La religione Sikh fu fondata intorno al XV secolo da Guru
Nanak nella regione indo-pakistana del Punjab.
Dopo il fondatore si susseguirono altri nove guru, per un
totale di dieci, a cui va aggiunto come undicesimo ed ultimo maestro del sikhismo,
il libro sacro Granth Sahib, compilato nella sua versione finale nel 1678 da
Guru Gobind Singh, il decimo maestro.
Tra i principi fondamentali descritti nel Granth Sahib, molti
dei quali ispirati all’induismo ma anche all’islam, vi sono: la fede e la
meditazione del nome di un unico cretore, unità ed uguaglianza tra gli esseri
umani, aiutare il prossimo e condurre una vita onesta e morigerata.
Al di là dei principi, storicamente la religione Sikh non
si è poi rivelata così pacifica, anche a causa della posizione geografica in un'area piuttosto travagliata, ed il fatto che uno dei 5 simboli sacri sia il kirpan,
un grande coltello ricurvo, è piuttosto indicativo.
Inizialmente i primi governanti moghul ebbero relazioni
pacifiche con i guru Sikh, finché non iniziarono i primi problemi durante il
regno dell’imperatore Jehangir che nel 1606 fece arrestare e condannare a morte
Arjan Dev, il quinto guru.
Il successivo maestro, Hargobind, iniziò quindi a
militarizzare formalmente i seguaci, enfatizzando le nature complementari del
potere temporale e quello spirituale.
Anche il nono guru, Tegh Bahadur, fu condannato a morte,
dal notoriamente intransigente imperatore Aurangzeb, fatto che spinse suo
figlio e decimo guru Gobind Singh a formare nel 1699 la Khalsa,
un’organizzazione costituita da eminenti personalità, con lo scopo, tra gli
altri, di esercitarsi nell’uso delle armi per difendersi dalle persecuzioni.
Successivamente, nel 1707, con la morte di Aurangzeb
l’Impero Moghul iniziò ad indebolirsi, permettendo quindi al Dal Khalsa,
l’esercito Sikh, di sconfiggerlo ripetutamente e limitarne ulteriormente il
potere.
Il successo militare del Dal Khalsa fu tale che nel 1799
venne fondato l’Impero Sikh che comprendeva gran parte dell’attuale nord del
Pakistan, gli stati indiani del Punjab e Kashmir, nonché una piccola area del
Tibet sud-occidentale.
L’impero ebbe comunque vita breve a causa della sconfitta
contro l’esercito inglese nel 1849 e tutta quella vasta regione venne inglobata
tra i territori della Compagnie britannica delle Indie orientali.
La storia Sikh si accese poi improvvisamente e
drammaticamente durante la spartizione del subcontinente indiano a seguito della
dipartita degli inglesi nel 1947.
Com’è noto furono numerosi gli episodi di violenza che
causarono la morte di centinaia di migliaia di persone (le stime variano
enormemente), con gli indù e i sikh che venivano massacrati dai mussulmani a
ovest ed i mussulmani che venivano trucidati dagli indù e i sikh a est.
Oltre a questo, i sikh dovettero anche lottare
politicamente con il governo centrale indiano per ottenere uno stato dove fossero
la maggioranza, per questioni politiche, religiose ma anche linguistiche, cosa
che avvenne nel 1966, dividendo il precedente stato del Punjab dell’Est in tre
parti: le montagne all’Himachal Pradesh ed il resto diviso tra Punjab a
maggioranza sikh ed Haryana a maggioranza indù.
Purtroppo le frange più estreme sikh non furono soddisfatte
e venne creato un movimento per creare addirittura uno stato indipendente dall’India
chiamato Khalistan.
Seppur dapprima il movimento era interessato a trovare
soprattutto appoggi politici e finanziari, verso i primi anni ’80 alcune
fazioni diventarono sempre più militarizzate.
In particolare Jarnail Singh Bhindranwale, già noto
esponente della Khalsa e capo di un importante gruppo religioso, in poco tempo
creò un piccolo esercito di circa 200 seguaci con i quali si stabilì in un
ostello situato all’interno del complesso dell’Harmandir Sahib, il cosidetto
Tempio d’Oro di Amritsar.
L’attrito col governo indiano crebbe sempre più fino a
culminare, nel Giugno 1984, con l’Operazione Blu Star, voluta dall’allora Primo
Ministro Indira Gandhi, che inviò l’esercito per liberare il tempio dalla
presenza dei miliziani.
L’operazione ebbe successo militarmente, ma venne
ampiamente criticata, anche dall’estero, per la brutalità e la scarsa sensibilità
nell’aver inviato addirittura dei carri armati all’interno dell’area sacra.
E dopo circa quattro mesi, Indira Gandhi venne uccisa da una
delle sue guardie del corpo sikh, scatenando quindi una sommossa contro i sikh
che causò la morte di circa 2800 persone, soprattutto a Delhi.
Oggigiorno i sikh rappresentano una delle comunità indiane
di maggior successo, grazie ad uno spiccato utilizzo dell’intelligenza, che li
pone in netto vantaggio nei confronti di indù e mussulmani che in India sono
vittime di deleteri costumi e rigide autorità.
Bisogna però anche notare che parte del successo è dovuto
al fatto che il Punjab, loro storica regione di appartenenza, si trovi in una
zona particolarmente fertile, da sempre considerata il granaio dell’India.
Fatto che tra l’altro incide notevolmente sulla cucina
tipica punjabi che è una delle più ricche ed apprezzate, tanto che molti dei
piatti indiani più famosi all’estero, come ad esempio il chicken tandoori,
ricchi curry di lenticchie e fagioli, ed i vari tipi di pane, provengono dalla
tradizione culinaria del Punjab.
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