domenica 29 gennaio 2017

Il giornalista-scrittore Khushwant Singh

Khushwantsingh.jpgKhushwant Singh (1915-2014) è stato un politico, giornalista e scrittore indiano, noto per la sua cultura, sagacia e sfrontatezza.
Nato in un’agiata famiglia sikh nella cittadina punjabi di Hadali, attualmente in Pakistan, ricevette un’ottima educazione, dapprima presso istituti indiani, quindi al King’s College di Londra, dove si laureò in legge.
Per circa 8 anni, fino al 1947, fece l’avvocato presso la Corte di Lahore, per 4 anni lavorò all’estero per il governo indiano a Ottawa e Londra, quindi nel 1951 entrò a far parte della All India Radio in qualità di giornalista.
Dal 1954 al 1956 Khushwant Singh lavorò a Parigi, al Dipartimento delle Comunicazioni di Massa dell’UNESCO, quindi rientrò in India per iniziare la sua lunga carriera di editore e fondatore di riviste e giornali.
Dal 1980 al 1986 fu anche membro del Rajya Sabha, la Camera Alta del Parlamento indiano, per il Partito del Congresso, di cui rimarrà sostenitore per tutta la vita.

In qualità di scrittore, Khushwant Singh pubblicò più di una trentina di libri, in lingua inglese, tra cui romanzi, saggi storici e raccolte di articoli, oltre ad una decina di libri di racconti.
Tra i romanzi meritano una citazione: “Train to Pakistan” del 1956, romanzo storico dove vengono descritti, con estrema lucidità, i drammatici avvenimenti susseguenti l’Indipendenza dell’India; “Delhi: a novel” del 1990, un altro romanzo storico dove, tra sbalzi temporali, viene descritta la storia della capitale indiana; in “The Company of Women” del 1999, attraverso le vicende del protagonista, vengono descritte le complicate relazioni uomo-donna; “Truth, Love and a Little Malice”, pubblicato nel 2002, è un’autobiografia, con la quale Singh offre alcuni interessanti dettagli dei suoi rapporti con i politici.

Per quanto riguarda i saggi storici, Khushwant Singh scrisse una monumentale opera sul sikhismo, intitolata “A History of the Sikhs”, iniziata nel 1953 ma continuamente ampliata ed aggiornata fino al 2006, e si tratta indubbiamente del miglior testo sulla storia di questa particolare religione del subcontinente indiano.

Tra le raccolte di articoli spiccano invece: “More Maliciuos Gossip” del 1989, “Sex, Scotch and Scholarship” del 1992, “Not a nice man to know” del 1993, “Big Book of Malice” del 2000 e “With Malice towards One and All”, dove sono raccolti gli articoli che Singh ha pubblicato, settimanalmente nel corso degli anni, nell’omonima colonna editoriale sui maggiori quotidiani indiani.

Oltre a questo, Khushwant Singh si è reso famoso anche per numerosi scritti umoristici, soprattutto articoli, ma anche barzellette, grazie ad uno stile dissacrante ed alla sua nota spregiudicatezza in materia di sesso, consumo di alcohol e religione (si considerava agnostico), argomenti tabù nella società indiana.
Molte barzellette hanno come protagonisti i sikh, chiamati colloquialmente sardar o sardarji, che vengono presi bonariamente in giro per la loro ingenuità e credulità, alla stregua dei Carabinieri nelle barzellette italiane.
Piccolo esempio.

Due giovani sardarji, studenti dell’Istituto di Tecnologia di Kanpur, stavano parlando degli astronauti americani e uno disse all’altro “Non è una grande impresa andare sulla luna, chiunque può farlo. Ma noi siamo sikh, andremo direttamente sul sole!”.
L’altro rispose “Ma veramente se arriviamo a meno di 13 milioni di miglia dal sole ci scioglieremo”.
“E allora? Ci andremo di notte!”.

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