Il frullamento dell’oceano è un importante episodio della
mitologia indù, descritto, seppur con qualche differenza, in vari testi sacri.
Dopo numerose e sanguinose battaglie, dei e demoni si
misero d’accordo per “frullare” l’oceano per far salire a galla alcuni tesori
che si trovavano sul fondo, in particolare la giara che conteneva l’amrita,
il nettare divino.
Per fare questo presero il sacro Monte Mandara, vi legarono
attorno Vasuki, il re dei serpenti che di solito si trova al collo di Shiva,
quindi piantarono il monte sul fondo del mare e tirando in maniera alterna gli
dei per la coda ed i demoni per la testa, iniziarono a farlo roteare.
In realtà il primo tentativo fallì, poiché, non avendo
nulla su cui poggiare, il monte scivolava via, così Vishnu prese la forma di
Matsya (la tartaruga, sua seconda avatar) e lasciò che il monte poggiasse sul
suo carapace.
Le liste dei tesori che furono recuperati variano
leggermente, in un numero che va da 9 a 14, ma tutte sono abbastanza concordi
nel dividerli in gruppi di 3, in quanto venivano suddivisi tra Vishnu, gli dei
e i demoni.
Alcuni tesori degni di nota furono: Lakshmi, dea della
fortuna e della ricchezza, che divenne la moglie di Vishnu; Kamadhenu, la vacca
sacra che esaudisce tutti i desideri, di nuovo presa da Vishnu; Airavat, un
elefante bianco multicefalo, che divenne la cavalcatura di Indra;
Uchhaishravas, un cavallo a sette teste, che fu preso dai demoni.
E prima che comparisse la giara con l’amrita, venne a galla
il suo esatto contrario, cioè la coppa contenente l’halahal, un potente
veleno in grado di distruggere l’intero universo.
Per evitare tale incidente, Shiva lo bevve ma, grazie al
potere della sua meditazione (talvolta grazie al potere di sua moglie Parvati),
lo fermò in gola, motivo per cui è bluastra ed uno dei nomi con i quali viene
chiamato è Neelkantha, appunto Colui dalla gola blu.
Quando finalmente apparve Dhanvantari, il medico degli dei,
con in mano la giara che conteneva il nettare, l’allenza tra dei e demoni si
ruppe immediatamente e scoppiò una grande battaglia.
Per evitare il peggio, Garuda, creatura metà uomo e metà
uccello cavalcatura di Vishnu, prese la giara e la portò al sicuro in alto nei
cieli, quindi Vishnu prese le sembianze di Mohini, una meravigliosa damigella
celeste, che tramite il suo fascino riuscì a distrarre i demoni e distribuì
l’amrita tra gli dei.
Quando i demoni se ne accorsero l’amrita ormai era finita,
quindi scoppiò un’ennesima battaglia, che però gli dei vinsero facilmente
grazie al fatto che avevano appena consumato il nettare divino.
Uno dei motivi della popolarità di questo episodio
mitologico e che da esso deriva la tradizione dei Kumbh Mela, gigantesche fiere
religiose considerate i più grandi raduni di esseri umani al mondo e che si
tengono ciclicamente ogni 14 anni in 4 città sacre dove si ritiene siano cadute
4 gocce di amrita durante la battaglia tra dei e demoni per impossessarsene.
In realtà, nonostante, come accennato all’inizio,
l’episodio del frullamento dell’oceano sia menzionato in vari testi sacri, in
nessuno di questi viene citato il particolare delle 4 gocce cadute, per cui si
suppone sia un’aggiunta piuttosto recente, con lo scopo di attribuire una
qualche autorità religiosa a questi raduni.
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