venerdì 13 gennaio 2017

I siti indiani protetti dall'UNESCO, I parte

Uno scorcio della Valley of Flowers
Grazie alle notevoli estensioni del territorio ed al ricco passato, al Luglio 2016 l’India possiede 35 siti protetti dall’UNESCO, di cui 27 d’importanza culturale, 7 naturalistica ed 1 mista.
A questi se ne aggiungono un’altra quarantina che al momento invece fanno parte della lista di quelli in attesa di riconoscimento.
In un paese come l’India dove la conservazione dei luoghi di notevole interesse richiede sforzi economici improponibili per le finanze locali, l’ingresso nelle liste dell’UNESCO è particolarmente importante, anche per focalizzare al meglio le risorse disponibili.
In questo primo post dedicato ai siti protetti, descriveremo brevemente quelli di carattere naturalistico e quello misto, sparsi grossomodo in tutto il vasto territorio indiano.

Partendo dalle regioni nord-occidentali, le montagne himalayane dello stato dell’Himachal Pradesh costituiscono un sito chiamato Great Himalayan National Park, riconosciuto dal 2014, dove vengono protetti le foreste subtropicali ricche di fiumi e torrenti, le colline e le praterie alpine dal clima temperato, ed i picchi delle montagne coperti da nevi perenni.
Grazie a questo peculiare ecosistema, l’area ospita 25 tipologie di boschi che a loro volta sono abitati chiaramente da un elevato numero di specie diverse di flora e fauna.
Questa ricca diversità è dovuta al fatto che l’area si trova nel punto di unione di due grandi regioni naturali: quella orientale a sud e quella paleartica a nord, risultato dell’evoluzione geologica dell’Himalaya, con il distaccamento, circa 100 milioni di anni fa, di una parte di Gondwana che andò a sbattere contro il Laurasia, permettendo uno scambio di flora e fauna tra i due continenti.

Non molto lontano dal GHNP, sulle montagne dello stato dell’Uttarkhand si trova un sito composto da due aree situate a circa una ventina di chilometri di distanza e chiamato Nanda Devi and Valley of Flowers National Park; anche l’area tra questi due parchi è protetta in quanto considerata zona cuscinetto.
Il Parco Nazionale del Nanda Devi venne fondato nel 1982 per proteggere l’ecosistema alpino che ruota attorno alla montagna Nanda Devi, la cui cima raggiunge un’altezza di 7.816 metri.
La Valle dei Fiori venne riconosciuta parco nazionale nel 1980 e, come deducibile dal nome, ospita un numero particolarmente elevato di specie floreali.
L’area si estende tra circa 3.350 e 3.650 metri di altitudine e rappresenta un meraviglioso esempio di valle himalayana d’alta quota.

Scendendo in pianura, circa 200 chilometri a sud della capitale Delhi, si trova il Keoladeo Ghana National Park, una riserva ornitologica che ospita più di 350 specie di uccelli.
Nato originariamente come riserva di caccia del maharajà della vicina città di Bharatpur, divenne un santuario nel 1956 e, dopo la definitiva interruzione delle battute di caccia nel 1972, nel 1985 venne riconosciuto dall’UNESCO.
Per ulteriori dettagli rimandiamo ad un post dedicato interamente a questo sito http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/02/bharatpur.html.

Spostandoci verso le zone nord-orientali dell’India, incontriamo altri 2 siti naturalistici protetti dall’UNESCO, cui aggiungere quello misto, Khangchendzonga National Park, situato nello stato del Sikkim, al confine con il Nepal.
Sorto attorno alla montagna Kangchenjunga, che con 8.586 metri è la terza vetta più alta al mondo, come i due siti della zona himalayana occidentale, anche il KNP ospita numerosi ecosistemi che garantiscono una notevole biodiversità; in particolare è notevole l’abbondanza di uccelli, con più di 500 specie presenti nella zona.
Culturalmente l’area riveste una notevole importanza per il buddismo tibetano del Sikkim, tanto che la cima vera e propria del Kangchenjunga è ancora oggi inviolata e gli alpinisti che la scalano, per rispetto, sono soliti fermarsi a pochi metri dalla vetta.

Dirigendosi più a est, nello stato dell’Assam, non molto lontano dal confine con il Bhutan, si trova il Manas Wildlife Sanctuary, che prende il nome dal fiume Manas che lo attraversa.
Sito UNESCO fin dal 1985, il Manas Wildlife Sanctuary è composto da foreste fluviali e colline che ospitano ben 55 specie di mammiferi, 36 di rettili, 3 anfibi e circa 350 specie di uccelli.
Tra gli animali più importanti si possono citare: la tigre, il leopardo nebuloso, l’elefante, il rinoceronte e l’unica popolazione rimasta in India di bufali selvatici puri.
A causa degli scarsi sforzi da parte del governo per la conservazione di questi luoghi, nel 1992 il sito venne inserito dall’UNESCO nella lista di quelli in pericolo, dal quale venne però rimosso nel 2011 dopo che il governo indiano ha dimostrato nuovamente un certo interesse per la protezione di questi peculiari ecosistemi.

Ulteriormente a est, sempre nello stato dell’Assam, si trova il simile Kaziranga Wildlife Sanctuary, dichiarato parco nazionale nel 1974 e protetto dall’UNESCO dal 1985.
Noto principalmente per ospitare la più grande popolazione di rinoceronti indiani, come nel vicino Manas anche nel Kaziranga Wildlife Sanctuary si possono incontrare un numero sorprendentemente alto di specie di mammiferi, rettili ed uccelli.

Scendendo a sud per qualche centinaio di chilometri, poco oltre la città di Kolkata, è situato il Sundarbans National Park, una sterminata foresta di mangrovie formatasi all’incontro della foce di ben tre grandi fiumi: il Gange, il Brahmaputra ed il Meghna.
Questo delicato ecosistema, protetto dall’UNESCO fin dal 1987, ospita un elevato numero di tigri del Bengala circa 400, oltre chiaramente ad altre specie di mammiferi, rettili ed uccelli.
Notevole è anche la biodiversità marina, con varie specie di delfini, tra cui il raro platanista del Gange (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/09/il-delfino-del-gange.html).

I Ghati Occidentali sono una catena montuosa che scorre lungo tutto l’entroterra della costa occidentale della penisola indiana, dividendo le pianure costiere dall’altopiano del Deccan al centro del subcontinente.
Grazie alla presenza di vari ecosistemi che ospitano un elevato numero di specie di flora e fauna, dal 2012 ben 24 santuari e parchi naturali sorti lungo questa catena sono sotto la protezione dell’UNESCO, con il generico nome di Western Ghats.
I picchi montani non raggiungono elevate altitudini, con 40 montagne riconosciute tra i 1.100 ed i 2.700 metri di altezza, ma la biodiversità è garantita dalle abbondanti piogge monsoniche che rendono la catena del Ghati Occidentali particolarmente lussureggiante.

Tra le specie animali più notevoli, oltre a tigri ed elefanti, si segnala la recente scoperta, nel 2003, di una specie di rana endemica, chiamata rana viola per il particolare colore del corpo; il nome scientifico nasikabatrachus sahyadrensis si rifà al sanscrito, da nasika, naso, ed al greco, batrachus, rana, in riferimento all’insolito muso a punta di questo anfibio, mentre sahyadrensis deriva dalle montagne Sahyadry, parte dei Ghati Occidentali.

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