vennero scolpite tra il 600 ed il 750 e si tratta di 11 monasteri più la sala delle preghiere chiamata Vishvakarma Cave, una lunga stanza colonnata dal tetto a volta che ospita una grande scultura del Buddha seduto.
Delle 17 grotte indù, la più nota è la Cave 16, che ospita il gigantesco Kailasa Temple, scolpito da un unico blocco di pietra, nella seconda metà dell’VIII secolo.
Il tempio principale è dedicato a Shiva, ma attorno si possono ammirare numerosi santuari dedicati a molte altre divinità del pantheon indù.
Le cinque grotte jaina vennero scolpite nel IX-X secolo e sebbene siano di dimensioni ridotte rispetto a quelle buddiste ed indù presenti ad Ellora, si distinguono per i dettagli delle sculture presenti.
Contrariamente ad altri siti simili che caddero nell’oblio e vennero riscoperti dagli inglesi negli ultimi due secoli, le grotte di Ellora furono visitate e descritte nel corso del tempo da numerosi viaggiatori, e purtroppo anche da intransigenti regnanti mussulmani sotto i quali molte delle immagini furono danneggiate.

*"The Great Triad in the Cave Temple of Elephanta near Bombay," by Robert Melville Grindlay, London, 1830* (BL).jpg
La scultura della Trimurti in un dipinto del 1830
Le Grotte di Elephanta sono situate sull’omonima isola, nella baia della città di Mumbai.
Il gruppo è formato da 5 caverne indù shivaite e 2 buddiste, scolpite tra il V e l’VIII secolo.
Purtroppo l’assenza di iscrizioni rende difficile risalire agli autori ed ancora oggi gli storici sono divisi sulle origini di queste antiche e pregevoli opere d’arte.
Anche lo stato di conservazione non è ottimale a causa dei danni inflitti dal tempo, soprattutto infiltrazioni d’acqua, e dai colonizzatori portoghesi, che durante il loro breve periodo di occupazione dell’area, dissacrarono molte statue usandole come bersaglio per esercitazioni di tiro.
Grazie alle dimensioni, spesso ragguardevoli, delle sculture ospitate in queste grotte, molte si sono comunque conservate fino ai giorni nostri, mentre invece sono andate perdute le pitture delle quali sono rimaste solo alcune tracce.
La grotta più importante è sicuramente la numero 1, situata su una verdeggiante collina e raggiungibile grazie ad una lunga ma gradevole scalinata.
La stanza principale è suddivisa in piccoli ambienti da alcune file di spesse colonne ed ospita le sculture più note del complesso, su tutte il grande busto della Trimurti indù alto più di 6 metri.
Molto pregevoli sono anche i numerosi bassorilievi che rappresentano importanti episodi mitologici legati al dio Shiva, come la discesa del Gange attraverso i suoi capelli.
Il piccolo gruppo di grotte buddiste si trova su una collina nella zona est dell’isola, chiamata Stupa Hill, per la presenza di uno stupa di mattoni dentro allae caverna principale.

La seconda grotta buddista purtroppo è rimasta incompiuta a causa di alcune imperfezioni nelle rocce che la formano.

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